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Bilancio positivo per la sessione in Ticino, ma il Parlamento non intende diventare itinerante

Parlamentari e popolazione insieme giovedì per una risottata a Lugano in Piazza Riforma per la fine della sessione Keystone

Dopo la risottata di giovedì, si è conclusa venerdì con una serie di votazioni finali la storica sessione del Parlamento a sud delle Alpi. Il primo bilancio sembra essere piuttosto positivo: i parlamentari hanno scoperto aspetti ancora poco noti del Ticino e i ticinesi hanno potuto vedere da vicino la realtà politica nazionale. Non sono però mancate le critiche, anche severe, e una nuova sessione "extra muros" non è per i prossimi anni.

Lo scopo di far conoscere i diversi aspetti che compongono la realtà del canton Ticino sembra essere stato raggiunto. Le attività organizzate dal cantone, in collaborazione con i servizi del Parlamento, sono state abbastanza ben frequentate, se si esclude l’escursione per visitare il cantiere della galleria ferroviaria di base del San Gottardo, a Bodio, dove erano presenti soltanto due dei 31 parlamentari iscritti. La spiegazione si trova probabilmente nel fatto che le importanti somme per il cantiere del secolo sono state stanziate, che i lavori procedono secondo il programma e che diversi parlamentari hanno già visitato uno dei cantieri in passato.

Le altre escursioni previste soprattutto durante i tre mercoledì pomeriggio hanno permesso a parlamentari e giornalisti di toccare con mano aspetti dell’economia, della finanza, della cultura e della socialità che contraddistinguono il Ticino. I vari messaggi sembrano essere stati ben recepiti.

Secondo il senatore ticinese Dick Marty, che è all’origine di questa trasferta, “il Ticino non avrebbe mai potuto pagarsi una pubblicità così capillare su praticamente tutti i media della Svizzera.” Durante le settimane che hanno preceduto la sessione e durante la sessione stessa, numerosissimi articoli, spesso pagine intere, sono infatti apparsi in giornali e riviste di tutto il paese.

I parlamentari hanno anche potuto constatare quanto il Ticino sia distante geograficamente dal resto della Svizzera. La presidente del Senato, la ginevrina Françoise Saudan, ha voluto rendersi conto di persona di questa distanza e ha deciso di recarsi in Ticino con il treno: anche passando da Milano ci vogliono ben sei ore per collegare Ginevra con Lugano. Una ragione in più in favore della galleria di base del Gottardo.

Critiche sono giunte soprattutto della destra di Zurigo. Per i capofila dell’UDC, Uli Maurer e Christoph Blocher, l’attivismo che ha contraddistinto la sessione ticinese ha piuttosto ostacolato i contatti, invece di favorirli. Blocher non ha apprezzato “tutte queste storie”. Per lui, la sessione si sarebbe potuta svolgere senza problemi a Berna.

Queste critiche sono però state respinte dal Presidente della Confederazione Moritz Leuenberger, che le ha qualificate di calcoli da bottegai. “La politica, ha detto, non deve avere come riferimento il cash flow, ma garantire l’equilibrio sociale.” Egli ritiene che la sessione abbia raggiunto il suo scopo perché ha consentito contatti diretti e intensi fra la Berna federale e la popolazione ticinese. I dibattiti sono stati seguiti da 5000 persone, mentre a Berna la media si aggira sulle 3000-3500 persone.

Alcuni momenti culminanti dei dibattiti sono stati l’eliminazione delle ultime divergenze fra le due camere sulla legge che regola l’aborto, la discussione sul genocidio armeno, dove la Turchia non è stata condannata per pochi voti, il dibattito sugli alti salari dei dirigenti delle ferrovie e sulla soppressione degli uffici postali nei piccoli villaggi, la bocciatura a sorpresa agli Stati del compromesso sulla nuova legge sul cinema o ancora l’obbligo fatto ai cantoni di insegnare una lingua nazionale prima dell’inglese.

Della sessione hanno chiaramente approfittato gli albergatori e i ristoranti della regione di Lugano. Gli hotel hanno registrato 7-8000 pernottamenti supplementari e taluni ristoratori hanno avuto un aumento della cifra d’affari del 20%.

Non sembra però che l’esperienza possa essere ripetuta in un futuro immediato. I contatti presi da rappresentanti del Cantone dei Grigioni per organizzare una sessione in terra romancia non sembrano avere suscitato l’entusiasmo degli organizzatori. Dopo Ginevra, nel 1993, e quest’anno il Ticino, molti parlamentari ritengono che per una prossima sessione “extra muros” nella quarta Svizzera bisognerà aspettare almeno una decina d’anni.

Mariano Masserini, Lugano

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