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Nestlé si butta nell’e-business

Nestlé ha lanciato un anno fa il progetto GLOBE per ottimizzare il flusso d'informazioni Keystone

Per Peter Brabeck, il numero uno di Nestlé, il progetto più importante della multinazionale di Vevey si chiama GLOBE, Global Business Excellence. E vale 3 miliardi di franchi.

Per diventare il gigante mondiale dell’agroalimentare (62,4 miliardi di cifra d’affari per i primi 9 mesi dell’anno) Nestlé ha dovuto in continuazione inglobare ditte concorrenti: Buitoni e Rowntree nel 1988, Perrier nel 1992, Sanpellegrino nel 1998. Con il risultato che la più grande ditta svizzera è diventata un conglomerato gigantesco, nel quale ogni fabbrica funziona in modo autonomo.

Tante culture diverse, ma altrettanti sistemi informatici non necessariamente compatibili tra di loro. Nestlé ha dunque laciato GLOBE alla fine dello scorso anno, perché questa immensa società diventi un “organismo omogeneo”, all’interno del quale i prodotti e le informazioni possano circolare liberamente.

Guadagnare tempo e (molto) denaro

Sono ormai finiti i tempi in cui ogni fabbrica Nestlé andava a comperare individualmente le sue noccioline in Turchia. D’ora in poi, i 74 utilizzatori potranno concertarsi, leggere i rapporti dei loro colleghi. Potranno guadagnare tempo e anche molto denaro grazie ad acquisti raggruppati. Facile da dire, più difficile da fare – perché non c’è il rischio che GLOBE intacchi il potere dei singoli responsabili?

Il grande progetto, che avrebbe dovuto estendersi su sei anni e costare da 2 a 3 miliardi di dollari, è stato affidato a una delle figure emergenti del gruppo. Christian Johnson, un americano quarantenne alto quasi due metri. Dettaglio significativo: venerdì scorso Johnson sedeva accanto ai dirigenti del gruppo in occasione della conferenza stampa d’autunno a Zurigo.

Far ballare il più grosso elefante del mondo

“Non riflettiamo soltanto sulla standardizzazione dell’informatica e dei dati fondamentali – la mettiamo già in pratica in parecchi paesi come la Malesia e Singapore, con significativi vantaggi” sottolinea Christian Johnson, che fu già attivo negli Stati Uniti, in Giappone e in Francia.
Il progetto GLOBE, che si svolge nella regione di Vevey, occupa in permanenza quasi mezzo migliaio di collaboratori di Nestlé, attivi in 45 mercati diversi. Non concerne unicamente gli acquisti, ma pure il marketing, la produzione, le finanze, le risorse umane, la gestione delle conoscenze. Un impiegato di Nestlé avrà così accesso, a partire dal suo computer, a tutte le filiali del gruppo in qualsiasi parte del mondo.

In altre parole, GLOBE deve poter “far ballare il più grosso elefante del mondo”, rendendo il flusso di informazioni più rapido e più immediato. Il progetto è già un anno più avanti rispetto alle previsioni e il suo ritmo sarà sempre più rapido. Christian Johnson parla di costi stimati a 250 milioni di franchi all’anno – che permetteranno però di risparmiarne ancora di più in seguito.

Ian Hamel

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