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La Svizzera mantiene gli aiuti al Ruanda

Keystone

La Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) ha deciso di continuare il programma speciale, lanciato nel 1998 per il Ruanda.

La decisione, che fa seguito alla visita a Kigali del capo della DSC Walter Fust, è stata adottata nonostante la situazione di crisi nella regione dei Grandi Laghi.

Il programma speciale di cooperazione di Berna con Kigali continuerà con lo stesso budget degli anni precedenti, cioè cinque milioni di franchi annui.

Lo ha annunciato il capo della DSC, Walter Fust, al termine della sua visita di cinque giorni nel paese centroafricano.

La delegazione svizzera ha incontrato, tra l’altro, diversi membri del governo di Kigali per farsi un quadro della situazione nella regione e dei progressi compiuti finora nell’ambito del programma di cooperazione.

Le due parti hanno proceduto inoltre a uno scambio di opinioni in materia di democratizzazione, di diritti umani, di riforma della giustizia, della sanità e della decentralizzazione.

Riserve sulla politica di Kigali

La DSC intende quindi proseguire la sua azione umanitaria nel Ruanda, nonostante le riserve sulla politica del governo di Kigali e i timori sugli sviluppi della situazione nella regione dei Grandi Laghi.

Le autorità del Ruanda sono accusate in particolare di intervenire militarmente nella Repubblica Democratica del Congo (RDC, ex Zaire) per dare la caccia ai ribelli ruandesi.

Il governo di Kigali è inoltre criticato per le sue carenze in materia di gestione degli affari pubblici e di transizione democratica.

Come in passato la Svizzera intende concentrare il suo impegno in nella provincia del Kibuye.

Programma speciale

Il programma attuale della DSC per il Ruanda prevede circa cinque milioni di franchi all’anno di aiuti, un somma ben inferiore a quanto accordato prima del genocidio del 1994.

Tale catastrofe umanitaria aveva posto fine temporaneamente all’impegno svizzero nel paese centroafricano, che per una trentina d’anni figurava tra le priorità della cooperazione elvetica.

Solo nel 1998 la Confederazione ha deciso di riprendere la azione umanitaria, nell’ambito però di un programma speciale, dato che il Ruanda non soddisfa determinati requisiti indispensabili per una regolare cooperazione allo sviluppo bilaterale.

Il programma è destinato in particolare a sostenere gli sforzi di pace e di stabilità profusi dalla comunità internazionale nella regione dei Grandi Laghi.

L’attività si concentra su questioni di «good governance», stato di diritto, transizione democratica e diritti umani.

swissinfo e agenzie

Fra il 1963 e il 1993 la Svizzera ha sostenuto il Ruanda con 300 milioni di franchi.
Interrotti nel 1994, in seguito al genocidio costato la vita ad un milione di persone, gli aiuti sono ripresi nel 1998 nel quadro di un programma speciale.
La Confederazione ha versato 4,2 milioni nel 2002 per la cooperazione in Ruanda e 6,8 milioni nel 2003.

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