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Christophe Darbellay è il nuovo presidente del PPD

Passaggio di testimone tra Doris Leuthard e Christophe Darbellay Keystone

Riuniti sabato ad Aadorf, nel canton Turgovia, i delegati del Partito popolare democratico hanno plebiscitato il consigliere nazionale vallesano, che ha raccolto 214 voti su 218.

Il PPD si è inoltre espresso a favore del “miliardo di coesione” in favore dei 10 nuovi membri dell’UE e della legge sull’armonizzazione degli assegni famigliari, in votazione il 26 novembre.

Il risultato non ha sorpreso nessuno: candidato unico, Christophe Darbelley è stato eletteo sabato alla presidenza del Partito popolare democratico, raccogliendo 214 voti sui 218 delegati presenti ad Aadorf, nel canton Turgovia.

Il vallesano, che padroneggia perfettamente il francese e il tedesco, aveva ricevuto il sostegno di tutte le sezioni cantonali, del comitato del partito, nonché della commissione del personale.

Da soli tre anni in Parlamento

Il vallesano succede a Doris Leuthard, eletta in Consiglio federale il 14 giugno scorso.

Darbelley siede nel Parlamento federale solo dal 2003 e con i suoi 35 anni è il più giovane presidente di un partito nazionale.

Il suo predecessore, Doris Leuthard appunto, aveva 41 anni quando fu eletta alla presidenza nel 2004. Per ritrovare capi di partito altrettanto giovani bisogna risalire al 1990, quando il 38enne Peter Bodenmann prese le redini del Partito socialista, o al 1984, quando Adolf Ogi fu eletto a 42 anni alla testa dell’Unione democratica di centro.

La giovane età di Darbellay non è un handicap, ha affermato il senatore Franz Wicki, presidente della commissione che si è occupata di trovare un candidato. Più dell’età, sono la sua personalità “giovane e dinamica” e le sue competenze che contano. Con lui il partito ritrova uno “spirito militante”.

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“Terza forza”

Il neoletto ha detto davanti ai delegati di voler continuare a difendere i valori cristiani, fondando l’azione del partito sulla politica famigliare, l’impiego e il futuro delle assicurazioni sociali, facendo proprio il credo “di una Svizzera liberale e sociale”.

Darbellay ha detto poi che si impegnerà affinché i popolari democratici ritrovino uno spirito militante e si prendano il tempo per dialogare nella ricerca di una visione comune. “E’ così che si vinceranno le elezioni cantonali e federali del 2007”, ha affermato il nuovo presidente, che vuole fare del PPD la “terza forza indiscutibile di cui il paese ha bisogno”.

Il compito di Darbellay non sarà comunque facile: da anni il PPD registra una continua erosione di voti, tradottasi nella perdita nel dicembre del 2003 di uno dei due seggi in governo.

L’elezione nel 2004 di Doris Leuthard alla presidenza ha dato uno slancio nuovo al PPD. Da allora, grazie in particolare al carisma della sua nuova presidente, il partito è riuscito a stabilizzare l’emorragia di consensi e in alcuni casi (ad esempio nel canton Zurigo) a progredire.

Due sì per il 26 novembre

Nel corso dell’assemblea di sabato, i delegati del PPD hanno pure preso posizione sui due oggetti che saranno sottoposti a votazione popolare il 26 novembre prossimo.

All’unanimità, i delegati hanno detto “sì” al cosiddetto “miliardo per la coesione”, ossia il miliardo di franchi che la Svizzera si è impegnata a versare a Bruxelles per ridurre le disparità economiche e sociali dei 10 nuovi paesi dell’Unione Europea.

Questa decisione è combattuta in particolare dall’Unione democratica di centro (UDC, destra nazional-conservatrice), che è riuscita a raccogliere le 50’000 firme necessarie per indire un referendum.

Inoltre il PPD si è pronunciato a favore (214 sì, 6 no e 2 astenuti) della legge sull’armonizzazione degli assegni famigliari, contro la quale le associazioni padronali, appoggiate dall’UDC, hanno lanciato un referendum.

La nuova legge prevede un assegno minimo in tutta la Svizzera di 200 franchi per ogni figlio e di 250 franchi per uno che sta seguendo una formazione. Attualmente, ogni cantone applica delle norme diverse.

swissinfo e agenzie

Nato nel 1971 a Martigny, Christope Darbellay ha iniziato la sua carriera politica nei ranghi del Partito cristiano sociale del Vallese romando, partito che era stato creato nel 1999.

Nel 2003, Darbellay, nel frattempo diventato membro del Partito popolare democratico, è eletto in Consiglio nazionale (Camera bassa).

Il vallesano, che parla perfettamente il dialetto svizzero tedesco, si definisce come un centrista a tendenza sociale.

Dalla sua elezione a Berna, Christophe Darbellay è diventato un personaggio importante nella vita politica federale. Il settimanale svizzero tedesco “SonntagsZeitung” lo ha eletto miglior parlamentare della Svizzera romanda.

Ingegnere agronomo, Darbelley è pure direttore della Società dei veterinari svizzeri.

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