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Pilatus resiste alle turbolenze

Il costruttore elvetico di velivoli con sede a Stans, nel canton Nidvaldo, ha chiuso il 2009 con un fatturato in calo. In crescita invece l'utile operativo.

Nel rapporto d’esercizio pubblicato mercoledì, Pilatus parla di un «anno difficile», ma anche «costellato di successi». Le vendite sono scese dai 661 milioni di franchi del 2008 a 620 milioni, mentre l’utile operativo è cresciuto da 55 a 78 milioni.

Gli aerei consegnati ai clienti sono stati 105 (nove in meno rispetto al 2008); le nuove commesse sono scese da 988 a 433 milioni e il volume degli ordinativi in portafoglio si è contratto da 1,2 a 1,0 miliardi di franchi.

Malgrado la crisi finanziaria ed economica, si legge in un comunicato, il 2009 è stato un anno di nuovi record. Pilatus ha ad esempio venduto 100 velivoli modello PC-12 e ha registrato l’ordinazione singola più grande della sua storia (gli Emirati Arabi Uniti hanno ordinato 25 velivoli per 500 milioni di franchi).

L’immagine dell’unico costruttore svizzero di velivoli è stata in passato offuscata da vicende in cui apparecchi Pilatus, dopo la fornitura, sono stati armati e utilizzati per scopi militari. Il caso più recente salito alla ribalta delle cronache è quello del febbraio 2008 nel Ciad, quando un PC-9 è stato trasformato in un aereo da combattimento dal quale sono state sganciate bombe sul Darfur.

Nel novembre 2009 il popolo svizzero ha respinto l’iniziativa che chiedeva di vietare le esportazioni di materiale bellico. Prima del voto, Pilatus aveva avvertito che un “sì” all’iniziativa avrebbe avuto gravi conseguenze sull’azienda.

swissinfo.ch e agenzie

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