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Trasporti ed energia tra Roma e Berna

In materia di energia, Berna e Roma vogliono collaborare di più Keystone

La politica energetica e diversi temi nell'ambito dei trasporti sono stati al centro dei colloqui che Doris Leuthard ha avuto lunedì e martedì a Roma con i ministri Altero Matteoli e Paolo Romani. Berna e Roma hanno ribadito la loro volontà di intensificare il dialogo.

Svizzera e Italia vogliono collaborare di più in materia di produzione ed efficienza energetica e in particolare nell’ambito delle energie rinnovabili. In futuro gli incontri tra responsabili politici, rappresentanti delle autorità di regolazione e dei produttori dei due paesi dovrebbero svolgersi a scadenze regolari.

Per approfondire i dossier energetici comuni, Doris Leuthard e il ministro dello sviluppo economico Paolo Romani hanno pure deciso di mettere a punto un Memorandum d’intesa volto a definire una linea d’azione comune su tutti gli aspetti della politica bilaterale in questo settore (produzione, reti, sicurezza).

Interessi comuni

Nella conferenza stampa organizzata dopo l’incontro con Romani, la responsabile del Dipartimento dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC) ha posto l’accento sulla necessità di avere una collaborazione più stretta per quanto riguarda le energie rinnovabili. Una tematica, questa, diventata ormai prioritaria per entrambi i paesi dopo la catastrofe di Fukushima.

La prospettiva di poter ricorrere a nuove centrali nucleari per far fronte al crescente fabbisogno energetico appare infatti più lontana che mai. Due settimane fa, il governo italiano ha congelato il progetto per costruire dieci centrali atomiche. Doris Leuthard, dal canto suo, a metà marzo ha sospeso le procedure di rilascio delle autorizzazioni per tre nuovi impianti nucleari (attualmente in Svizzera sono attivi cinque reattori, tre dei quali dovranno essere disattivati entro il 2020). «Ci vorranno almeno due anni prima di poter riprendere le procedure», ha affermato la responsabile del DATEC. E nel caso in cui le autorizzazioni dovessero essere rilasciate, l’ultima parola spetterà al popolo che difficilmente, allo stato attuale delle cose, avallerà l’opzione nucleare.

Le scelte di politica energetica della Svizzera hanno un impatto notevole anche per la vicina Penisola. L’Italia dipende infatti fortemente dall’estero, e in particolare dalla Svizzera, per il suo approvvigionamento in energia elettrica. Nel 2010 le imprese elvetiche hanno esportato verso la penisola energia elettrica per 2,1 miliardi di franchi. La Svizzera ha inoltre investito circa 3,5 miliardi di franchi in centrali elettriche italiane.

Durante i colloqui si è parlato pure di gas. Doris Leuthard ha informato Paolo Romani sui lavori di riparazione del gasdotto che attraversa la regione del Grimsel, nei cantoni di Berna e Vallese, danneggiato la scorsa estate a seguito di diverse frane e rimesso in servizio a titolo provvisorio alla fine del 2010. A medio termine, il tracciato dell’infrastruttura, che dall’Europa settentrionale trasporta circa il 20% del gas importato in Italia, sarà spostato per evitare il rischio di smottamenti.

Roma e Berna hanno inoltre fatto il punto sul progetto Tap, il gasdotto trans adriatico alla cui costruzione partecipa anche l’azienda svizzera Egl, che porterà in Italia il metano proveniente dai giacimenti dell’Azerbaigian. «Dal punto di vista politico la provenienza del gas può diventare problematica, ma la sua fornitura è particolarmente importante per l’economia», ha sottolineato Doris Leuthard.

Garanzie sui raccordi a sud

Lunedì, la consigliera federale ha anche incontrato il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Altero Matteoli, il suo viceministro Roberto Castelli e il responsabile delle ferrovie italiane Mauro Moretti.

Doris Leuthard ha dichiarato di aver ricevuto garanzie chiare sui raccordi a sud per la Nuova ferrovia transalpina (NFTA). «È essenziale che le capacità supplementari ottenute grazie all’apertura delle gallerie di base del San Gottardo e del Monte Ceneri possano essere utilizzate in Italia. Abbiamo ottenuto garanzie che i raccordi saranno realizzati entro il 2020», ha affermato la responsabile del DATEC.

Altero Matteoli ha dal canto suo ribadito l’interesse dell’Italia per il corridoio 24, ovvero l’asse ferroviario che collega Genova a Rotterdam attraverso le Alpi svizzere. Il ministro dei trasporti ha in particolare ricordato l’impegno assunto dal Comitato interministeriale per la programmazione economica per un primo finanziamento volto alla realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Tortona/Novi Ligure (Terzo valico dei Giovi), il cui costo complessivo ammonta a 6,2 miliardi di euro.

I due ministri si sono inoltre accordati per creare un gruppo di lavoro assieme ai colleghi austriaco e tedesco per affrontare il tema dei trasporti merci.

Con una quota pari al 9,5% del commercio estero elvetico, la Penisola è il

secondo partner economico della Svizzera

, dopo la Germania.

L’Italia è il secondo principale fornitore di beni e servizi (11% delle importazioni elvetiche) e costituisce il terzo mercato d’esportazione (9% delle esportazioni elvetiche).

La Confederazione figura invece al sesto rango tra i partner economici dell’Italia. Le esportazioni di prodotti italiani sul mercato elvetico raggiungono circa 20 miliardi di franchi all’anno.

La Svizzera è il sesto investitore estero in Italia (22 miliardi di franchi a fine 2008). Tra le principali aziende svizzere attive in Italia vi sono ABB, Nestlé, Novartis, Roche, Zurich, UBS, CS e Swisscom.

Le imprese elvetiche danno lavoro a circa 78’000 persone nella Penisola. Oltre 55’000 cittadini italiani attraversano inoltre ogni giorno la frontiera per lavorare sul territorio elvetico.

Tra le maggiori imprese italiane attive in Svizzera vi sono invece Generali, Fiat, Pirelli e Bulgari. Gli investimenti italiani nella Confederazione, a cui sono legati 13’000 posti di lavoro, ammontano a 6 miliardi di franchi all’anno.

Un contributo importante per favorire l’interscambio tra Svizzera e Italia viene dato da oltre un secolo dalle rispettive camere di commercio: la Camera di commercio italiana per la Svizzera, fondata nel 1909, e la Camera di commercio svizzera in Italia, attiva dal 1919.

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