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Partito popolare democratico

Il Partito popolare democratico

Christophe Darbellay, consigliere nazionale e presidente del Partito popolare democratico (PPD).

swissinfo: Il suo partito che cosa offre agli svizzeri e alle svizzere all’estero?

C.D.: Il PPD avrebbe voluto avere degli svizzeri all’estero sulle proprie liste. Ma, per ora, invano.

Sappiamo che questa altra Svizzera rappresenta quasi il 10% della popolazione. Per meglio integrare gli svizzeri residenti all’estero alla vita politica ed essere all’ascolto delle loro preoccupazioni, apriamo le porte del nostro partito.

swissinfo: Come si attivano i democristiani nei confronti degli svizzeri all’estero?

C.D.: Abbiamo delle strette relazioni con l’Organizzazione degli svizzeri all’estero, anche grazie e attraverso il senatore Filippo Lombardi e la deputata Thérèse Meyer-Kaelin.

In occasione del congresso degli svizzeri all’estero a Lilla, il deputato Luc Barthassat era presente sul posto. Sappiamo che è la Francia ad accogliere il maggior numero di svizzeri all’estero. In maniera generale posso dire che siamo molto attivi su questo fronte.

swissinfo: Che importanza hanno svizzeri e svizzere all’estero come elettori?

C.D.: Difficile da dire, non ho delle statistiche. Simbolicamente sono molto importanti perché sappiamo che la diaspora è molto legata al paese d’origine.

Poiché il numero degli svizzeri all’estero nelle liste elettorali non ha smesso di aumentare, parto dal principio che siano interessati al futuro della Svizzera. Nel gioco politico bisogna dunque tenerne conto e, se possibile, integrarli.

swissinfo: Gli svizzeri all’estero per votare devono essere iscritti nei comuni di attinenza o di domicilio. Il suo partito come si pone di fronte all’idea di creare un cantone virtuale con propri rappresentanti in Parlamento che rappresenti i 600 mila svizzeri all’estero?

C.D.: Mi pare un’idea interessante, ma poco realista viste le istituzioni svizzere e la difficoltà riscontrata nel cambiare i meccanismi di funzionamento, che sono comunque importanti.

Personalmente sarei piuttosto più propenso ad integrare gli svizzeri all’estero nei partiti politici. Si potrebbe essere più flessibili sulla questione dell’ultimo comune di domicilio. Ma, al di là di questo, non vedo come si possa creare un 27esimo cantone.

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swissinfo: Il suo partito che immagine intende dare della Svizzera all’estero?

C.D.: Quella di un paese dinamico, innovativo. L’immagine di un paese che non ha paura, che ha fiducia nei propri mezzi, che non è arroccato sulle proprie posizioni, ma è aperto agli altri.

La Svizzera vive essenzialmente degli scambi con l’estero. E’ pertanto necessario aprirci per rafforzare i nostri legami con i paesi del mondo.

Intervista swissinfo, Carole Wälti
(traduzione e adattamento dal francese Françoise Gehring)

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