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Poche opposizioni al servizio di guardia con l’arma carica

Le nuove prescrizioni sul servizio di guardia erano già in vigore durante l'ultimo WEF di Davos Keystone

Malgrado le polemiche il servizio di guardia dell'esercito con il colpo in canna non suscita quasi nessuna opposizione da parte dei comuni.

Da un’inchiesta risulta che solo alcuni di essi hanno fatto sapere che non permetteranno la messa in atto di questa misura sul loro territorio.

I comuni di Frauenfeld e di Baar (canton Zugo), di Biberist (Soletta), di Liestal (Basilea Campagna) e di Rothenburg (Lucerna) non permetteranno ai soldati che montano la guardia davanti a siti degni di protezione – come per esempio depositi di munizioni o caserme – di farlo con le armi cariche.

È quanto risulta da un’inchiesta effettuata dall’Agenzia telegrafica svizzera (ATS) e pubblicata mercoledì. Dal canto loro, i comuni di Huttwil (Berna) e di Affoltern am Albis (Zurigo) avevano già annunciato nel mese di gennaio la loro opposizione alla nuova direttiva adottata dal ministro della difesa Samuel Schmid ed entrata in vigore all’inizio dell’anno.

Le preoccupazioni di Affoltern am Albis non sono infondate: nell’aprile del 1988 una donna di 30 anni era stata gravemente ferita da un proiettile partito da un fucile di una recluta che manipolava la sua arma durante la guardia. Inoltre, le autorità comunali hanno sottolineato che gli acquartieramenti militari si trovano nel centro del villaggio, vicino alle abitazioni.

Colpo in canna e Euro 2008

Anche alcuni cantoni, in particolare quelli che si apprestano ad accogliere le partite dell’Euro 2008, hanno annunciato che non adotteranno le prescrizioni decise da Samuel Schmid.

“Non abbiamo l’intenzione di permettere la guardia con il colpo in canna nelle strade di Ginevra”, ha indicato il presidente del governo cantonale Laurent Moutinot.

Il cantone, spiega il consigliere di Stato socialista, è particolarmente sensibile alla problematica delle armi cariche sin dai tragici eventi del 9 novembre del 1932, quando l’esercito aveva aperto il fuoco contro la folla per disperdere i manifestanti anti-fascisti. In quell’occasione morirono 13 persone e altre 65 rimasero ferite.

Il divieto rimarrà in vigore anche durante i Campionati europei di calcio, precisa il governo cantonale, aggiungendo che i soldati saranno destinati a compiti di logistica e alla sorveglianza dell’aeroporto.

Oltre a quello di Ginevra, anche il consiglio di Stato bernese si è opposto ai soldati con armi cariche durante l’evento sportivo del prossimo mese di giugno.

Poche opposizioni

A parte questi casi isolati, le diverse autorità militari contattate dall’ATS nei cantoni garantiscono di non avere dovuto affrontare nessuna resistenza da parte dei comuni alla nuova direttiva.

A Neuchâtel tuttavia, lo scorso 30 gennaio il Gran Consiglio ha approvato una mozione nella quale si chiede di vietare il servizio di guardia con l’arma carica. Il governo cantonale non si è ancora pronunciato in merito, precisa Claude Gaberel, capo del servizio di sicurezza civile e militare. Altre richieste simili sono state presentate al Gran consiglio zurighese e nei comuni bernesi di Thun e di Langenthal.

Le nuove prescrizioni sul servizio di guardia, entrate in vigore all’inizio dell’anno, prevedono che la sorveglianza di siti degni di protezione si svolgerà d’ora in poi con l’arma carica.

Nelle intenzioni, questa nuova procedura dovrebbe aumentare la sicurezza dei soldati. Con il vecchio sistema, il soldato doveva in caso di aggressione effettuare il movimento di carica e levare la sicura prima di potere sparare. Ormai non dovrà far altro che togliere la sicura, guadagnando così un tempo prezioso che potrebbe salvargli la vita, ritiene l’esercito.

swissinfo e agenzie

Il dibattito sul colpo in canna avviene in momento in cui già regna un clima piuttosto critico verso le armi militari.

Negli ultimi anni sono stati numerosi i fatti di sangue in cui hanno avuto un ruolo le armi di servizio. L’ultimo caso risale al novembre scorso. A Zurigo un soldato ha ucciso senza ragione una giovane donna con il suo fucile d’assalto.

Le armi dell’esercito causano circa 300 morti ogni anno, tra omicidi e suicidi. Di fronte a questa situazione, molte voci si sono levate per chiedere che i soldati non custodiscano più le loro armi – o perlomeno le loro munizioni – a casa.

Il nuovo capo dell’esercito Roland Nef ha dichiarato che «le armi non devono restare ad ogni costo a casa».

Dal prossimo mese di maggio i soldati di guardia potranno utilizzare altri mezzi coercitivi, come gli spray irritanti.

Questi spray sono considerati al contempo un mezzo di difesa per il soldato e un’alternativa all’uso delle armi, ha indicato il portavoce dell’esercito Felix Endrich.

Anche la coercizione fisica è prevista dalle nuove direttive.

Le prescrizioni sottolineano che il sommo principio del servizio di guardia rimane la proporzionalità.

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