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Tsunami al centro politico zurighese

I due volti nuovi del governo zurighese: il socialista Mario Fehr (a sinistra) e il verde Martin Graf Keystone

Vittoria dei Verdi liberali e del PBD, sconfitta del PLR e del PPD. All'indomani delle elezioni cantonali zurighesi, la stampa svizzera rileva in generale "l'effetto Fukushima" sulla politica elvetica e guarda alle possibili conseguenze sulle elezioni federali del 23 ottobre.

La prima sorpresa del voto zurighese di domenica è l’entrata nell’esecutivo cantonale dei Verdi con Martin Graf e l’uscita del Partito popolare democratico (PPD). Infatti il suo unico rappresentante Hans Hollenstein, pur avendo superato la maggioranza assoluta richiesta, è giunto solo in ottava posizione ed è così rimasto escluso.

È la prima volta da quasi mezzo secolo – per l’esattezza 48 anni – che un membro uscente del governo zurighese non viene rieletto, puntualizza la Neue Zürcher Zeitung (NZZ).

Eppure questa sorpresa per l’esecutivo fa solo l’effetto di un petardo, in confronto alla vera e propria bomba scoppiata in parlamento, convengono i commentatori dei giornali elvetici.

I Verdi liberali raddoppiano: con il 10% dei voti, sono balzati a 19 seggi (+9). Si collocano così a parità con i Verdi che, pure con il 10%, rimangono stabili a 19 seggi. Alla sua prima elezione, il Partito borghese democratico (PBD), con il 3% dei voti, ottiene 6 seggi, riuscendo così a formare un gruppo parlamentare. Con il 30%, l’Unione democratica di centro (UDC) scende a 54 seggi (-2), ma resta saldamente il primo partito del legislativo cantonale.

Escono invece con le ossa rotte i partiti del centro: i liberali radicali (PLR) perdono 6 mandati e scendono a 23, i popolari democratici (PPD) ne perdono 4 e slittano a 9, gli evangelici (PEV) ne perdono 3 e retrocedono a 7. In totale, dunque, al centro dello spettro politico vi sono 13 deputati in meno.

Presagi primaverili di un autunno caldo

Un risultato che la Berner Zeitung vede come un “forte segno premonitore per l’autunno”, quando ci saranno le elezioni federali. Secondo il quotidiano bernese, probabilmente liberali radicali e popolari democratici hanno perso la fiducia dell’elettorato, che vede in questi due partiti una politica ormai superata.

Il giornale della capitale vede arrivare il peggio per i due partiti alle elezioni federali di ottobre. Per il PPD potrebbe essere la fine del Gruppo alle Camere con i Verdi liberali. Il PLR sarebbe ancora più a rischio a causa delle posizioni poco chiare sul segreto bancario e sull’energia nucleare.

Riguardo al legame con la catastrofe di Fukushima, la Basler Zeitung parla di “atomizzazione del centro politico”. Anche il foglio basilese vede il PLR e il PPD minacciati dalla concorrenza dei Verdi liberali e del PBD alle prossime elezioni federali.

La lotta al centro si fa serrata anche secondo il quotidiano popolare Blick, il quale rileva pure che il centro “diventa più a destra”. Una lotta fra forze del centro sottolineata anche dalla NZZ, la quale annota che la progressione del PBD, a Zurigo come già altrove, non avviene a scapito dell’UDC, bensì del PLR e del PPD. Così come a questi due partiti e non a quello ecologista, sottraggono consensi i Verdi liberali. I due poli – socialisti e UDC – invece rimangono stabili.

Il centro si tinge di verde e si sposta a destra

Il “verde movimenta il centro”, osservano anche lo zurighese Tages Anzeiger e il bernese Der Bund. Secondo i due quotidiani, ciò non è però dovuto al disastro di Fukushima. Semplicemente anche gli elettori borghesi si preoccupano del cambiamento climatico e di una produzione energetica sostenibile. “Il PLR finora non ha reagito a questa domanda”, commentano i due quotidiani che puntano già gli occhi sulle elezioni del 23 ottobre.

“Segnale di tempesta per il centro tradizionale”, titola anche Le Temps. Il quotidiano ginevrino annota che, “come a Basilea Campagna una settimana fa, il centro tradizionale arranca, mentre i Verdi liberali e il PBD approfittano della loro freschezza”.

“L’equazione economia + ecologia ha messo le ali ai Verdi liberali, che avevano già fatto un’entrata clamorosa nel parlamento zurighese nel 2007, conquistando d’un sol colpo dieci mandati”, fa eco La Liberté.

