Prospettive svizzere in 10 lingue

«Negli uffici elettorali il voto è stato corretto»

Il tasso di alfabetizzazione in Kirghizistan è del 99%, ciò che facilita il processo elettorale AFP

Le recenti elezioni presidenziali in Kirghizistan sono state aspramente criticate a livello internazionale: l'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) ha parlato di voto segnato da irregolarità. Le impressioni dell'osservatrice svizzera dell'OSCE Kathy Riklin.

Il presidente in carica Kurmanbek Bakiyev è stato riconfermato con il 76% delle preferenze, stando alle ultime cifre comunicate dalla commissione elettorale kirghisa.

Il suo principale rivale, Almazbek Atambayev, ha ottenuto soltanto l’8% delle preferenze. Anche per l’opposizione, le elezioni presidenziali nel paese dell’Asia centrale sono state una «frode vergognosa».

Kathy Riklin, deputata popolare democratica in Consiglio Nazionale (camera bassa del Parlamento), era in Kirghizistan prima e durante il voto. Per l’osservatrice elvetica dell’OSCE, l’analisi dello scrutinio è più mitigata.

swissinfo.ch: Lei ha seguito le elezioni in Kirghizistan. Si è sentita limitata nel suo lavoro di osservatrice?

Kathy Riklin: Ci potevamo muovere con assoluta libertà. La gente era estremamente cortese e il popolo kirghiso è molto cordiale.

Eravamo in una zona vicino al confine kazako e cinese, in cui ci sono piccole comunità di contadini con un massimo di 1’000-2’000 elettori.

swissinfo.ch: A cosa doveva particolarmente fare attenzione?

K. R.: Per registrarsi sulla lista elettorale bisognava presentare un passaporto, una carta d’identità oppure una patente di guida. La scheda elettorale con i nomi dei sei candidati veniva consegnata soltanto dopo la firma di un documento. La scheda veniva poi inserita in un’urna trasparente.

Dovevamo inoltre verificare che prima dell’apertura dell’ufficio elettorale le urne fossero vuote. Il nostro parere è che nei locali di voto si è lavorato con serietà.

A creare problemi sono invece stati i voti anticipati e le cosiddette “Absenty-Votes”: chi poteva provare la propria identità aveva la possibilità di votare anche in un altro ufficio. Ciò ha dato luogo, nelle agglomerazioni più grandi, a brogli considerevoli.

swissinfo.ch: Un fenomeno che non si è al contrario verificato nelle regioni rurali?

K. R.: Gli uffici elettorali aprivano alle 8. In alcuni uffici eravamo sul posto già alle 7 per osservare come avvenivano i preparativi. Si poteva votare dopo l’inno nazionale intonato dagli undici collaboratori del locale di voto.

L’ufficio chiudeva alle 20. A quel punto si procedeva al conteggio delle schede. Abbiamo potuto fotografare il protocollo elettorale, di cui abbiamo ricevuto anche una copia.

Abbiamo visto che circa il 70% dei voti era per il presidente in carica. Forse gli sono stati attribuiti voti supplementari per incrementare il risultato, ma l’opposizione non aveva ad ogni modo alcuna chance.

swissinfo.ch: La responsabile dell’ufficio dell’OSCE nella capitale Bishkek ha affermato che la maggior parte degli osservatori elettorali ha giudicato negativamente il voto alle urne. Lei lo conferma?

K. R.: Penso che questo giudizio sia eccessivo. Certo, quasi tutti gli osservatori hanno individuato anomalie, ma in generale il paese ha organizzato bene le elezioni.

I problemi sono sorti soltanto dopo lo scrutinio, al momento di riunire le schede nelle circoscrizioni regionali. Abbiamo visitato uno di questi centri attorno alle 23 e abbiamo controllato ancora una volta i protocolli elettorali, rimanendo sul posto fino all’una del mattino. Fino a quel momento nessun dato era stato inserito nel computer. Le irregolarità potrebbero essere state commesse in seguito.

swissinfo.ch: Lo può dimostrare?

K. R.: Lo si potrebbe fare se avessimo i risultati definitivi e se potessimo confrontarli alle nostre cifre. Non è tuttavia certo che ciò sia possibile, visto che probabilmente le informazioni dei singoli uffici di voto non verranno messe a disposizione. Così facendo si potrebbe però evidenziare chiaramente dove sono stati commessi dei brogli.

swissinfo.ch: Non bisognerebbe attendere la pubblicazione, tra un paio di settimane, del rapporto finale dell’OSCE prima di esprimere delle critiche?

K. R.: Sì. Ci siamo stupiti, siccome abbiamo visto che prima delle due del mattino non vi era ancora alcun dato elettorale nel computer. Ciononostante, l’OSCE ha informato sulle elezioni e ha parlato di brogli. Personalmente sarei stata più prudente.

swissinfo.ch: Quindi ritiene che malgrado tutto si possa parlare di un’elezione corretta?

K. R.: Si è tentato di procedere ad un voto corretto, ciò che senza dubbio è stato il caso negli uffici elettorali. Quello che è successo in seguito non è invece chiaro al 100%.

Credo che la gente era in un qualche modo intimidita. A loro è stato detto che se Bakiyev non avesse vinto ci sarebbero state conseguenze negative. Alcune persone sono state messe sotto pressione e sono state costrette a cercare altri elettori in favore del presidente in carica. Si tratta di tentativi di manipolazione ad un altro livello, diverso dalla corruzione o dalla falsificazione delle schede.

Corrette o meno, si può anche tentare un paragone con il nostro paese. In Svizzera conosciamo il voto per corrispondenza: da quanto ne so, le firme sulle schede elettorali non sono sottoposte a controllo. Ci si potrebbe quindi interrogare sulla correttezza del nostro sistema, se lo si analizzasse con la medesima accuratezza con la quale si è fatto in Kirghizistan.

Etienne Strebel, swissinfo.ch
(traduzione di Luigi Jorio)

Superficie: 199’900 km2 (quasi cinque volte la Svizzera)

Popolazione: circa 5,3 milioni (Svizzera: 7,7 milioni)

Capitale: Bishkek

Religione: principalmente musulmana, con una minoranza cristiana

L’ex repubblica sovietica è uno Stato indipendente dal 1991. Confina con il Kazakistan, l’Uzbekistan, il Tagikistan e la Cina.

Il primo presidente è stato Askar Akayev. Nei primi anni dopo l’indipendenza il Kirghizistan si considerava “un’isola di democrazia” sullo sfondo autoritario della regione. Col passare degli anni Akayev si è però mostrato sempre più dispotico.

La “rivoluzione dei tulipani” del 2005 ha portato sulla poltrona presidenziale l’ex primo ministro Kurmanbek Bakiyev.

Stando ad una statistica dell’ONU del 2003, il 70% della popolazione kirghisa vive con due dollari al giorno.

Le esportazioni dai giacimenti auriferi e di uranio, così come la produzione idroelettrica, sono a beneficio di una fascia ristretta di persone.

Circa un terzo del prodotto interno lordo è generato dalle rimesse dei lavoratori attivi in Russia. Questo flusso di capitali è però stato fortemente ridotto dalla crisi economica.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR