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Più tasse per i funzionari impiegati all’estero

Le nuove norme riguardano anche il personale attivo nelle ambasciate svizzere nel mondo - nella foto quella di Roma Keystone

L'introduzione di un nuovo certificato di salario nel canton Berna avrà conseguenze spiacevoli per i dipendenti della Confederazione che lavorano all'estero.

Essi dovranno d’ora in poi dichiarare al fisco tutta un serie di prestazioni annesse al salario finora esentate. Conseguenza: il loro carico fiscale potrà raddoppiare o addirittura triplicare.

La notizia è stata pubblicata sabato dal quotidiano “Berner Zeitung” ed è stata confermata dalla portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) Carine Carey.

Presso il solo DFAE sono circa 900 i funzionari attivi oltre frontiera che, a causa delle nuove regole introdotte dal canton Berna, responsabile dell’imposizione dei dipendenti federali all’estero, si vedranno confrontati ad esazioni fiscali ben più cospicue rispetto al passato.

“Al momento stiamo valutando diverse varianti per capire in che misura le regole riguardanti il trattamento fiscale di queste indennità potranno essere ottimizzate”, ha aggiunto Carey.

La portavoce ha al contrario rifiutato di commentare l’idea secondo la quale, finora, i collaboratori federali all’estero avessero beneficiato di un trattamento privilegiato sul piano fiscale.

Maggiori imposizioni

Le prestazioni finora escluse dal certificato di salario sono quelle versate ai collaboratori del DFAE e della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC): l’ammontare di tali indennizzi dipende dal luogo di impiego, dalle condizioni di lavoro e dalla situazione famigliare, ha precisato la portavoce.

I collaboratori impiegati in Medio Oriente ricevono per esempio un premio legato al rischio, ha spiegato Carey.

D’ora in avanti questi contributi non saranno più considerati esenti fiscalmente e, anzi, andranno ad aumentare il salario imponibile dei funzionari.

Dovranno essere dichiarati al fisco anche gli aiuti finanziari che gli impiegati ricevono se, per scolarizzare i figli all’estero, devono pagare di più rispetto alla Svizzera. Tassato pure il finanziamento versato dalla Confederazione ai propri collaboratori per un viaggio di ritorno annuale in patria.

swissinfo e agenzie

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In linea generale, quando un contribuente abbandona definitivamente la Svizzera cessa pure il suo obbligo di pagare le imposte nella Confederazione. Infatti, chi lavora e risiede all’estero deve pagare le imposte direttamente sul posto.

Per i dipendenti dell’amministrazione federale impiegati all’estero valgono invece regole diverse. L’esenzione riguarda soltanto le imposte cantonali e quelle comunali. Resta invece in vigore l’assoggettamento all’imposta federale diretta.

In modo da compensare questo vantaggio fiscale rispetto agli svizzeri che vivono in patria, dal salario dei funzionari all’estero viene dedotto un ulteriore importo forfait.

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