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Democrazia malandata in mostra a Parigi

L'artista elvetico Thomas Hirschhorn solleva un polverone con la sua mostra a Parigi Keystone

L’esposizione di Thomas Hirschhorn aperta sabato al Centro culturale svizzero di Parigi, che dipende da Pro Helvetia, sta suscitando una girandola di polemiche.

L’artista elvetico s’interroga in modo provocatorio sulla democrazia diretta e prende di mira il consigliere federale dell’UDC Christoph Blocher.

“Uno dei grandi meriti delle società democratiche” è proprio il fatto che una simile mostra abbia potuto vedere la luce; del resto la “libertà dell’arte è iscritta nella Costituzione”. Così lunedì Pro Helvetia ha risposto alle critiche sorte dopo l’inaugurazione dell’esposizione di Thomas Hirschhorn, aperta sabato al Centro culturale svizzero di Parigi.

Uno dei compiti della Fondazione svizzera per la cultura è di far conoscere all’estero gli artisti elvetici più importanti e Hirschhorn è uno di questi, sottolinea l’istituzione, che rivendica la sua indipendenza nelle scelte artistiche.

“Swiss-Swiss Democracy”, questo il nome della mostra, non è inoltre un attacco personale contro il consigliere federale Christoph Blocher, si giustifica ai microfoni di swissinfo Sabina Schwarzenbach, responsabile della comunicazione di Pro Helvetia. Si tratta piuttosto di un invito a riflettere sulla nozione di democrazia e sulle sue possibili derive, in particolare nazionalistiche.

Una democrazia dissacrata


Il polverone sollevato dalla mostra non è sorprendente, ma non è tanto il tema a disturbare quanto forse piuttosto la maniera di presentarlo.

Negli spazi espositivi i visitatori scoprono centinaia di frasi tracciate sui muri che si interrogano sulla democrazia, schermi che distillano immagini violente, migliaia di ritagli di giornali elvetici o ancora fotografie, come ad esempio quella delle torture nel carcere iracheno di Abu Ghraib, sotto la quale sono riprodotte le bandiere di Uri, Svitto ed Untervaldo e la scritta “I love democracy”.

Ogni giorno si può inoltre assistere a letture e rappresentazioni teatrali, come un “Guglielmo Tell” di Schiller in versione trash, durante il quale un attore imita un cane che urina contro una fotografia di Christoph Blocher.

Tagliare i fondi a Pro Helvetia?

Le reazioni in Svizzera non si sono fatte attendere e hanno portato acqua al mulino di coloro che vorrebbero riesaminare statuti e finanziamenti d’organizzazioni come Pro Helvetia appunto, Presenza Svizzera o SvizzeraTurismo.

Il presidente dell’Unione democratica di centro (UDC), Ueli Maurer, ha fatto notare che la missione della Fondazione svizzera per la cultura è di difendere l’immagine del nostro paese e non il contrario. Per tale ragione, il leader del partito di destra intende chiedere che vengano soppressi i contributi federali accordati all’istituzione; un provvedimento che, se fosse attuato, sancirebbe di fatto la morte di Pro Helvetia.

A dirsi indignata è stata pure l’ex presidente del Partito radicale, la consigliera agli Stati vodese Christiane Langenberger, che affronterà la questione in occasione del prossimo incontro della commissione della cultura, di cui è a capo.

“Non è un attacco a Blocher”

Che Thomas Hirschhorn non ami Christoph Blocher e i valori da lui difesi non è un segreto. Del resto dopo l’elezione dell’esponente dell’UDC in Consiglio federale, l’artista bernese aveva detto di non volerne più sapere di esporre in Svizzera.

Hirschhorn però contesta che il tema centrale della sua mostra sia proprio il ministro di giustizia e polizia: “è un’esposizione che si focalizza sulla democrazia e non su Blocher”.

“La guerra in Iraq è stata fatta in nome della democrazia ed ha condotto alla destituzione di un dittatore. Ma ha portato pure alle torture; che la tortura sia proprio a una dittatura si sapeva, ma se è il fatto di una democrazia c’è qualcosa che non va”, dichiara al giornale romando “Le Temps”.

swissinfo, Daniele Mariani

La mostra di Hirschhorn si interroga sul significato della nozione di democrazia, cercando in maniera provocatoria di dimostrarne i limiti.

L’esposizione è stata sostenuta da Pro Helvetia, che si trova ora sotto il fuoco delle critiche. Il Consiglio degli Stati ha ridotto di un milione le sovvenzioni versate alla Fondazione.

Thomas Hirschhorn, nato nel 1957 a Berna, risiede da vent’anni a Parigi, dove ha acquisito fama internazionale.
La mostra, costata 180’000 franchi, sarà aperta fino al 30 gennaio 2005.
Nel 2004, l’artista ha ricevuto il Premio Joseph-Beuys, dotato di 33’000 euro.

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