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Calmy-Rey in Africa occidentale

Il Pil pro capite in Nigeria è circa il doppio di quello in Mali, ma la ricchezza è distribuita in modo estremamente iniquo Keystone

La ministra svizzera degli esteri Micheline Calmy-Rey ha iniziato il suo viaggio dalla Nigeria, paese definito «un attore chiave nella regione». La consigliera federale ha annunciato l'avvenuta restituzione di tutti i fondi depositati in Svizzera dall'ex dittatore Abacha.

Il viaggio della consigliera federale «rispecchia l’interesse della Svizzera nei confronti dell’Africa», evidenzia il Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae). Dopo la Nigeria, Micheline Calmy-Rey visiterà anche il Mali e il Burkina Faso.

Ad Abuja, la ministra degli esteri elvetica ha comunicato giovedì il versamento dell’ultima parte dei fondi depositati in Svizzera dall’ex dittatore Sani Abacha. Alla Nigeria sono stati restituiti complessivamente 700 milioni di dollari.

«La Svizzera è stato l’unico paese a fornire la totalità dei soldi, e questo grazie all’eccellente cooperazione tra autorità elvetiche e nigeriane», ha affermato Micheline Calmy-Rey.

Berna considera d’altronde la Nigeria un partner di primaria importanza per la Confederazione. L’ex colonia britannica – che conta circa 140 milioni di abitanti – è infatti uno dei maggiori produttori internazionali di petrolio. Nel 2006, le importazioni elvetiche ammontavano a 1,05 miliardi di franchi, mentre dalla Svizzera sono stati esportati beni per 198 milioni circa, in particolare macchine e prodotti chimici.

Vari problemi

«Anche se il prodotto interno lordo pro capite della Nigeria è praticamente il doppio di quello del Burkina Faso e del Mali, il paese ha difficoltà ancora maggiori rispetto agli altri Stati della regione. Le ricchezze sono infatti distribuite in modo assai ineguale e la violenza è molto presente», rileva Katja Michaelowa, professoressa di economia politica all’Università di Zurigo.

Inoltre, la Nigeria è segnata dalle rivalità tra cristiani e musulmani, in un contesto caratterizzato inoltre dalla corruzione e da una strategia economica problematica.

«Nonostante le importanti esportazioni di petrolio – constata Michaelowa – il debito del paese è enorme. Ciò significa che i problemi di gestione sono moltissimi».

Collaborazione nell’ambito della migrazione

In occasione della sua visita ad Abuja, Micheline Calmy-Rey ha dichiarato al suo omologo Ojo Maduekwe che le relazioni economiche tra i due paesi – ritenute già positive – possono essere ulteriormente migliorate, segnatamente garantendo un contesto globale più stabile. In Nigeria sono presenti una cinquantina di aziende elvetiche, e gli investimenti diretti svizzeri ammontano a 205 milioni di dollari (circa 234 milioni di franchi).

La ministra degli esteri svizzera ha inoltre definito «eccellente» la cooperazione in materia d’asilo tra i due paesi.

In particolare, Micheline Calmy-Rey ha affermato che per affrontare in modo ancora più efficace il problema dei flussi migratori, tra Berna e Abuja saranno definiti nuovi ambiti di cooperazione.

Paesi prioritari

La consigliera federale ha proseguito il suo viaggio alla volta di Mali e Burkina Faso, entrambi paesi prioritari per la Direzione svizzera dello sviluppo e della cooperazione.

«Tra la Svizzera e questi Stati sussiste una relazione particolare, poiché oltre a figurare tra le nazioni più povere del continente africano, si tratta di zone francofone» rileva Katja Michaelowa.

Jean-Pierre Jacob – professore all’Istituto di studi sullo sviluppo di Ginevra – spiega che «oltre ai contributi finanziari, la Svizzera fornisce il suo aiuto nei settori dell’educazione, del sostegno all’economia locale e del buon governo».

In particolare, secondo Jacob, l’intervento elvetico in Africa occidentale è caratterizzato da un approccio che tiene conto delle specificità regionali, per esempio lanciando un progetto innovativo legato al bilinguismo in Burkina Faso.

Tra il 2009 e il 2011 la Confederazione prevede di versare al Burkina Faso aiuti per 24 milioni di franchi, volti a favorire una crescita economica duratura e sostenibile. Nel 2009, il Mali dovrebbe dal canto suo ricevere da Berna 11,25 milioni di franchi.

A Bamako, in Mali, Micheline Calmy-Rey intratterrà inoltre colloqui per tentare di accelerare la liberazione dei due turisti svizzeri rapiti nel mese di gennaio alla frontiera tra Mali e Niger. Il sequestro, inizialmente attribuito ai tuareg, è stato in seguito rivendicato dall’ala nordafricana di Al Qaida.

swissinfo, Isobel Leybold-Johnson
(traduzione e adattamento: Andrea Clementi)

La Svizzera ha ormai restituito alla Nigeria tutto il denaro che l’ex dittatore Sani Abacha aveva nascosto su conti bancari elvetici.

In marzo sono stati versati oltre sette milioni di dollari, ossia l’ultima fetta degli oltre 700 milioni che il clan Abacha aveva saccheggiato dalle casse dello Stato.

Abacha era salito al potere nel 1993. Secondo stime, fino alla sua morte cinque anni più tardi il dittatore e il suo clan hanno trafugato dal paese africano circa 2,2 miliardi di dollari, di cui oltre 700 milioni sono finiti in conti in Svizzera.

La maggior parte del denaro è già stato restituito tra il 2005 e il 2006.

Prodotto interno lordo pro capite:

Nigeria: 917 $

Burkina Faso: 416 $

Mali: 498 $

Svizzera: 50’250 $

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