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Deiss: La formula magica funziona ancora

Secondo Deiss, la Svizzera è di nuovo in fase di ripresa economica (swissinfo) swissinfo.ch

Il presidente uscente della Confederazione Joseph Deiss ritiene che il governo stia facendo un buon lavoro di squadra. Malgrado le differenze politiche.

Per il consigliere federale il 2004 è stato complessivamente un buon anno per la Svizzera.

La presidenza, un incarico prevalentemente di rappresentanza, è toccata a Deiss nell’anno in cui il leader della destra Christoph Blocher è entrato nell’esecutivo e la Svizzera ha sottoscritto nuovi accordi bilaterali con l’Unione Europea.

Un anno caratterizzato da un ampio dibattito nel paese sulla possibilità che la forma di governo elvetica, basata sul consenso e sulla collegialità, riesca a funzionare anche con una figura contestata come Blocher al suo interno.

Blocher è noto per l’opposizione a molte linee politiche del governo federale, compreso l’avvicinamento all’UE, tanto che il suo partito ha da tempo annunciato un referendum popolare per il prossimo anno, contro la firma dell’accordo di Schengen/Dublino – che regolamenta la collaborazione internazionale sui temi della criminalità transfrontaliera e dell’asilo.

swissinfo: Com’è stato secondo lei il 2004 per la Svizzera: buono, cattivo, indifferente?

J.D. Nel complesso direi che si è trattato di un buon anno. Dal punto di vista economico è stato il primo, dopo molto tempo, in cui la crescita è stata quasi del due per cento.

Certo, non tutto va come dovrebbe. Siamo molto forti sul fronte delle esportazioni, ma decisamente non va altrettanto bene sul fronte della domanda interna. E la situazione è anche peggiore se guardiamo alla disoccupazione, dove siamo a dir poco in un momento di stasi.

Sotto il profilo politico si è trattato senz’altro di un anno importante. Nel 2003 ci sono state le elezioni generali, dunque un nuovo governo e un nuovo Parlamento. Tutti i protagonisti della politica hanno dovuto trovare un nuovo equilibrio ed una nuova “road map”.

Per quanto riguarda il governo federale, abbiamo avuto bisogno di alcuni mesi di rodaggio, ma penso che adesso stiamo lavorando bene insieme. Portiamo avanti discussioni in cui c’è spesso – è vero – molto antagonismo, ma alla fine riusciamo a trovare soluzioni valide.

swissinfo: A tal proposito, recentemente si è molto speculato sul presunto indebolimento del principio di collegialità. Cosa ne pensa?

J.D. Penso che ci siano state delle distorsioni: il dibattito che si è svolto all’esterno del governo non rifletteva quanto stava avvenendo al suo interno. È chiaro che le discussioni sulle questioni fondamentali sono aspre, se si svolgono fra personalità forti che hanno una posizione politica netta.

Ma dal punto di vista umano direi che all’interno dell’esecutivo c’è un’atmosfera molto buona e siamo in grado di lavorare in maniera efficiente. Abbiamo discusso anche noi della collegialità, del consenso – e di come gestire il rapporto con i media. Ma abbiamo anche affrontato questioni fondamentali, portato avanti dibattiti produttivi e preso delle buone decisioni.

swissinfo: Quali sono le principali lezioni politiche che si sentirebbe di trarre da questo 2004?

J.D. Per quanto mi riguarda, una lezione importante è che il nostro paese è in grado di funzionare bene se continuiamo a cercare soluzioni consensuali. Non credo che una democrazia diretta possa reggere per molto tempo un sistema di governo dominato dall’antagonismo. Per trovare soluzioni che soddisfino la maggioranza della popolazione, tutte le principali forze politiche del paese devono fare parte del governo.

swissinfo: E la lezione economica?

J.D. Siamo di nuovo in una fase di ripresa, ma dobbiamo lavorare sodo per ottenere risultati ancora migliori. Il nostro paese ha bisogno più di riforme strutturali e a lungo termine, che di provvedimenti d’emergenza.
E mi auguro di essere almeno riuscito a spostare i termini del ragionamento, sotto questo punto di vista.

Ma ci vorrà del tempo perché i risultati siano visibili. Questo vale per l’istruzione come per la ricerca scientifica, vale per la competitività, per il riequilibrio del budget e per i temi legati all’Unione Europea.

swissinfo: Quale sarà il problema principale che la Confederazione dovrà affrontare nel 2005?

J.D. L’anno prossimo il paese sarà attraversato da alcuni dibattiti fondamentali. Per esempio, quelli che scaturiranno da una serie di accordi bilaterali con l’Unione Europea che riguardano argomenti molto delicati.

Sul piano interno ritengo importante che ci siano progressi nel programma di crescita economica messo a punto dal mio dicastero. Ma ci saranno dibattitti cruciali sulla riforma dei mercati interni e sui pubblici appalti, come su altre questioni delicate e importanti – per esempio la politica agricola per il quadriennio 2007-2011 e il sostegno finanziario alle regioni meno prospere della Confederazione.

swissinfo: Per quanto riguarda l’Europa, come farà il governo a conquistare il sostegno popolare all’accordo di Schengen/Dublino e alla libera circolazione delle persone?

J.D. Credo sarà fondamentale mostrare che noi membri del governo siamo personalmente convinti che si tratti della scelta migliore per il nostro paese. È questo che andremo a spiegare al popolo svizzero. E riusciremo ad avere la meglio sulla strategia della paura messa in campo dai populisti.

swissinfo – intervista di Chris Lewis e Marcela Águila Rubín
(traduzione di Serena Tinari)

Joseph Deiss, professore di economia, è l’unico rappresentante del partito di centro-destra PPD (Partito popolare democratico) al governo federale.
È stato per quattro anni Ministro degli esteri. Dal 2003 occupa il dicastero dell’economia.
Nel 2004 ha assunto la presidenza anticipatamente, dopo che la collega di partito Ruth Metzler non è stata rieletta.

Secondo Deiss il 2004 è stato un buon anno per la Svizzera, nonostante una certa “stasi” sul fronte della disoccupazione e numerosi “problemi strutturali”.

I punti di forza comprendono la ripresa della crescita economica e la firma dei nuovi accordi bilaterali con l’UE.

Deiss ritiene che il nuovo governo stia facendo un buon lavoro di squadra, dopo avere superato alcune difficoltà iniziali.

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