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La riforma dell’ONU voluta dai parlamentari

Quasi la metà dei parlamentari elvetici vuole un ONU più democratico swissinfo.ch

In una lettera aperta al segretario generale Kofi Annan, 108 deputati federali chiedono la creazione di un'assemblea parlamentare presso l'ONU.

Per i sostenitori, una tale istituzione costituirebbe un contributo importante alla democratizzazione dell’organizzazione internazionale.

«Le attuali strutture dell’ONU sono rimaste pressoché immutate dal 1945. La costituzione di un parlamento mondiale è dunque indispensabile per affrontare le sfide globali del XXI secolo, come la diffusione di certe malattie o i problemi legati all’ambiente», indica il deputato socialista Remo Gysin.

L’idea, espressa in una lettera aperta al segretario generale dell’ONU Kofi Annan, è sostenuta da 108 parlamentari di vari schieramenti (tranne la destra nazionalista), i quali hanno così aderito all’appello lanciato dal “Komitee für eine demokratische UNO” (Comitato per un’ONU democratica), un’organizzazione non governativa tedesca rappresentata nella Confederazione dalla Società per i popoli minacciati.

«Il coinvolgimento della popolazione civile nel processo decisionale delle Nazioni Unite avrebbe come conseguenza un aumento della fiducia e della legittimità dell’organizzazione, nonché della trasparenza al suo interno», puntualizza Gysin.

Al momento attuale, l’ONU rappresenta infatti soltanto i governi e l’amministrazione.

Diffondere la democrazia

A sostegno di una tale riforma, il consigliere nazionale renano ricorda il processo di diffusione della democrazia nel mondo.

Grazie alla costituzione di un parlamento mondiale, molti paesi in cui la democrazia non esiste oppure si trova allo stato embrionale, potrebbero decidere di farsi rappresentare.

Un’assemblea parlamentare potrebbe quindi fungere da “espediente” per diffondere e rafforzare la democrazia parlamentare in questi Stati.

Per la democristiana Rosemarie Zapfl, nelle discussioni in seno all’ONU, sono gli interessi nazionali ad essere attualmente predominanti.

«In base alla mia esperienza nel Consiglio d’Europa, siamo riusciti ad influenzare le decisioni dei governi, come nel caso della Turchia. Ciò dovrebbe essere fattibile anche in seno all’ONU», dichiara Zapfl.

Imitare il modello delle Camere nazionali

«Circa le forme future di questo parlamento mondiale, il primo passo potrebbe essere la costituzione di un organo consultivo, posto accanto all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, le cui risoluzioni non sarebbero però vincolanti», rileva Hanspeter Bigler della Società dei popoli minacciati.

In seguito, tale forum potrebbe però inglobare tutte le attività dell’ONU.

«Si potrebbe immaginare la costituzione, al suo interno, di commissioni che si occupano di problemi particolari, come succede nei parlamenti nazionali», aggiunge Bigler.

4 o 5 seggi per la Svizzera

Il forum mondiale – al quale potrebbero prendere parte tutti gli Stati, anche quelli autoritari – dovrebbe contare secondo Remo Gysin da 700 a 900 persone, scelte dai rispettivi parlamenti oppure direttamente dalla popolazione. Per la Svizzera si potrebbero ipotizzare da 4 a 5 rappresentanti.

«Alcuni seggi potrebbero inoltre essere riservati per le minoranze o per i popoli minacciati, i quali parteciperebbero a rotazione all’assemblea», precisa a swissinfo Hanspeter Bigler.

I costi annuali oscillerebbero tra i 150 e 200 milioni di franchi all’anno.

Un’idea del secolo scorso

Nel suo intervento, il membro del Komitee für eine demokratische UNO Andreas Bummel ricorda che l’idea di costituire un parlamento mondiale non è nuova, ma risale già agli anni ’30 del secolo scorso.

Entrata nel dimenticatoio, è stata poi rispolverata negli anni ’90, godendo dell’appoggio di vari organismi internazionali, come il Consiglio d’Europa o il Parlamento Europeo.

«La nostra intenzione è di fare in modo che questa problematica venga inserita nelle priorità della diplomazia internazionale», afferma Kummel.

Oltre alla Svizzera, l’idea di un parlamento mondiale è sostenuta anche da Canada e Germania.

Remo Gysin ammette tuttavia a swissinfo che la strada da percorrere è ancora lunga: «Ci vorranno decenni».

swissinfo e agenzie

La proposta di riforma dell’ONU prevede la creazione di un’assemblea parlamentare composta da 700-900 rappresentanti.
La Svizzera potrebbe disporre di 4 o 5 seggi.
I costi di tale organo ammonterebbero dai 150 ai 200 milioni di franchi all’anno.
L’idea è sostenuta da 101 deputati e da 7 senatori elvetici.

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