Prospettive svizzere in 10 lingue

Asilo: un’insicurezza che pesa

Dalle urne scaturisce la necessità di rivedere la problematica dell'asilo. Keystone

L'UDC è riuscita con l'iniziativa sull'asilo a far presa sulle paure della popolazione.

I politici dovranno ora tener conto di coloro che vogliono una politica d’asilo più restrittiva: un’opinione condivisa dagli esperti interpellati da swissinfo.

Solo una timida maggioranza del 50,8% ha seguito le raccomandazioni del governo e ha respinto l’iniziativa dell’UDC sull’asilo. Un chiaro segno del malessere che regna nella popolazione e un invito a prendere sul serio le preoccupazioni e le paure della metà dei cittadini elvetici.

Il giorno dopo, esperti, partiti, organizzazioni umanitarie cercano di spiegare e di capire il responso delle urne. Uli Windisch, professore di sociologia all’Università di Ginevra, ribadisce che “non si può continuare a dire che la gente è emotiva. Bisogna ascoltare i cittadini, che reagiscono a situazioni quotidiane”. Un primo, importante dato di fatto. Ma non vanno dimenticati altri elementi che possono aver influito sui cittadini.

Le colpe dei partiti

La sinistra, ad esempio, “ha sempre chiuso gli occhi davanti alla realtà e non è stata sufficientemente chiara nei suoi argomenti. Nel suo programma politico non affronta nemmeno la problematica dei rifugiati”, dichiara Alexandre Mariéthoz, presidente della Lega internazionale contro il razzismo e l’antisemitismo (LICRA).

“La sinistra è imbarazzata di fronte ad iniziative di questo tipo”, gli fa eco Julian Hottinger, ricercatore all’Istituto sul federalismo dell’Università di Friburgo.

Anche gli altri due partiti hanno commesso errori. “Sono deluso dall’atteggiamento dei partiti radicale e democristiano che non hanno osato affrontare l’UDC sul terreno dell’asilo”, dice Mariéthoz. “Nel canton Lucerna, ad esempio, nei dibattiti sul tema raramente si trovavano interlocutori in grado di controbattere all’Unione democratica di centro”.

L’avvocato Peter Frei, da 20 anni attivo nel campo dell’asilo, accusa le istanze politiche di aver spesso confuso i termini migrazione e asilo politico: “I motivi non sono gli stessi, ma oggi le persone che sono costrette a lasciare la propria patria vengono trattate come tutti gli altri migranti.

Le paure dei cittadini

Il voto di domenica è stato anche dettato dalla paura, ritiene Rudolf Erzer, insegnante e ideatore di Intralik, piattaforma nazionale di dialogo interetnico a Soletta: “Le persone più semplici sono confrontate in modo più diretto con il problema dei rifugiati e questa prossimità alimenta il rifiuto”, dichiara Erzer.

I giovani sembrano inoltre più “razzisti” degli anziani. “Tutti i colleghi, i presidi o comunque coloro che hanno a che fare con i giovani parlano del rifiuto massiccio di tutto ciò che è straniero”.

Richard Helbling, segretario generale della Fondazione Educazione e Sviluppo motiva il no risicato con il fatto che un problema come l’asilo convoglia su di sé tutte le paure e le insicurezze della gente, i timori di non riuscire a venire a capo di problemi complessi, la paura della diversità, anche se si tratta di realtà che nulla hanno a che vedere con la problematica dell’asilo.

L’importanza della scuola

“In questi frangenti è facile lasciarsi tentare da soluzioni semplicistiche”, sottolinea Richard Helbling. “Noi della Fondazione Educazione e Sviluppo riteniamo invece che più si sa su un argomento, più si è in grado di affrontarlo in modo differenziato.

La scuola, che coinvolge tutte le fasce della popolazione, si presta bene per insegnare a convivere con un problema come quello dell’asilo, ad afferrarne la complessità e ad affrontarne i conflitti”.

Che fare?

La politica ha dunque fallito. Secondo l’avvocato Frei la necessità che la Svizzera aderisca agli accordi di Schengen e Dublino, come preconizzato dalla ministra di giustizia, Ruth Metzler e dal responsabile dell’Aiuto svizzero ai rifugiati, per evitare che la Confederazione diventi “un’isola dell’asilo”, non è una soluzione.

“Bisogna ridurre il tempo d’attesa per i richiedenti l’asilo, nel limite dei principi dello Stato di diritto”, ribadisce Frei. “Oggi queste persone devono aspettare due, tre anni prima di ottenere una risposta vincolante”.

Le autorità sono invece chiamate ad intervenire in modo capillare per aiutare le parti a capirsi meglio. “Colpisce il fatto che l’iniziativa è stata respinta soprattutto dai cantoni con una partecipazione particolarmente alta di stranieri”, sottolinea Alexandre Mariéthoz. Segno che la mediazione e il dialogo avvicinano le culture.

Elena Altenburger, swissinfo

Dallo scrutinio di domenica sull’iniziativa sull’asilo è emersa la necessità di rivedere non solo le leggi ma tutto l’approccio alla questione, compresi i rapporti umani e sociali con gli stranieri e i richiedenti l’asilo.

Laddove le autorità si sono impegnate in favore del dialogo fra le due parti, l’iniziativa è stata respinta. Ora la problematica degli abusi deve essere affrontata e risolta in modo soddisfacente.

I cittadini svizzeri sono stati chiamati ad esprimersi sull’inasprimento delle leggi sull’asilo;
Su un totale di 2.2 milioni di voti, la differenza tra favorevoli e contrari è stata di 3’422 voti;
La decisione più risicata dal 1891;
Ha partecipato il 47% degli aventi diritto.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR