No degli importatori svizzeri al caffè transgenico
E' stata coronata da successo la campagna dei terzomondisti contro il caffè transgenico e in favore dei piccoli coltivatori.
La campagna contro il caffé geneticamente modificato, lanciata lo scorso settembre da Swissaid e dalla Dichiarazione di Berna, ha dato i suoi frutti: Coop, Migros, Starbucks, Mercure e Mövenpick si sono chiaramente espressi contro questo prodotto.
I maggiori importatori svizzeri di caffé hanno tenuto conto delle conseguenze sociali causate dall'ingegneria genetica, ha annunciato giovedì Swissaid in un comunicato. In autunno, le due organizzazioni terzomondiste avevano chiesto ai commercianti e agli importatori di rifiutare il caffé transgenico e di proporre nel loro assortimento almeno un caffé con il marchio Max-Havelaar che garantisce un equo commercio.
Swissaid e la Dichiarazione di Berna avevano spiegato che, grazie all'aggiunta di prodotti chimici, i chicci del caffé geneticamente modificati maturano tutti nello stesso momento e la raccolta può essere effettuata con macchinari. In questo modo le grandi piantagioni risparmiano sui costi della manodopera. Ciò significa la povertà assicurata per i piccoli coltivatori e i braccianti agricoli.
Coop e Mövenpick hanno ora annunciato che non proporranno nel loro assortimento caffé transgenico, conformemente alla loro politica. Starbucks non prevede di offrire tale prodotto in un futuro prossimo mentre Mercure e Migros non venderanno caffé geneticamente modificato «finché sarà possibile». Solo Passagio/Autogrill e Denner non hanno risposto alle richieste delle due associazioni terzomondiste. SV-Service (ristoranti e mense aziendali) lascia invece la scelta alla clientela.
Il caffé Max Havelaar, precisa ancora il comunicato, è da anni disponibile presso Coop e Migros e, grazie alla campagna, ora anche Mercure prevede di inserirlo nell'assortimento. Starbucks sta attualmente conducendo trattative con la Max Havelaar.
swissinfo e agenzie

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