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La crisi dell’UBS preoccupa anche la Quinta Svizzera

Intermezzo musicale alla riunione di Innsbruck: Theres Prutsch-Imhof a sinistra e Andrea Reich alla fisarmonica swissinfo.ch

I problemi della banca toccano anche le organizzazioni degli svizzeri dell'estero che si sono riunite a Londra e a Innsbruck. Le associazioni svizzere in Gran Bretagna rischiano di perdere uno sponsor importante, mentre quelle austriache si preoccupano per l’immagine della Svizzera all’estero.

Le riunioni annuali della Federazione delle associazioni svizzere nel Regno Unito (Fossuk) si svolgono di solito sull’arco di due o tre giorni. In margine ai dibattiti sulle questioni che toccano da vicino la Quinta Svizzera in Gran Bretagna vengono tradizionalmente organizzati diversi eventi culturali e sociali.

In occasione dell’incontro tenuto l’anno scorso a Cardiff, i partecipanti avevano potuto assistere, ad esempio, ad un’esibizione dell’Orchestra nazionale della BBC, diretta dallo svizzero Thierry Fischer, oltre che ai concerti di un gruppo di coristi del Galles e di un coro del Canton Ticino.

Quest’anno, invece, la riunione della Fossuk ha avuto luogo all’ambasciata svizzera a Londra ed è durata soltanto mezza giornata. Una scelta che lascia trasparire le ristrettezze finanziarie a cui si vede attualmente confrontata la Fossuk. D’altronde, proprio la questione del disavanzo nelle casse della Federazione ha occupato la metà dei dibattiti, svoltisi sabato scorso.

Questione di sopravvivenza

I problemi di finanziamento sono legati in buona parte all’UBS: la grande banca elvetica non intende infatti rinnovare il contratto di sponsoring, giunto ormai a scadenza. La Fossuk può quindi contare attualmente soltanto sui modesti contributi provenienti dalle associazioni e dai loro membri.

“Dobbiamo compiere grandi sforzi per trovare altre entrate dall’esterno. Se non riusciamo a migliorare la nostra situazione finanziaria, è in gioco la sopravvivenza stessa della Fossuk”, ha dichiarato il presidente della Federazione Freddie Wyser.

Durante la riunione, i delegati hanno avanzato numerose proposte per generare nuovi introiti. Tra queste l’introduzione di annunci pubblicitari a pagamento sul sito della Fossuk, consultato ogni anno da oltre 70’000 utenti. Per aumentare le consultazioni e attirare gli inserzionisti è stata proposta anche la possibilità di integrare sul portale della Federazione le informazioni di attualità prodotte da swissinfo.ch.

Offerta poco conosciuta

I membri della Fossuk intendono inoltre promuovere maggiormente le attività di consulenza della Federazione in favore degli svizzeri residenti in Gran Bretagna. Molti connazionali espatriati nel Regno unito non conoscono infatti questa offerta.

“Attualmente la Fossuk è nota quasi soltanto per il fatto che organizza una riunione annuale e sostiene la partecipazione dei quattro delegati ‘britannici’ ai lavori dell’Organizzazione degli svizzeri dell’estero. Abbiamo quindi lanciato una serie di fori di discussione”, rileva Daniel Pedroletti, cassiere della Fossuk.

Al primo di questi dibattiti, tenuto a Londra, hanno preso parte decine di persone. Tra i temi in discussione vi erano l’introduzione del passaporto biometrico, le procedure per partecipare alle votazioni e alle elezioni federali, nonché le conseguenze della votazione sui minareti tenuta l’anno scorso in Svizzera.

Identità svizzera

La crisi del settore bancario, che negli ultimi due anni ha colpito soprattutto l’UBS, solleva preoccupazione anche presso gli svizzeri residenti in Austria, Slovenia e Liechtenstein, che si sono ritrovati questa fine settimana per la loro riunione annuale a Innsbruck.

Secondo Remo Gysin, vicepresidente dell’Organizzazione degli svizzeri dell’estero (OSE), l’identità svizzera è stata scossa da questa crisi, che ha contribuito tra l’altro a ridurre la fiducia della popolazione elvetica nei confronti del Consiglio federale.

Dionys Lehner, direttore esecutivo di un’importante azienda tessile a Linz, ha dichiarato di provare un sensazione di rabbia quando pensa alle grandi banche svizzere. Un sensazione condivisa da Christoph Achammer, console onorario svizzero in Austria e dirigente di un’azienda di consulenza nel settore edile, che disapprova in particolare la politica di retribuzioni e di bonus seguita dall’UBS.

Peso politico

Gli svizzeri dell’estero sono spesso considerati come degli ambasciatori, che non di rado permettono di migliorare l’immagine della Svizzera nel mondo. “Purtroppo”, osserva Theres Prutsch-Imhof, delegata delle associazioni austriache, “la Quinta Svizzera continua a disporre di poca voce in capitolo sul piano nazionale”.

Per far valere meglio i loro interessi, anche i connazionali residenti in Austria, Liechtenstein e Slovenia attendono una rapida introduzione del voto elettronico in Svizzera, che dovrebbe agevolare la loro partecipazione alle elezioni e votazioni federali.

“Per molto tempo i 700’000 svizzeri dell’estero non hanno ottenuto una grande attenzione politica in Svizzera. Ora il loro peso politico comincia sempre più a farsi sentire”, afferma Ivo Dürr, delegato delle associazioni austriache. “Possiamo considerare un grande successo il fatto che 130’000 connazionali espatriati siano ormai iscritti nei registri elettorali”.

Andrew Littlejohn da Londra e Alexander Künzle da Innsbruck, swissinfo.ch
(traduzione e adattamento Armando Mombelli)

Nel 2008 quasi 680’000 svizzeri vivevano all’estero. Due terzi di loro risiedono nell’Unione europea (per la maggior parte in Francia). Negli Stati uniti abitano circa 74’000 svizzeri.

Tre espatriati elvetici su quattro possiedono la doppia cittadinanza.

La comunità degli svizzeri all’estero (la Quinta Svizzera) costituirebbe il quarto cantone più popoloso della Confederazione.

Gli interessi degli svizzeri dell’estero in patria sono rappresentati dal Consiglio degli svizzeri all’estero, il quale costituisce una sorta di parlamento della diaspora.

In occasione del Congresso degli svizzeri dell’estero, organizzato nell’agosto del 2009 a Lucerna, la cancelliera della Confederazione Corina Casanova ha annunciato che entro il 2015 la maggioranza dei cittadini elvetici espatriati dovrebbe poter utilizzare il voto elettronico.

Il voto elettronico è una rivendicazione molto sentita dagli svizzeri dell’estero. Il voto per corrispondenza non permette sempre a tutti gli espatriati iscritti nei registri elettorali di ricevere tempestivamente il materiale con le spiegazioni né di fare pervenire per tempo la propria scheda in Svizzera.

I cantoni di Ginevra, Neuchâtel e Zurigo hanno effettuato una serie di test fra il 2001 e il 2005, nella prima fase del progetto pilota di e-voting, coordinato dalla Confederazione. I risultati positivi di queste esperienze hanno consentito di far partecipare ai test, nel 2008 e nel 2009, anche gli svizzeri dell’estero.

Nel mese di settembre del 2009, Grigioni, San Gallo, Sciaffusa, Turgovia, Argovia, Soletta e Friburgo hanno concluso accordi di cooperazione con Zurigo per introdurre il voto elettronico degli svizzeri all’estero.

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