Fernand Carrel: siamo in un pantano
L'ex capo dell'aviazione militare elvetica, Fernand Carrel, presiede l'associazione europea degli ex quadri dell'aviazione militare.
Si esprime regolarmente nella stampa su questioni strategiche.
swissinfo: Esistono delle buone ragioni per attaccare l’Iraq?
Credo che ci troviamo in un pantano. Tutti riescono ad accordarsi su un solo denominatore comune: il regime di Saddam Hussein non è propriamente un buon regime. Ma sulle modalità per affrontare il problema le divergenze sono enormi.
Quello che mi disturba di più è che ci troviamo in una situazione dove regnano i malintesi, la malafede, la disinformazione. A mio parere, i malintesi nascono in buona parte dal fatto che tutti giudicano gli altri in funzione della propria visione delle cose, della propria cultura e delle proprie abitudini.
Credo che noi europei non abbiamo misurato la profondità dell’impatto che l’11 settembre ha avuto sul popolo americano.
Credo soprattutto che più niente ritornerà come prima di quella data. Tutti i rapporti di forza verranno ridefiniti.
Se la guerra sarà breve e ci saranno poche vittime civili, è probabile che Bush ne uscirà come il grande vincitore. Questo ridurrà l’Europa ad una posizione ancora più debole nei rapporti di forza politici ed economici con gli Stati Uniti.
Ma se la guerra finisce nelle trincee, un po’ come in Vietnam, sarà una catastrofe per gli Stati Uniti. Anche l’Europa ne soffrirà, soprattutto a livello economico.
Le Nazioni unite hanno perso la loro credibilità?
Non è la prima volta che questa organizzazione si trova in una crisi profonda. Ma sembrerebbe che in questo caso l’ONU abbia veramente perso punti.
È chiaro che la ferita inflittagli farà male a lungo. E il presidente Bush contribuirà a mantenere vivo l’astio, tenendo conto dell’opinione pubblica statunitense che attualmente non esprime simpatie per le Nazioni unite.
swissinfo, intervista raccolta da Chantal Nicolet
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