Intervistato dal quotidiano friburghese, il politologo Michael Hermann prevede che il ministro svizzero dell’economia “Johann Schneider-Ammann dovrà equipaggiarsi bene il prossimo autunno, poiché i liberali radicali hanno seri motivi di preoccupazione per le elezioni federali” del 23 ottobre.

Aspettando le elezioni in Ticino

Concentrati sullo sprint finale per le elezioni del governo e del parlamento del proprio cantone, che si terranno domenica prossima, i quotidiani ticinesi non danno grande spazio a quelle zurighesi. Nessun commento sul Corriere del Ticino e sul Giornale del popolo, che riportano semplicemente la notizia di agenzia. I due fogli titolano rispettivamente “Un Verde entra in governo a Zurigo” e “Un’onda verde si fa strada nelle elezioni zurighesi”.

Nessun editoriale o commento anche su La Regione Ticino, che però pubblica una propria corrispondenza da Zurigo, in cui ci si chiede quanto abbia realmente inciso “l’effetto Giappone” sui risultati delle elezioni zurighesi. Per il corrispondente del quotidiano bellinzonese, la vittoria dei Verdi liberali e del Partito borghese democratico, “conseguita senza nulla togliere al Partito ecologista (i Verdi), che ha mantenuto intatta la sua forza elettorale”, è stata “indotta con alta probabilità, dalle paure suscitate dal terribile incidente nucleare in Giappone”.

Ma il disastro di Fukushima non spiega tutto, osserva l’articolista, sottolineando che l’UDC, che “non ha fatto nessuna marcia indietro rispetto alle sue posizioni sul nucleare”, è riuscita a riconfermare entrambi i propri rappresentanti in governo e a contenere le perdite in parlamento.

L’esecutivo cantonale è composto di 7 membri.

La composizione partitica del governo eletto il 3 aprile 2011 è la seguente: 2 rappresentanti dell’Unione democratica di centro (UDC), 2 liberali radicali (PLR), 2 socialisti (PS), 1 Verde.

La partecipazione al voto è stata del 33%.

Per il presidente del PLR Fulvio Pelli, è stata la catastrofe nucleare in Giappone a spingere molti elettori a voltare le spalle al suo partito e a votare per i Verdi liberali e il PBD. Pur dicendosi “molto deluso”, il presidente del PLR non crede che si possano estrapolare dai risultati nel canton Zurigo previsioni per le elezioni federali di ottobre. Bisognerà vedere se l’insicurezza causata dalla catastrofe in Giappone perdurerà, ha detto il consigliere nazionale ticinese.

Sulla stessa onda il presidente del PPD Christophe Darbellay, il quale si dice d’altra parte deluso che l’elettorato non abbia preso in considerazione il buon lavoro svolto dai popolari democratici nel parlamento federale in materia di ambiente ed energie rinnovabili.

Anche il presidente PS Christian Levrat è convinto che senza l’incidente di Fukushima i risultati del suo partito sarebbero stati migliori. È comunque sollevato che il PS sia riuscito “a tornare in carreggiata”.

Pure il presidente dei Verdi Ueli Leuenberger sostiene che l’incidente di Fukushima ha avvantaggiato principalmente i Verdi liberali: “l’elettorato borghese preoccupato per l’energia nucleare ha logicamente scelto di votare per gli ecoliberali”, ha affermato.

I risultati odierni sono importanti in un ottica federale, ha sostenuto Leuenberger senza fare pronostici precisi. “Entro l’autunno possono infatti succedere ancora molte cose”, ha aggiunto.

Per il presidente dei Verdi liberali Martin Bäumle il successo del suo partito si spiega con la lacuna che esisteva nello scacchiere politico: “il legame tra ecologia e economia ha convinto molti elettori”, ha affermato.

“Gli attuali eventi hanno certamente influenzato il risultato”, ha ammesso Bäumle, aggiungendo che il risultato ottenuto va al di là di ogni previsione. I risultati di Zurigo ci danno ulteriore slancio in vista delle federali, ha aggiunto.

Decisamente soddisfatto dei risultati è il presidente del PBD Hans Grunder, il quale sottolinea che “nessuno avrebbe pensato che fossimo capaci di ottenere un risultato così proprio a Zurigo”. Ciò è di buon augurio per le elezioni federali.

Contento anche il presidente dell’UDC Toni Brunner: il nostro risultato prova che è possibile “stabilizzarsi a un livello così elevato”. La buona rielezione dei due UDC uscenti è la prova che la mobilitazione ha funzionato, ha aggiunto. A sua avviso, ciò è particolarmente rallegrante pensando alle elezioni federali di ottobre.

Fonte: Ats

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