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Poco costoso, eppure efficiente

Per la Svizzera, lo studio ha considerato il solo Consiglio nazionale Keystone

Tra tutti i parlamenti dei paesi dell'Ocse, quello svizzero è il meno costoso, oltre ad essere uno dei meno professionalizzati.

In uno studio pubblicato venerdì, risulta comunque che l’attuale sistema semi-professionale non sia meno efficiente rispetto ad altri paesi.

“Paragonata ad altri paesi, la Svizzera possiede il parlamento meno costoso”, indica a swissinfo Ruth Lüthi, rappresentante della Commissione delle istituzioni politiche.

È questo uno dei dati che emerge da uno studio comparativo realizzato dall’Università di Berna, su incarico dei Servizi del Parlamento e pubblicato venerdì.

L’indagine, che si prefigge di portare nuovi elementi al dibattito attorno alla professionalizzazione dell’Assemblea federale, è stata condotta sui parlamenti (Consiglio Nazionale) di 20 paesi dell’Organizzazione della cooperazione e dello sviluppo economico (Ocse), ovvero l’Europa occidentale, gli Stati Uniti, il Canada, la Nuova Zelanda e l’Australia.

La conclusione più significativa dello studio è che una professionalizzazione avrebbe la conseguenza di aumentare i costi e di allungare la durata d’attività dei deputati.

Stati Uniti in testa

Il grado di professionalità dei venti parlamenti è stato stabilito per mezzo di un indice che prende quale elemento di confronto gli Stati Uniti.

Per la Svizzera, l’inchiesta si riferisce al periodo elettorale 1999-2003 e tiene conto del lavoro dei deputati del Consiglio nazionale, la camera bassa del Parlamento.

Senza sorpresa, le Camere federali sono le meno professionalizzate e precedono di poco il parlamento spagnolo.

Il massimo grado di professionalizzazione spetta agli Stati Uniti, seguiti da Canada e Francia.

Una buona “via di mezzo”

I pareri dei partiti sul sistema semi-professionale attuale, sul quale il popolo si è espresso a più riprese in passato, sono contrastanti.

Da una parte l’Unione democratica di centro, che lo vede di buon occhio in quanto consente ai deputati una solida presenza nel mondo del lavoro.

Dall’altra i socialisti, per i quali la professionalizzazione è una questione di serietà e di riconoscimento dell’attività politica.

Secondo la consigliera nazionale liberale Laura Sadis, il sistema presenta invece vantaggi e svantaggi: “La milizia crea dei problemi dal punto di vista del tempo e della profondità delle riflessioni che si possono dedicare ai temi dibattuti”.

“In caso di non rielezione però, il deputato ha la possibilità di rilanciarsi in altri ambiti, ciò che è positivo”, aggiunge Sadis.

La consigliera nazionale si dice comunque soddisfatta della situazione attuale, visto che “consente di abbinare, allo stesso tempo, la vita professionale e quella concreta di tutti i giorni”.

Il meno costoso

Lo studio evidenzia come gli eletti elvetici siano quelli che ricevono le indennità più basse.

Una retribuzione che Ruth Lüthi giudica ad ogni modo soddisfacente, sebbene i parlamentari dovrebbero essere maggiormente aiutati nel loro lavoro, rinforzando le risorse materiali ed umane a loro disposizione.

“I deputati svizzeri sono pagati abbastanza bene. Purtroppo, a differenza di altri paesi, non godono del supporto necessario”.

In termini di costi globali di funzionamento dell’istituzione, il Parlamento svizzero è nettamente il meno caro di tutti.

Forte partecipazione del popolo

I parlamentari svizzeri chiudono la graduatoria per quanto riguarda il tempo che dedicano all’esercizio del loro mandato.

Comparativamente, il lavoro in commissione richiede loro molta più energia rispetto alle sessioni. È nel Lussemburgo e nel Belgio che i dibattiti sono meno impegnativi.

Questi risultati sono la prova che l’efficacia non è solo un fatto di mezzi finanziari. La produzione legislativa nel suo insieme non sembra essere influenzata dal grado di professionalizzazione.

In altre parole, i deputati svizzeri non esaminano e votano meno progetti di legge dei loro colleghi stranieri, ma avanzano un numero relativamente limitato di proposte.

La ragione di questo apparente paradosso trova spiegazione nella democrazia diretta, che concede al popolo elvetico la possibilità di proporre delle modifiche della costituzione.

Ogni anno, sono circa una mezza dozzina le nuove iniziative popolari che sono lanciate, esaminate o votate.

Piuttosto anziani e poche donne

Una maggiore professionalizzazione potrebbe avere un impatto sull’età media dei deputati.

Dovrebbe infatti rafforzare la tendenza ad avere rappresentanti piuttosto anziani, a scapito dei giovani. La durata dell’attività parlamentare rischierebbe così di allungarsi ed il numero di nuovi eletti di ridursi.

Per quel che riguarda le donne, lo studio mostra che il “gentil sesso” è meno rappresentato a Berna che in altri paesi.

“Questo non è però in relazione al sistema di milizia, ma dipende piuttosto dalla cultura”, osserva Ruth Lüthy.

swissinfo e agenzie

I Servizi del Parlamento sono a disposizione delle due Camere e dei loro organi per pianificare ed organizzare le sessioni e le sedute delle commissioni, sbrigare i lavori di segreteria e procurare e archiviare i documenti.

Forniscono inoltre una consulenza ai parlamentari su questioni materiali e procedurali.

80’000 franchi l’anno il salario medio dei deputati svizzeri.
260’000 franchi in Italia.
130’000 in Germania.

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