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Blocher e Merz: 100 giorni di calma relativa

Christoph Blocher (per una volta, a sinistra) e Hans-Rudolf Merz: 100 giorni dedicati soprattutto a studiare i loro complessi dossier Keystone

Eletti in governo con grande clamore, i due rappresentanti della destra economica Christoph Blocher e Hans-Rudolf Merz non hanno imposto finora un nuovo indirizzo politico.

Nei primi 100 giorni, sono mancati perfino gli scontri e le provocazioni. Ma la battaglia sembra appena cominciata.

Si aspettavano botti e scintille dal nuovo e inedito Consiglio federale eletto il 10 dicembre scorso dal Parlamento.

La tradizionale formula magica, ossia la ripartizione dei seggi tra i 4 quattro partiti di governo, veniva modificata per la prima volta dopo quasi mezzo secolo.

E, al posto di due rappresentanti del centro moderato, nell’esecutivo entravano due esponenti della destra più muscolosa: Christoph Blocher, figura di spicco dell’Unione democratica di centro (UDC), e Hans-Rudolf Merz, rappresentante del Partito liberale radicale (PLR).

Secondo la sinistra, vi erano da attendersi pesanti attacchi al sistema sociale e una crisi della concordanza governativa. A detta della destra, si preannunciava invece una svolta importante per rilanciare l’economia e alleggerire il fardello dello Stato.

E, da una parte come dall’altra, dopo la rottura degli storici equilibri si prevedevano dibattiti ai ferri corti già dalle prime riunioni di gabinetto.

Poca carne al fuoco

100 giorni dopo, la situazione rimane alquanto calma e i commentatori stentano ad intravedere i primi segnali di una nuova politica.

Certo, Blocher e Merz appaiono ancora più ossessionati dei loro predecessori dalla volontà di ridurre la spesa pubblica. Ma già l’anno scorso governo e parlamento avevano concordato il più drastico piano di risparmi della storia svizzera: 3,5 miliardi di franchi.

Interrogato da swissinfo sui cambiamenti avvenuti in Consiglio federale dal 1° gennaio, lo stesso presidente dell’UDC Ueli Maurer può soltanto dire che “si sente un’atmosfera di rinnovamento, un vento fresco”.

In mancanza di grandi decisioni o iniziative da analizzare, dai bilanci della stampa traspare una certa perplessità, anche perché i due novizi hanno prestato molto poco il fianco alle polemiche e agli attacchi.

I media hanno avuto finora ben poca carne da mettere sotto i denti e devono accontentarsi di ruminare soprattutto sullo stile e le dichiarazioni dei due nuovi consiglieri federali.

Merz sotto pressione

Merz si è lasciato sfuggire all’inizio alcuni commenti molto personali, che hanno sollevato un po’ di polvere.

“Si è fatto passare per un chiacchierone. Ha dovuto correggersi e smentire. Ma nel frattempo è diventato più prudente“, afferma la Basler Zeitung.

Ma il suo stile franco, amichevole e aperto è stato apprezzato dalla stampa. E, secondo la stampa, anche dai suoi collaboratori e perfino dalla sinistra.

Merz non potrà rimanere a lungo “gentile”, prevede comunque la Berner Zeitung. Il programma di risparmi, che dovrà presentare in estate, “farà molte vittime: cantoni, pensionati, personale federale, contadini e beneficiari di sovvenzioni in generale”.

Ma a mettere sotto pressione il nuovo ministro delle finanze non sono solo i suoi avversari poltici, osserva la Neue Zürcher Zeitung. Vi sono anche “coloro che lo hanno eletto e vogliono veder realizzati in fretta i loro desideri: meno imposte e meno Stato”.

E, già ora, l’uomo chiamato a risanare le casse federali deve affrontare una battaglia che sembra già persa: convincere il popolo ad accettare in maggio un pacchetto fiscale che farà perdere 4 miliardi di franchi alle finanze pubbliche

Il riserbo di Blocher

Da parte sua, Christoph Blocher è riuscito finora a convincere i suoi colleghi a togliere l’obbiettivo dell’ingresso nell’UE dall’attuale piano di legislatura. Non ha potuto ottenere invece il ritiro della domanda di adesione inoltrata a Bruxelles.

Ma il tribuno dell’UDC si è fatto notare soprattutto per il suo non abituale riserbo. La stampa, che gli aveva rimproverato per anni le sue provocazioni verbali, sembra ora quasi irritata dai suoi silenzi che sollevano le ipotesi più diverse.

“Blocher si trova in stand-by. Sta facendo conoscenza con il suo dipartimento”, ritiene la Tribune de Genève. “Ma evidentemente non si trova a suo agio nei nuovi abiti governativi. Non si passa in due mesi da capo dell’opposizione a promotore della collegialità di governo”.

Per 24 heures, il nuovo ministro di giustizia e polizia “sta realizzando lentamente che la sua ex-azienda EMS Chemie e lo Stato sono due organismi diversi”.

“Blocher ha preso sul serio il suo ruolo di membro del governo”, afferma il settimanale Facts. “Ma dopo 100 giorni risulta già chiaro che il suo potere decisionale e il suo margine di manovra sono limitati”.

I caricaturisti si mordono le unghie

L’atteggiamento serio e diligente assunto da Merz e da Blocher non è apprezzato invece dai caricaturisti. I due ministri non sono stati finora delle grandi fonti di ispirazione.

“Si possono soltano rimpiangere i tempi in cui Blocher era all’opposizione”, dichiara Chapatte del quotidiano Le Temps, aspettando impaziente le prime contraddizioni, i primi sbagli del nuovo ministro.

Per Bürki, di 24 heures, questa tranquillità è soltanto l’inizio della tempesta. “Finora Merz e Blocher erano occupati a fare piccoli risparmi nei loro uffici. Ma ora che si sono ben stabiliti, avanzeranno sicuramente come un rullo compressore”.

E in una recente vignetta del caricaturista, Blocher e Merz sono ritratti alla guida di un rullo compressore. Invece dei 100 giorni, i due nuovi ministri stanno superando i 100 chilometri all’ora. E davanti a loro, una donna e due bambini, probabili vittime dei tagli sociali, cercano disperatamente di fuggire.

swissinfo, Armando Mombelli

Dal 1° gennaio, Christoph Blocher (Unione democratica di centro) è alla guida del Dipartimento di giustizia e polizia.
Hans-Rudolf Merz (Partito liberale radicale) dirige invece dall’inizio dell’anno il Dipartimento delle finanze.

Il 10 dicembre scorso, con l’elezione di Christoph Blocher al posto di Ruth Metzler (Partito popolare democratico), il Parlamento svizzero ha modificato la tradizionale ripartizione dei seggi di governo, in vigore dal 1959.

Dal 2004, il Consiglio federale è composto di:

2 rappresentanti dell’Unione democratica di centro (Christoph Blocher e Samuel Schmid),

2 del Partito socialista (Micheline Calmy-Rey e Moritz Leuenberger),

2 del Partito liberale radicale (Hans-Rudolf Merz e Pascal Couchepin),

1 del Partito popolare democratico (Joseph Deiss).

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