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Il presidente del CICR visita il Pakistan

Un accampamento di tende fornite dall'UNHCR a nord del Pakistan Keystone

Jakob Kellenberger è giunto martedì in Pakistan, dove intende rafforzare gli aiuti alle vittime del sisma dell'8 ottobre.

Gli aiuti finanziari e materiali forniti alle milioni di persone del paese asiatico sono ancora insufficienti.

«È fondamentale fornire viveri e rifugi agli abitanti, affinché possano sopravvivere durante l’inverno senza allontanarsi da casa» ha dichiarato il presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR), Jakob Kellenberger, all’arrivo nel paese asiatico.

Kellenberger ha riconosciuto che parte della popolazione non avrà alternativa: dovrà scendere a valle. Ma occorrerà «aiutare il maggior numero possibile di persone a restare nei propri villaggi o nelle vicinanze». Egli ha poi messo in guardia contro ulteriori sconvolgimenti nella vita comunitaria che «aggraverebbero il trauma psicologico e ritarderebbero il ritorno alla normalità».

Nella prima giornata di visita, Jakob Kellenberger ha partecipato alla distribuzione di viveri nelle valli di Neelum e Jhelum. Ha pure previsto di recarsi all’ospedale da campo insediato dal CICR a Muzaffarabad dal 21 ottobre, la cui capacità attuale è di 150 letti. Il rientro a Ginevra è programmato per venerdì.

Carenza di beni

Il CICR sottolinea che c’è ancora una grave carenza di ripari adeguati per i sinistrati. Dal giorno del terremoto, lo scorso 8 ottobre, l’organizzazione umanitaria ha distribuito 527 tonnellate di viveri a circa 40’000 persone.

Una settimana dopo la conferenza dei paesi donatori organizzata a Ginevra, alle agenzie dell’ONU mancano ancora parecchi fondi per potere effetturare le loro operazioni in Pakistan. Fino ad ora, l’organizzazione internazionale ha ricevuto 131 milioni di dollari. Una cifra che corrisponde solo al 23% dei 550 milioni di dollari necessari a coprire i bisogni di sei mesi.

«Non basta. Siamo molto delusi. Abbiamo bisogno di più soldi e se non li otterremo dovremo ridurre alcune attività in favore delle vittime del sisma», ha dichiarato martedì il portavoce dell’Ufficio degli affari umanitari dell’ONU, Elisabeth Byrs.

L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) ha già fornito 2000 tonnellate di materiale alle regioni sinistrate. Le 20’000 tende, gli 83’000 teloni di plastica e le 232’000 coperte distribuite però non bastano. «I bisogni della popolazione locale sono dieci volte superiori», ha indicato una delle portavoci dell’UNHCR, Jennifer Pagonis.

Intanto in Svizzera, la Catena della Solidarietà – il sistema di aiuto umanitario della SRG SSR idée suisse e dei media del paese – ha lanciato una raccolta di fondi in favore delle vittime del terremoto. Martedì registrava promesse di dono per 5,1 milioni di franchi.

swissinfo e agenzie

57’000 persone morte durante il sisma dell’8 ottobre secondo l’ultimo bilancio annunciato martedì dal Primo ministro pachistano Ahaukat Aziz.
77’000 feriti.
3,3 milioni di senza tetto.
1300 persone morte nel Kashmir indiano.

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