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ONU, un fragile sì

Favorevoli all'adesione il 54,2%, contrari il 31,1%, indecisi il 13,4% e l'1,3% non si pronuncia swissinfo.ch

I sondaggi sull'adesione all'ONU si seguono, ma i risultati divergono : martedì il sì sembrava spuntarla, giovedì sembra invece in difficoltà.

Questo terzo sondaggio pubblicato dalla radio e dalla TV svizzero romande è l’ultimo punto di riferimento prima della votazione del 3 marzo. Gli istituti specializzati in queste istantanee dell’opinione pubblica non pubblicano infatti sondaggi nei dieci giorni che precedono lo scrutinio.

“Se doveste votare domenica, sareste piuttosto favorevoli o contrari all’adesione della Svizzera all’ONU?” È questa la domanda posta fra il 13 e il 16 febbraio dall’Istituto MIS-Trend di Losanna a 1033 cittadini della Svizzera romanda e tedesca.

Un sì ancora più fragile

L’ultima istantanea della campagna fissa dunque le posizioni su 54,2% di favorevoli all’adesione, 31,1% di oppositori e 13,4% di indecisi. Soltanto l’1,3% non si pronuncia sulla votazione. Paragonate alle percentuali di dicembre e gennaio, queste cifre indicano che il sì cede tre punti ai no e agli indecisi.

Anche se si tien conto di un margine di errore del 3%, bisogna ammettere la fragilità del sì. L’adesione passerà soltanto se, accanto alla maggioranza del popolo, otterrà pure quella dei cantoni: a questo punto, nessuno può predire con un minimo di affidabilità l’esito finale dello scrutinio.

Nei dettagli, il sondaggio conferma quanto già si sapeva: i romandi (61%) sono più favorevoli all’adesione degli svizzeri tedeschi (52%). La principale ragione degli oppositori è legata alla paura di perdere la neutralità.

Le donne più scettiche

Questo ultimo sondaggio evidenzia anche uno sbriciolamento del sì femminile. L’argomento è quello dei costi: l’adesione costerà troppo rispetto all’utile che potrà trarne il paese.

Ricordiamo che un altro sondaggio, realizzato dall’Istituto GfS durante lo stesso periodo su incarico della TV svizzero tedesca dava circa la stessa percentuale di consensi, ma in progressione costante da dicembre. Il no era invece stabile al 37%. I due sondaggi non sono però paragonabili, perché i metodi scelti per le interviste sono diversi.

Restano dieci giorni di campagna durante i quali avversari e partigiani dell’adesione continueranno ad alimentare le rubriche della posta dei lettori e le pagine di annunci pubblicitari nei quotidiani.

Bernard Weissbrodt

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