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Svizzera e Libia più vicine

Tripoli, una città pronta ad espandersi Keystone

Dopo aver normalizzato le loro relazioni diplomatiche, Berna e Tripoli progettano una diversificazione degli scambi economici.

I due paesi stanno preparando un accordo per gli investimenti ed una delegazione di uomini d’affari svizzeri si recherà presto in Libia.

Dal terrorismo al turismo. È questa la trasformazione che sta attuando il colonnello libico Muammar Gheddafi, dal 1969 a capo della Gran Giamahiria araba libica popolare socialista, il nome ufficiale della Libia.

Da vari anni nel mirino della comunità internazionale per aver sostenuto diverse organizzazioni terroristiche, la Libia ha moltiplicato in questi ultimi tempi gli sforzi per una riconciliazione con il mondo occidentale.

Una svolta a 180 gradi



Tripoli ha infatti ammesso la sua responsabilità nei due attentati commessi alla fine degli anni ’80 e accetta ora di indennizzare le famiglie delle vittime.

Lo scorso dicembre, il colonnello Gheddafi ha ugualmente dichiarato di voler rinunciare a tutti i programmi segreti di fabbricazione di armi atomiche e chimiche. Il leader africano ha perfino richiesto la supervisione di una commissione internazionale.

Uno dei gesti più concilianti, che ha coinvolto direttamente anche la Svizzera, è stata la mediazione libica durante la presa di ostaggi di turisti nelle Filippine e nel Sahara. La liberazione è stata infatti facilitata dall’intervento della fondazione Gheddafi, patrocinata appunto da uno dei figli del colonnello.

Una strategia vincente



I risultati di questa virata a 180 gradi della politica estera libica non si sono fatti attendere. I paesi occidentali hanno infatti moltiplicato i segnali di apertura verso la Libia.

La Svizzera non è stata da meno: il 15 ottobre 2003 il Consiglio federale ha tolto le sanzioni che pendevano sulla Libia. La stessa decisione era stata presa due settimane prima dal Consiglio di sicurezza dell’ONU.

Berna e Tripoli hanno inoltre firmato un accordo per la protezione degli investimenti esteri. E dal 2 gennaio di quest’anno una linea aerea collega di nuovo i due paesi.

Una porta aperta per il turismo



La compagnia aerea Afriqiyah garantisce un volo tra Ginevra e Tripoli due volte alla settimana. Creata nel 2001 dallo stato libico, la nuovissima linea aerea vuole svolgere un ruolo preponderante nel rilancio del turismo in Libia.

È ciò che si è augurato il fondatore della compagnia Sabri Abdalla, durante l’inaugurazione ufficiale martedì a Ginevra.

“Questa è sicuramente la strada giusta per promuovere i viaggi in Libia, anche se in questo settore abbiamo ancora molte cose da fare”, afferma Elias Attia, segretario generale della camera arabo-svizzera del commercio e dell’industria.

Tra qualche settimana, una delegazione di uomini d’affari svizzeri partirà alla volta della Libia per analizzare il mercato e valutare le possibilità di investimento.

Un mercato, quello libico, sicuramente interessante. Sostenuta dai profitti della vendita di petrolio, l’economia libica gode di una buona situazione finanziaria. Per il futuro, il governo di Tripoli prevede di diversificare gli scambi e di liberalizzare l’economia.

“Gli ambienti economici sono sempre stati interessati dal grosso potenziale della Libia. Ma per sedurre ulteriormente gli investitori, la Libia deve continuare il suo cammino verso le riforme economiche”, sottolinea Rita Trier-Somazzi del Segretariato di Stato dell’economia.

swissinfo, Frédéric Burnand, Genève
(traduzione dal francese: Luigi Jorio)

La Libia è il primo fornitore di greggio della Svizzera, davanti a Nigeria, Algeria e Iran.

Nel 2002, le esportazioni svizzere in Libia ammontavano a circa 140 milioni di franchi.

Le esportazioni libiche in Svizzera (quasi esclusivamente petrolio) hanno superato i 650 milioni di franchi.

1986: in risposta ad un attentato anti-americano a Berlino, Ronald Reagan fa bombardare Tripoli. Le vittime sono decine.

1988: un Boeing 747 della Pan Am esplode nei cieli scozzesi sopra Lockerbie. Muoiono 270 persone.

1989: un DC-10 dell’UTA si disintegra nel deserto del Ténéré in Niger. L’attentato fa 170 vittime, di cui due svizzeri.

1992: dopo due attentati imputati al regime del colonnello Gheddafi, l’ONU impone un embargo aereo e militare alla repubblica libica.

2003: la Libia accetta di indennizzare le famiglie delle vittime di questi due attentati. L’ONU sospende le sanzioni contro lo stato libico.

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