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Libera circolazione: un sì più chiaro del previsto

Keystone

Il 56% dei cittadini svizzeri si è pronunciato domenica a favore dell'estensione della libera circolazione delle persone ai 10 nuovi membri dell'Unione europea.

Il risultato è più netto di quello che prevedevano gli ultimi sondaggi. Romandia e Svizzera tedesca hanno detto sì. Netto rifiuto del Ticino. Vittoria di governo e parlamento.

L’elettorato svizzero ha chiaramente approvato l’estensione della libera circolazione delle persone ai nuovi dieci stati dell’Unione europea: ha detto sì il 56% dei votanti.

Una percentuale sorprendentemente elevata, considerando come gli ultimi sondaggi davano un risultato ancora in bilico.

Hanno espresso voto favorevole sia la Svizzera romanda, sia la Svizzera tedesca. L’unica regione linguistica che si è schierata nel campo dei contrari è stata la Svizzera italiana. L’affluenza alle urne è stata del 54% circa.

I dettagli del voto

L’opposizione all’apertura del mercato del lavoro elvetico è stata forte nella Svizzera centrale e soprattutto in Ticino, cantone che è risultato il “campione del no” con una percentuale record di voti negativi pari al 63.9%.

Tra gli oppositori, seguono nell’ordine Svitto (59%), Glarona (57%), Appenzello interno (56%), Uri (56%), Obwaldo (54%) e Nidwaldo (54%).

Paladini del sì sono invece stati Vaud (65%), Neuchâtel (65%), Basilea Città (63%) e Berna (60%).

A ridosso della soglia del 60% di voti favorevoli anche Basilea Campagna (60%), Zurigo (59%), Friburgo (59%), Giura (58%) e Ginevra (58%).

L’elenco dei fautori dell’estensione è completato da Zugo (55%), Soletta (54%), Appenzello esterno (54%), Vallese (53%), Turgovia (52%), San Gallo (52%), Sciaffusa (51%), Lucerna (51%), Grigioni (51%) e Argovia (51%).

Un oggetto importante

L’estensione della libera circolazione ai dieci nuovi Stati membri dell’Unione Europea (UE) è il secondo tema europeo su cui i cittadini elvetici hanno votato quest’anno.

Lo scorso mese di giugno avevano accettato gli accordi di Schengen/Dublino, integrati al secondo pacchetto di bilaterali fra la Svizzera e l’UE, volti ad instaurare una collaborazione reciproca in ambito d’asilo e di sicurezza.

Il popolo ha dovuto esprimersi sul nuovo trattato visto che contro di esso era stato lanciato con successo un referendum facoltativo.

In Svizzera, una legge è obbligatoriamente sottoposta al voto popolare quando almeno 50’000 cittadini lo richiedono.

I comitati che hanno organizzato la raccolta di firme contro l’estensione della libera circolazione, composti da gruppi politici di destra e di sinistra, sono riusciti a convincere ben 93’000 sottoscriventi.

Via bilaterale

Per la Confederazione, la libera circolazione non è una novità. Questa misura è infatti già prevista nel primo pacchetto d’accordi bilaterali conclusi con l’UE e valevole, dal 1° giugno del 2002, per i suoi primi 15 Paesi membri.

La libera circolazione permette ai cittadini elvetici di lavorare o risiedere nell’UE. Gli abitanti dell’UE potranno fare la stessa cosa in Svizzera.

L’apertura non è però totale: l’immigrazione potrà infatti essere adattata ai bisogni dell’economia e limitata per mezzo del rilascio di permessi di breve o lunga durata fino al 2011.

Le misure di accompagnamento previste permetteranno di evitare gli abusi. Le condizioni di lavoro e i salari saranno controllati da una serie di ispettori del lavoro.

Paure e speranze

Gli avversari all’accordo temono un afflusso massiccio di gente dai dieci nuovi Paesi, che rischierebbe di abbassare il livello dei salari nonché di mettere in pericolo molti posti di lavoro in Svizzera.

Inoltre la concorrenza fra lavoratori indipendenti sarà intensificata dal fatto che anche le ditte straniere potranno concorrere per aggiudicarsi un mandato elvetico.

Gli oppositori di sinistra all’estensione della libera circolazione ritengono dal canto loro le misure d’accompagnamento insufficienti.

I fautori dell’estensione sottolineano invece gli effetti positivi, riguardanti soprattutto l’economia.

Un eventuale rifiuto creerebbe, secondo loro, delle tensioni fra la Svizzera e l’UE, che rischiano di ripercuotersi negativamente sui posti di lavoro.

Infine, i partigiani del sì sostengono che l’afflusso di lavoratori immigrati non metterà in pericolo il tessuto sociale elvetico. Anzi, lo rafforzeranno, visto che contribuiranno a rimpolpare le casse delle assicurazioni sociali.

swissinfo e agenzie

Sì: 1’457’355 voti (55.95%).
No: 1’147’236 voti (44.05%).
L’estensione della libera circolazione è stata accolta da 16 cantoni e da 3 semi-cantoni.
L’hanno invece rifiutata 4 cantoni e 3 semi-cantoni.
Tasso di partecipazione al voto: 53.6%.

L’accordo sulla libera circolazione delle persone, già in vigore con i 15 vecchi Paesi dell’UE, verrà esteso ai suoi nuovi dieci Stati membri.

I dieci nuovi Paesi membri dell’UE sono: Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Slovacchia, Slovenia, Repubblica Ceca, Ungheria e Cipro.

Le misure d’accompagnamento attualmente in vigore saranno rinforzate in modo da evitare che la libera circolazione crei situazioni di abuso e di dumping salariale.

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