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Deiss a difesa del commercio mondiale

Joseph Deiss al Forum di Davos: tra una riunione e l'altra Keystone

Una ventina di ministri, con Joseph Deiss, si incontrano venerdì a margine del Forum di Davos per tentare di rilanciare il ciclo di negoziati commerciali multilaterali di Doha.

Ispirato dalla Svizzera, l’incontro è contestato dagli ecologisti e dalle ONG.

Già dalle prime battute del Forum economico di Davos (WEF), il ministro dell’economia svizzero e attuale Presidente della Confederazione, Joseph Deiss, ha perorato l’intenzione svizzera di rilanciare i negoziati multilaterali nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC).

Le trattative, conosciute con il nome di «round di Doha», si sono arenate l’anno scorso a Cancun (Messico). Paesi ricchi e paesi poveri si erano scontrati sulla questione delle sovvenzioni all’agricoltura.

La presenza di una ventina di ministri del commercio a Davos è dunque un’occasione di riaprire i dibattiti: «Riteniamo che qui si presenti l’opportunità per uno scambio di vedute ed un rilancio».

Con questo tentativo, la Svizzera si pone al fianco dell’iniziativa statunitense. Robert Zoellick, delegato al commercio dell’amministrazione americana, ha invitato i 146 paesi che fanno parte dell’OMC ha riprendere i lavori.

Ma molti sono scettici: tenendo gli incontri al margine del Forum di Davos, gli interessi economici avrebbero un peso eccessivo rispetto a quelli della gente comune che non partecipa all’esclusivo incontro alpino.

Agende segrete

Toni Juniper, il vicepresidente di Friends of the Earth International, ritiene che il commercio internazionale tocchi tutti, mentre il dibattito a Davos sarebbe poco trasparente e limitato ai membri del WEF.

«Non è un gruppo aperto, non è un dibattito pubblico», ha riaffermato Juniper anche all’Open Forum, una serie di manifestazioni parallele al Forum e aperte al pubblico.

«Il commercio internazionale riguarda tutti, ma finora la politica degli scambi è stata largamente definita dalle multinazionali, mentre i poveri e l’ambiente continuano a soffrire», ha affermato Juniper.

Non ci sono decisioni

Deiss ha risposto alle critiche, affermando che si tratta di un incontro informale che non porterà a decisioni vincolanti: «Davos è un punto d’incontro e la presenza di 10 o 20 ministri offre l’occasione per dibattiti informali».

In un incontro separato con i soli ministri «non ci sono multinazionali e non ci sono contadini, possiamo dedicarci alla preparazione dei negoziati futuri».

Deiss ha anche provato a quietare i timori delle organizzazioni non governative, affermando che l’incontro sarà aperto anche ai ministri del terzo mondo.

Alcuni esperti di commercio internazionale sostengono l’iniziativa di Deiss, anche se non si attendono risultati concreti dagli incontri.

Il sostegno dei paesi emergenti

Youssouf Boutros-Ghali, il ministro egiziano del commercio, ha salutato l’iniziativa svizzera come un significativo primo passo. A proposito delle trattative sull’agricoltura, ritiene tuttavia necessario ricostruire la fiducia reciproca fra i paesi coinvolti.

«Il cuore dei dibattiti sarà l’agricoltura, non mi aspetto nessun tipo di accordo che su questo tema», ha continuato il rappresentante egiziano.

«Un contadino in Senegal o in Tanzania ha lo stesso valore di un contadino francese o statunitense?», si è chiesto Boutros-Ghali.

«Oggi non è così: 25’000 contadini del paese X bloccano 10 milioni di contadini in Africa. Se non riusciremo a cambiare questa situazione con la tornata di Doha, saremo tutti perdenti».

swissinfo, Jacob Greber, Davos
(traduzione e adattamento: swissinfo, Daniele Papacella)

Il ciclo di negoziati multilaterali di Doha si era interrotto lo scorso settembre nel corso dell’ultima conferenza ministeriale dell’OMC a Cancun, in Messico.

I membri dell’Organizzazione non erano riusciti a trovare un accordo in merito ai sussidi all’agricoltura ed alle tariffe per i prodotti agricoli ed industriali.

Il G20, il club degli Stati in via di sviluppo, critica le nazioni ricche e le politiche di sostegno ai loro contadini.

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