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Officine: il primo passo su un ripido sentiero

La lotta continua per mantenere i posti di lavoro alle Officine FFS Cargo di Bellinzona. swissinfo.ch

Sarà laborioso, e con tratti in salita, il percorso che porta alla salvaguardia delle Officine di Bellinzona. Il primo incontro della tavola rotonda, il 14 maggio a Lucerna, ha permesso di imboccare la strada giusta.

Un primo traguardo, benché parziale, è stato subito raggiunto: l’abbandono delle misure di ristrutturazione annunciate da FFS Cargo lo scorso 7 marzo, contrastate dallo sciopero delle maestranze e contestate dalla popolazione.

Diretta dal mediatore Franz Steinegger, che ha inchiodato per oltre sei ore e praticamente senza pausa i 34 partecipanti, la tavola rotonda ha porto simbolicamente a tutti i presenti un foglio bianco su cui cominciare a riscrivere il futuro dello stabilimento industriale di Bellinzona. Perché le Officine un futuro ce l’hanno davvero. Parola di Franz Steinegger.

Sono dunque stati fissati nero su bianco alcuni punti importanti, tesi a salvaguardare le Officine: presentare entro il 2010 delle strategie per rafforzare la competitività dell’intero stabilimento (manutenzione locomotive e carri) e renderlo concorrenziale; rivedere le strategie per garantire la competitività della manutenzione carri (che ha un margine di miglioramento) entro il 2016, in concomitanza con la presumibile apertura di Alptranist.

Rimossi dal cammino macigni ingombranti come le tensioni, le incomprensioni e i sentimenti di sfiducia, nelle parti chiamate a dialogare attorno alla tavola rotonda – i vertici delle Ferrovie e il Comitato di sciopero – c’è ancora tuttavia molta prudenza e cautela. Specialmente da parte dei lavoratori, la cui guardia rimane alta.

Un sospiro di sollievo, nulla più

“Avrei voluto portare qualcosa di più concreto ai miei colleghi”. Esordisce con queste parole Gianni Frizzo, visibilmente stanco al termine di sei lunghe ore di trattative. Invitato da Steinegger a sedersi, in conferenza stampa, all’estrema destra del tavolo, strappando inevitabilmente dei sorrisi, Frizzo si è dichiarato, nel complesso, moderatamente soddisfatto.

Soddisfatto lo è sicuramente perché le FFS hanno riconosciuto che il settore locomotive di Bellinzona è concorrenziale e che le Officine non contribuiscono affatto al dissesto finanziario di FFS Cargo. “Siamo inoltre pronti – aggiunge Frizzo – a valutare il pacchetto di proposte in cui sono contenute le richieste di aumento della produttività nel settore carri per discuterle nella riunione del 29 maggio”.

Se è vero che l’avvio della tavola rotonda è un passo importante nella giusta direzione, gli animi dei lavoratori non sono, tuttavia, del tutto rasserenati: ancora troppe le incognite, secondo loro, sul futuro del settore locomotive. Ecco perché viene auspicata non solo un soluzione aziendale, ma anche e soprattutto politica, che tenga cioè conto degli aspetti regionali.

Comunque l’inizio di un nuovo capitolo

“Il lavoro che ci aspetta per definire e garantire un futuro duraturo alle Officine – conferma a swissinfo Marco Borradori, presidente del Governo ticinese – sarà sicuramente intenso. Posso dunque comprendere la cautela del Comitato di sciopero. Occorre però dire che da questa tavola rotonda è scaturita la volontà di pianificare una nuova vita per lo stabilimento di Bellinzona. Il bilancio di questa giornata è dunque positivo”.

Borradori si è mostrato molto realista nell’affermare che non bisogna farsi illusioni: costruire il futuro delle Officine costerà fatica e richiederà tempo. “Pensare di ottenere tutto al primo incontro è poco realistico. Ci aspettano scadenze molto impegnative, duro lavoro e lunghi negoziati”.

“Se oggi è stato ottenuto un risultato importante, come il ritiro definitivo dei piani di ristrutturazione presentati il 7 marzo dalle FFS – aggiunge il ministro ticinese – è grazie alle maestranze, che con il loro coraggioso e rigoroso sciopero hanno saputo coinvolgere tutta la popolazione ticinese. Credo che oggi si possa cominciare a scrivere un nuovo capitolo”.

Quasi come funamboli

Gli equilibri del dialogo sono tuttavia molto sottili, tanto che camminare su una fune parrebbe più sicuro. “Siamo sempre pronti – precisa Marco Borradori – a mediare e a favorire la costruzione del consenso, come è stato il caso anche durante questa prima tavola rotonda. E credo che anche le maestranze, che hanno lottato e indubbiamente sofferto, sapranno apprezzare i risultati di questo primo incontro”.

Benché apertamente schierato dalla parte delle Officine e delle maestranze, il presidente del Consiglio di Stato ha ribadito che il Cantone intende continuare ad essere una sorta di ago della bilancia assumendo, quando necessario, il ruolo di intermediario fra le parti.

Anche per questo motivo il Governo ticinese intende separare, in questa delicata fase negoziale, gli aspetti di politica regionale da quelli del risanamento aziendale delle FFS Cargo. Chiarito l’orizzonte, sarà possibile entrare in merito sull’iniziativa popolare (forte di oltre 15 mila firme) che chiede la creazione di un polo tecnologico industriale.

Il costruttore di dialoghi

Visibilmente soddisfatto, al termine di una giornata vissuta quasi in apnea, il mediatore Franz Steinegger. “È stata una discussione dura – dice a swissinfo – ma grazie alla chiarezza delle posizioni è stato anche possibile individuare delle soluzioni per il futuro”.

“In base alla cifre che abbiamo raccolto – continua il mediatore –abbiamo finalmente potuto avere una prima visione di insieme. Questi documenti saranno approfonditi da piccoli gruppi di lavoro il cui compito sarà di allestire fornire delle chiare basi di discussione per i prossimi incontri”.

Steinegger prevede due o tre mesi di lavoro per individuare le soluzioni da prendere a corto termine. Per le strategie in vista della scadenza del 2016, che dovranno essere fornite dalle FFS, il tempo è meno tiranno.

Ma come si immagina, un uomo abituato alle “missioni impossibili”, l’esito finale delle trattative? “Un’idea ce l’ho – commenta malizioso – ma la tengo per me”.

swissinfo, Françoise Gehring, Lucerna

Le cifre presentate dalle ferrovie e degli operai riguardanti le Officine FFS Cargo di Bellinzona, saranno passate al vaglio di esperti per chiarire la reale efficienza e il futuro dell’attività in Ticino. La decisione è stata presa nella prima tavola rotonda sul futuro dello stabilimento bellinzonese.

Nella medesima occasione è stato anche deciso di formare due commissioni, una per esaminare nel dettaglio i bilanci di FFS Cargo, l’altra per valutare tutte le soluzioni possibili per salvare i posti di lavoro. Le prime valutazioni saranno esaminate nel corso della seconda tavola rotonda, in agenda giovedì 29 maggio.

Franz Steinegger, ex presidente del Partito liberale radicale e ex consigliere nazionale, è stato scelto per presiedere la tavola rotonda tra i vertici delle ferrovie e i lavoratori delle officine di Bellinzona.

In qualità di presidente dell’Associazione svizzera dei proprietari di binari di raccordo e carri privati, Steinegger conosce molto bene la situazione delle Officine di Bellinzona.

Noto per le sue abilità di mediatore e per il suo piglio decisionista, Franz Steinegger, avvocato, era stato chiamato dal Consiglio federale per salvare dall’impasse Expo 02.

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