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Nucleare iraniano: opzione diplomatica svizzera rafforzata

L'Iran continua ad arricchire uranio, ad esempio negli edifici di Nenthaz (nella foto) Keystone

Dopo avere preso atto del rapporto dei servizi di intelligence americani secondo il quale l'Iran ha sospeso il programma nucleare militare, la Svizzera è ancor più convinta della sua soluzione diplomatica.

Contrariamente ad alcuni paesi europei, come la Francia, che auspicano sanzioni più severe verso Teheran, Berna punta sul dialogo.

Il rapporto del National Intelligence Estimates (NIE) “rafforza l’idea di una soluzione diplomatica al conflitto”, ha dichiarato martedì un portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

“La Svizzera, come paese neutrale e senza agenda nascosta, ha per vocazione di facilitare il dialogo diplomatico diretto”, aveva affermato di recente la ministra degli esteri e presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey.

Sulla stessa linea d’onda della Svizzera si situa anche l’Agenzia atomica internazionale (AIEA), di cui la Confederazione è membro. A Vienna, l’AIEA ha affermato che questo rapporto arriva sostanzialmente alla stessa conclusione dell’agenzia.

Allentare la crisi

“Il rapporto dovrebbe contribuire ad allentare la crisi attuale”, ha dichiarato il direttore generale dell’AIEA Mohamed ElBaradeï. “Questo documento dovrebbe incitare l’Iran a lavorare intensamente con l’agenzia allo scopo di fare maggiore chiarezza sugli aspetti specifici del suo programma nucleare passato e presente”, ha affermato.

Washington ha accusato per anni l’Iran di proseguire segretamente la sua corsa all’armamento nucleare. Il documento pubblicato lunedì ha quindi sorpreso non solo gli avversari ma anche gli amici degli Stati Uniti.

Il presidente americano George W. Bush è tuttavia ancora convinto che il pericolo sussista ed afferma che nel dossier nucleare iraniano rimangono aperte tutte le opzioni. Insiste però al contempo sul fatto che gli USA prediligono la via diplomatica per trovare una soluzione alla crisi.

Dal canto suo l’Iran si è rallegrato delle conclusioni del rapporto che a parer suo corroborano il “carattere pacifico” delle sue attività in ambito nucleare.

“L’America e i suoi alleati devono accettare i diritti della nazione iraniana”, ha dichiarato il presidente Mahmoud Ahmadinejad, senza menzionare esplicitamente il rapporto. “Talune potenze mondiali esercitano illegalmente delle pressioni contro l’Iran”, ha aggiunto. “Se non modificheranno il loro comportamento, allora l’Iran opterà per un’altra strategia nei rapporti con l’AIEA”, ha avvertito.

Israele nega

Francia e Gran Bretagna, membri permanenti del Consiglio di sicurezza, hanno annunciato la loro intenzione di mantenere le pressioni sull’Iran, mentre la Cina ha ribadito la sua intenzione di volere trovare una soluzione attraverso il dialogo.

Dal canto suo, il presidente russo Vladimir Putin ha incontrato il negoziatore iraniano sul nucleare Said Jalili ed ha affermato che “la Russia è contenta che l’Iran stia allargando la sua cooperazione con l’AIEA e spera che tutti i programmi iraniani saranno trasparenti”.

Israele ha accolto il rapporto come una doccia fredda e ne nega le conclusioni: “Probabilmente l’Iran continua il suo programma di fabbricazione della bomba atomica”, ha detto il ministro israeliano della difesa Ehud Barak.

Il primo ministro Ehud Olmert ha dal canto suo sottolineato che Israele proseguirà i suoi sforzi insieme agli Stati Uniti per “impedire all’Iran di accedere ad armi non convenzionali”.

Nuove misure

L’Iran è oggetto di tre risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Due prevedono delle sanzioni per avere rifiutato di sospendere il programma di arricchimento dell’uranio.

Sei grandi potenze (Cina, Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Russia e Germania) dovrebbero adottare sabato nuove misure per costringere Teheran a rispettare gli ordini del Consiglio.

swissinfo e agenzie

Il rapporto del national Intelligence Estimates (NIE) sintetizza i dati raccolti da sedici agenzie d’informazione americane ed è stato pubblicato lunedì.

Da esso risulta che l’Iran ha sospeso nel 2003 il suo programma di sviluppo di armi nucleari, per effetto della pressione europea.

Nello stesso tempo però il rapporto indica che Teheran sta continuando ad arricchire uranio e potrebbe ancora essere in grado di sviluppare un’arma nucleare tra il 2010 e il 2015.

Teheran ha evocato a più riprese il ruolo di “facilitatore” della Svizzera nella crisi nucleare iraniana. Secondo fonti diplomatiche, Berna ha elaborato un piano a tappe. Il DFAE ha tuttavia sempre rifiutato di commentare l’esistenza di un tale documento.

Secondo le fonti, questo “piano svizzero” condurrebbe a una sospensione simultanea dei lavori iraniani di arricchimento dell’uranio e delle sanzioni imposte all’Iran dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

La doppia sospensione potrebbe permettere l’apertura di negoziati tra Teheran e il “P5+1”, ossia i cinque membri del Consiglio di sicurezza più la Germania.

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