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Note stonate per la presidente canterina

Micheline Calmy-Rey in un ruolo più consueto della tradizione presidenziale Keystone

L'annuncio dell'intervento canoro della presidente Micheline Calmy-Rey durante una popolare trasmissione TV in onda sabato sera, è considerata una nota stonata e ha suscitato un coro di critiche.

Gli esperti evidenziano come è cambiato il ruolo dei media in relazione alla tradizione del sistema politico svizzero – che privilegia uno stile pacato e sobrio – e sottolineano il crescente ricorso alla pubblicità personale.

La consigliera federale Micheline Calmy-Rey, che quest’anno riveste la carica di presidente della Confederazione, ha scelto di cimentarsi nell’interpretazione di una canzone francese – “Les trois cloches” (“Le tre campane”), di Jean Villard-Gilles – composta nel 1940 e ripresa da vari artisti famosi, tra cui anche la celeberrima Edith Piaf.

L’esibizione canora di Calmy-Rey è già stata registrata lo scorso 26 marzo, ma verrà trasmessa il prossimo 19 maggio nel corso della trasmissione di intrattenimento “Les Coups de coeur”, in programma sabato sera sulla rete della televisione romanda (TSR).

“Non è una canzone semplice – commenta dalle colonne del quotidiano “Le Matin” Alain Morisod, uno dei presentatori dell’emissione – ma la presidente canta bene e se l’è cavata benissimo”. Ma le notizie degli “exploits” canori di Calmy-Rey non hanno entusiasmato nessuno. Anzi, dalla Svizzera tedesca si è alzato un corso di critiche.

Come una nota stonata

Il professore di storia Urs Altermatt, grande conoscitore della politica federale e autore del libro “I consiglieri federali”, non risparmia il suo giudizio severo. Sulla “Mittelland Zeitung” afferma infatti che “i consiglieri federali non dovrebbero cantare, poiché vi è il pericolo di abbassare la politica a livello di divertimento e di proporre dell’humor a buon mercato”.

Secondo il politologo friburghese, e secondo molte altre voci critiche, i consiglieri federali che si danno alle canzonette o si esibiscono in trasmissioni televisive di intrattenimento, celebrano una forma personale di un’autorappresentazione senza trasmettere alcun contenuto. Il che diventa problematico.

Ma la presidente della Confederazione rispedisce le critiche ai vari mittenti. “Sono convinta che il contatto con la popolazione passi anche attraverso i media, come la radio e la televisione. Ed è semplicemente quanto sto facendo”.

Per il pubblicista zurighese Mirko Marr, esperto di comunicazione, Micheline Calmy-Rey – sempre in vetta agli indici di gradimento – ha invece fatto bene: con la sua esibizione in un programma televisivo popolare, potrà raggiungere un pubblico che normalmente non si interessa di politica, quindi si tratta di una buona operazione. Un’operazione che comporta comunque dei rischi.

“In questi ultimi tempi – spiega Mirko Marr a swissinfo – i politici fanno sempre più uso delle trasmissione popolari, che permettono loro di essere maggiormente al centro dell’attenzione. C’è tuttavia il rischio – reale – di banalizzare i contenuti politici che si intendono trasmettere”.

Moritz “Leuenblogger”

L’ingresso di Micheline Calmy-Rey nel mondo della canzonetta francese segue di pochissimo un’altra iniziativa mediatica di un altro consigliere federale, alias Moritz Leuenberger: il ministro delle comunicazioni ha infatti lanciato, con enorme successo, un blog.

Le cifre non lasciano, infatti, alcun dubbio: nel primo mese di vita del blog (inaugurato nel mese di marzo) e soltanto dieci giorni dopo la sua diffusione on line, gli interventi sono stati circa novecento. Secondo Marr il blog potrebbe promuovere l’immagine di Leuenberger, anche se l’iniziativa ha piuttosto la funzione di promuovere la discussione su nuovi argomenti e contenuti.

Non c’è da stupirsi, sempre secondo Marr, se i media e i giornalisti si mostrano tiepidi nei confronti dei politici che usano i nuovi media, perché in fondo e da qualche parte si sentono bypassati. Tuttavia il successo di un blog dipende anche dal peso che i media gli attribuiscono. E spesso i giudizi negativi ne aumentano l’interesse.

Nei territori dei blog, Moritz Leuenberger non è fatto solo, anzi è in buona compagnia. Negli Stati Uniti la candidata alla Casa Bianca Hillary Rodham Clinton ne ha uno; come pure, in Francia, i due pretendenti all’Eliseo, ossia la socialista Ségolène Royal e il neogollista Nicolas Sarkozy.

Un successo che stuzzica, in Svizzera, anche l’interesse delle due consigliere federali: Micheline Calmy-Rey e Doris Leuthard stanno infatti valutando l’idea di inaugurare il loro blog personale.

Modalità di interazione diverse

Mirko Marr mette in evidenza un altro aspetto: rispetto ad altri paesi, in Svizzera i politici interagiscono con i media in modo diverso. Il paese non dipende dai media per suscitare l’attenzione politica. In televisione, per esempio, le pubblicità politiche non sono ammesse. Poche, tutto sommato, le contestazioni da parte di personalità politiche sul sistema politico elvetico consociativo.

Ciò non significa, però, che i consiglieri federali rinunciano a marcare le proprie posizioni e a raggiungere i propri scopi facendo capo ai media. La realtà è lì da vedere. Il ministro dell’Interno Pascal Couchepin, per esempio, sul quotidiano “Blick” cura dallo scorso mese di dicembre una rubrica “in cui distilla le sue perle di saggezza”.

Nel contempo il ministro della Giustizia Christoph Blocher moltiplica le sue apparizioni su riviste popolari in cui mostra con fierezza la sua collezione di quadri, tra cui dei dipinti di Albert Anker e Ferdinand Hodler.

E, secondo i bene informati, sembrerebbe che Blocher si accinga a fare una breve comparsa in un film commedia realizzato per la televisione svizzera. La sorpresa più grande venga dal compassato e misurato ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz che, quando era parlamentare, si è dilettato nello scrivere un racconto “Contadini, sesso e tasse”, di cui il Blick ha pubblicato degli estratti.

swissinfo, Isobel Leybold-Johnson
(traduzione e adattamento dall’inglese Françoise Gehring)

Probabilmente l’ex primo ministro giapponese Junichiro Koizumi si è sempre compiaciuto di essere, da qualche parte, l’impersonificazione di Elvis.

Ai tempi degli studi all’Università di Oxford, il premier britannico Tony Blair si dilettava a suonare la chitarra e a cantare in un gruppo rock dal nome evocativo: “Ugly Rumours”.

L’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton è conosciuto per essere un buon suonatore di saxofono (sax tenore) e si è persino esibito nel corso di una trasmissione televisiva durante la sua campagna presidenziale.

L’ex presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi, appassionato di canzoni napoletane, ha registrato un CD con brani scritti anche da lui. Prima di diventare miliardario, cantava a bordo di navi da crociera.

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