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Niente tagli al programma d’armamento 2006

I piloti degli F/A-18 svizzeri avranno i simulatori di volo richiesti Keystone Archive

Il Consiglio nazionale ha seguito la strada tracciata dai senatori ed ha approvato, con 115 voti a favore e 64 contrari, il programma d'armamento presentato dal governo.

Con una spesa prevista di 1,5 miliardi di franchi è il programma d’armamento più costoso da nove anni a questa parte.

Negli ultimi anni, segnati dalla volontà di risparmiare e dalla discussione sui compiti dell’esercito, l’esame parlamentare del programma d’armamento è sempre stato un momento delicato. Questa volta, però, il ministro della difesa Samuel Schmid ha vinto la sfida che lo opponeva a quanti criticano la lista della spesa dell’esercito. Schmid aveva chiesto un miliardo e mezzo di franchi e un miliardo e mezzo avrà. Tutte le proposte di tagli della sinistra sono state respinte.

La maggioranza di centro destra ha ritenuto giustificati sia la spesa complessiva che gli acquisti proposti dal governo. I deputati hanno così accolto, con 114 voti contro 71, l’acquisto di dodici carri blindati per il genio e lo sminamento (139 milioni). Si tratta in sostanza degli stessi carri che erano stati richiesti senza successo al parlamento nell’ambito del programma d’armamento 2004.

Il governo ha inoltre ottenuto 39 milioni per un impianto d’istruzione al tiro Leopard e 395 milioni per l’ammodernamento di 134 carri armati dello stesso tipo. La lista degli acquisti comprende anche sei velivoli Pilatus (PC-21) che permettono di simulare in volo i sistemi degli aerei da combattimento F/A-18 (115 milioni di franchi).

La spesa maggiore (424 milioni) del programma è costituita dall’acquisto di un sistema di condotta e di informazione delle Forze terrestri, composto di un gran numero di computer collegati a reti militari. Approvati anche gli adattamenti tecnici per 15 elicotteri Super Puma (194 milioni di franchi). Potranno così restare in servizio ancora per 15 anni.

L’esercito vuole poi dotare, per una spesa di 126 milioni, 160 veicoli Piranha di mezzi informatici e di armi che ne garantiscano l’autodifesa. Infine, il programma prevede quattro simulatori di volo F/A-18 (69 milioni).

Niente tagli

I tentativi della sinistra di tagliare linearmente tutti i crediti del 10% sono falliti. Il Consiglio nazionale ha respinto questa proposta con 116 voti contro 70. Non hanno avuto successo nemmeno gli altri attacchi dello schieramento rosso-verde al programma d’armamento. Nel mirino della sinistra vi era, tra l’altro, anche l’acquisto di componenti per elicotteri provenienti da Israele.

Nel tentativo di congelare due terzi dei crediti nell’attesa che le Camere decidano sulla riforma di Esercito XXI, la sinistra ha stretto un’insolita alleanza con una parte dell’Unione democratica di centro (UDC, destra nazionalconservatrice). Anche se per poco, l’iniziativa non ha avuto successo: la proposta lanciata da Ulrich Schlüer (UDC) è stata respinta con 91 voti contro 90 e 4 astenuti. Decisivo è stato il voto della presidente della camera bassa, la liberale Christine Egerszegi.

Nel suo intervento, il ministro della difesa Samuel Schmid ha sottolineato che il programma d’armamento è compatibile con la fase di sviluppo 2008/2011 dell’esercito, anche se non è direttamente vincolato a quest’ultimo. Inoltre, non vi sono relazioni tra il programma d’armamento e gli impieghi all’estero, ha aggiunto Schmid nel tentativo di vincere le resistenze della frangia isolazionista dell’UDC.

swissinfo e agenzie

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La legge militare completa e definisce questi obiettivi. In particolare contempla i contributi alle missioni di pace internazionali decise dalle Nazioni unite (ONU) o dall’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE).

Le uscite per la difesa del paese rappresentano una delle voci di peso nel budget della Confederazione.

Nel 2005, la Svizzera ha speso all’incirca 5 miliardi di franchi per la difesa. Si tratta del 3,7% delle uscite totali. L’agricoltura ha assorbito il 3,2% del budget, il sistema sociale il 19,5% e la formazione il 19,6%.

Rispetto all’ammontare totale delle spese, negli ultimi 25 anni la percentuale destinata alla difesa è scesa in modo considerevole. Nel 1980, la Confederazione destinava all’esercito l’8,2% delle uscite. Tenendo conto dell’inflazione, si tratta del 25% in più di quanto viene speso oggi.

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