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La carriera esemplare di una donna raggiante

Doris Leuthard nell'orto di casa (Kurt Reichenbach per Schweizer Illustrierte) Kurt Reichenbach für Schweizer Illustrierte

Quando ha deciso di candidarsi, era chiaro che sarebbe stata eletta. Doris Leuthard vuole dialogare con tutti e far parte di un governo che operi di nuovo come un team.

Anche l’applicazione del voto elettronico e il coinvolgimento degli Svizzeri all’estero nei processi politici sono punti che le stanno a cuore, come lei stessa ha precisato a swissinfo.

«Gli Svizzeri all’estero devono prendere attivamente parte alle decisioni. Vivendo in un altro paese, vedono le nostre decisioni politiche sotto un altro punto di vista. In questo senso, sono un arricchimento per il processo decisionale», indica Doris Leuthard.

Per la neo consigliera federale argoviese, il voto elettronico è il presupposto per una partecipazione attiva dei concittadini che vivono all’estero. «A livello europeo, non siamo all’avanguardia e dobbiamo muoverci. Mi auguro che il rapporto sul voto elettronico segni anche l’avvio di una strategia globale del governo nel campo dell’E-Government».

Fascino e armonia

Il Partito popolare democratico (PPD) ha deciso di presentare una sola candidata, dimenticando che agli altri partiti ha sempre chiesto una rosa di candidati.

Doris Leuthard ha ottenuto l’appoggio del partito (quale esponente del PPD voleva essere tacciato di «lady-killer» e rovinarsi la reputazione ?) e dell’opinione pubblica. Non sono mancate le critiche, ma sono durate poco. La candidata è stata accusata di avere poca esperienza dirigenziale e un profilo politico poco chiaro.

I giornali, e non solo quelli popolari, si sono sbizzarriti nel cercare titoli e aggettivi e non hanno esitato a definirla «incantevole».

Leuthard, 43 anni, è circa 20 anni più giovane degli altri membri del governo. Il suo modo di vivere è stato ampliamente documentato dal settimanale svizzero-tedesco «Schweizer Illustrierte»: Doris Leuthard è e vive in modo dinamico, curato e giovanile. È un’esponente del ceto medio superiore della Svizzera dell’altipiano. Vive in un piccolo villaggio e ha un orto e un giardino. Abita solo a pochi passi dalla casa dei genitori.

La speranza dell’unità

Leuthard lavora in un ufficio legale e ha alle spalle una rapida carriera politica. Nel 1997 è stata eletta nel Gran consiglio (parlamento) argoviese, senza aver prima fatto la normale gavetta nella politica comunale. Nel 1999 è approdata in Consiglio nazionale (Camera dei deputati o Camera bassa).

Nel 2004 è diventata presidente del PPD svizzero. Poco prima, il suo partito aveva conosciuto un periodo molto difficile: aveva perso voti in occasione delle elezioni federali e, per questo, Ruth Metzler non era stata riconfermata nella carica di consigliera federale.

Da allora, è ritenuta la presidente che ha riportato il partito sulla strada del successo elettorale. I risultati non confermano questa immagine, ma nell’euforia che ha preceduto l’elezione ciò non ha contato molto.

È comunque riuscita a unire il partito attorno alla sua candidatura, mentre il PPD raramente offre un’immagine compatta sulle questioni politiche.

La rete cattolica

La signora Leuthard proviene dalla regione cattolica del canton Argovia. Nel 1999 ha sposato il chimico Roland Hausin. Ha così legalizzato una situazione di convivenza che durava da anni.

È cresciuta in un ambiente cattolico e anche il padre ha fatto parte del PPD e del Gran Consiglio argoviese. In questo modo, ancora prima di fare carriera politica, Doris Leuthard poteva contare su un’ampia rete di conoscenze nell’ambiente cattolico.

A soli 26 anni è entrata nell’ufficio legale dell’allora parlamentare democristiano cantonale Kurt Fricker, dove ha lavorato finora come avvocato ed è nel frattempo diventata comproprietaria dello studio legale.

A chi l’accusa di non avere esperienze dirigenziali, fa notare di aver diretto un partito che conta migliaia di membri. «Quando sono diventata presidente, molti dirigenti non se la sono sentita di prendere questo posto».

Aperta e pronta al dialogo

Il governo deve percepire i problemi ed essere un esempio di collegialità. «La gente non ne può più» afferma Leuthard, commentando i conflitti tra i membri del governo.

La consigliera federale tende verso il centro. Per questo è stata accusata di andare dove tira il vento. Sulle questioni dell’asilo ha seguito una linea dura, in contrasto con la posizione della conferenza dei vescovi. È bastato un incontro chiarificatore per calmare le acque.

In un periodo di polarizzazione, Doris Leuthard auspica armonia e coesione. «Il mio obiettivo è di avere un dialogo aperto con tutti gli svizzeri, che vivano all’estero o no».

swissinfo, Andreas Keiser
Traduzione: Anna Luisa Ferro Mäder

Doris Leuthard è la quinta donna ad entrare nel governo elvetico.

La prima consigliera federale, la radicale Elisabeth Kopp, è stata eletta nel 1984 e ha dovuto dimettersi cinque anni più tardi in seguito allo scandalo scoppiato dopo una telefonata con il marito.

Nel 1993 è stata la volta della socialista Ruth Dreifuss, eletta a sorpresa dopo la bocciatura di Christiane Brunner. Si è dimessa nel dicembre del 2002.

La democristiana Ruth Metzler è stata eletta nel 1999. Alla fine del 2003, ha dovuto lasciare il suo posto a Christoph Blocher.

Dal 2002, la socialista Micheline Calmy-Rey è responsabile del Dipartimento degli affari esteri. Finora era la sola donna nel governo di sette membri.

Doris Leuthard è nata nel 1963 a Merenschwand, una tradizionale roccaforte democristiana del canton Argovia. È stata la prima di quattro figli.

Ha studiato legge a Zurigo.

Per imparare le lingue è andata a Parigi e a Calgary.

Sino alla sua elezione in Consiglio federale ha esercitato la professione di avvocato a Wohlen e Muri, nel canton Argovia.

Nel 1997 è stata eletta nel Gran Consiglio argoviese.

Nel 1999 è entrata in Consiglio nazionale (la camera dei deputati del parlamento svizzero).

Nel 2001 è diventata vice-presidente e nel 2004 presidente del partito popolare democratico svizzero.

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