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Miliardo di coesione: falliti gli attacchi della destra

"Questi contributi vanno visti come degli investimenti", hanno sottolineato Micheline Calmy-Rey (a sinistra) e Doris Leuthard (sullo sfondo) Keystone

Malgrado diverse proposte di rinvio dell'UDC, il Consiglio nazionale ha chiaramente approvato il credito quadro per il miliardo di coesione a favore dei nuovi Stati membri dell'Unione europea (UE).

Allo stesso tempo, la camera bassa del parlamento ha aumentato il credito per l’aiuto allo sviluppo tradizionale all’est europeo di 80 milioni di franchi, portandolo a 730 milioni.

Con 127 voti contro 46, la Camera del popolo ha adottato il decreto che fissa il finanziamento del cosiddetto “miliardo di coesione”, accolto dal popolo in novembre.

La Camera si è allineata al Consiglio degli Stati, sancendo che questo contributo – limitato ai dieci paesi entrati a far parte dell’Unione europea (UE) nel maggio del 2004 – non sarà finanziato a scapito dell’aiuto pubblico allo sviluppo. Il miliardo sarà compensato nel budget ordinario della Confederazione.

La maggioranza del plenum ha così tenuto fede alla promessa fatta dal parlamento quando aveva trasmesso una mozione in questo senso di Doris Leuthard, l’attuale ministra dell’economia allora consigliera nazionale.

Con un ultimo “colpo di coda”, l’Unione democratica di centro (UDC – destra nazionalista) ha tentato inutilmente di archiviare la mozione “contraria a quanto il governo aveva promesso durante la campagna di votazione sul miliardo di coesione”, ha affermato il solettese Walter Wobmann.

Credito aumentato

Per finanziare questo miliardo saranno “inevitabilmente necessari tagli nell’aiuto ai paesi dell’Est nell’ambito del previsto credito di 650 milioni”, ha affermato la presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey.

È dunque per premunirsi da questo taglio che il Nazionale, con 109 voti contro 63, ha pure accettato di aumentare a 730 milioni di franchi il credito destinato alla continuazione, per quattro anni, dell’aiuto tradizionale all’Europa dell’Est.

Il governo e il Consiglio degli Stati, che dovranno ancora pronunciarsi su quest’aumento, prevedevano di stanziare soltanto 650 milioni.

Il miliardo di coesione e il credito per la cooperazione con tutti i paesi dell’Est sono “due passi autonomi della Svizzera”, ha spiegato il liberale Jacques-Simon Eggly a nome della commissione. A suo modo di vedere, aumentando il secondo credito a 730 milioni si evita una “rottura” del ritmo con cui viene sostenuta attualmente questa parte del continente.

Nell’interesse della Svizzera

Paesi come il Tagikistan o il Kirghizistan non devono essere penalizzati a causa del fatto che abbiamo deciso di sostenere i dieci nuovi membri dell’UE, ha dichiarato il socialista Mario Fehr. Garantire la stabilità politica, sociale ed economica di questi Stati rende prima di tutto servizio ai nostri interessi, ha ricordato Fehr, appoggiato anche dal partito popolare democratico e da una forte maggioranza dei liberali-radicali, dei verdi e degli evangelici.

Questi crediti non vanno visti come contributi ordinari, bensì come “investimenti”, hanno sottolineato Calmy-Rey e Doris Leuthard.

Felix Gutzwiller (PLR/ZH) non ha esitato a parlare di un “buon affare” per la Svizzera dato che, secondo lui, le ricadute sul nostro paese superano l’investimento stesso.

Le tre proposte di rinvio dell’UDC non hanno praticamente ottenuto consensi al di fuori dei ranghi del partito. Il deputato Walter Wobmann chiedeva di rinviare l’oggetto al governo, affinché congelasse i contributi svizzeri fintanto che l’UE non avesse riconosciuto ufficialmente il sistema fiscale elvetico. La richiesta è tuttavia stata respinta con 129 voti contro 44.

Bulgaria e Romania

L’UDC è poi andata due volte alla carica affinché Bulgaria e Romania, membri dell’UE dal gennaio 2007, vengano integrati nella lista dei beneficiari del miliardo di coesione. Obiettivo: evitare che la Svizzera debba tornare alla cassa per questi due paesi. La proposta è stata respinta con 117 voti contro 46.

Micheline Calmy-Rey ha confermato che l’UE aveva iniziato una discussione con la Svizzera in merito a un contributo destinato a Bulgaria e Romania.

“In ogni caso, il governo non è in grado di accordare da solo un nuovo aiuto. Se intende sostenere questi due paesi, il parlamento dovrà adottare un nuovo credito quadro”, ha spiegato la presidente della Confederazione.

swissinfo e agenzie

Il fondo di coesione dell’Unione europea (UE) è uno strumento creato nel 1994 allo scopo di attenuare il divario economico e sociale tra i diversi membri dell’unione.

Nel 2004, l’UE ha chiesto a Berna di sostenere finanziariamente la coesione dei suoi nuovi membri, così come hanno fatto gli altri Stati dell’Associazione europea di libero scambio (che oltre alla Svizzera raggruppa Norvegia, Islanda e Liechtenstein).

Il 26 novembre 2006, i cittadini svizzeri hanno accettato al 53% la nuova Legge federale sulla cooperazione con gli Stati dell’Europa dell’Est. Essa stabilisce le basi legali per il versamento del contributo di coesione ai dieci nuovi membri dell’UE aderiti nel 2004. Berna verserà un miliardo di franchi su dieci anni.

Il cosiddetto “miliardo di coesione” era stato combattuto da un referendum lanciato dalla destra nazionalista.

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