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Una sessione nel segno della campagna elettorale

La Piazza federale a Berna si è trasformata in un mega studio radiotelevisivo all'aperto durante l'ultima sessione parlamentare prima delle elezioni Keystone

Un netto sì all'abbandono del nucleare, norme più severe per le banche in materia di fondi propri, nuovi aviogetti per l'esercito. Nessuna soluzione nella vertenza fiscale con gli USA. L'ultima sessione parlamentare prima delle elezioni federali ha sentito anche il peso della campagna elettorale.

Un’atmosfera preelettorale chiaramente percepibile dentro e fuori dal Palazzo federale. All’esterno, sotto forma di studio radiotelevisivo gigante sulla piazza, da cui venivano trasmessi dibattiti e interviste con i politici, accompagnati da esibizioni musicali di ogni genere e da degustazioni di specialità gastronomiche ed enologiche provenienti da tutti i cantoni.

All’interno, un numero straordinariamente elevato di interventi, lunghi dibattiti impregnati di ideologie e tatticismi partitici alla Camera dei cantoni, dove solitamente si va più rapidamente al sodo. Inoltre il rinvio di un dossier delicato.

Il contenzioso sull’evasione fiscale tra gli Stati Uniti e diverse banche svizzere rischia di inasprirsi. Il Dipartimento del Tesoro USA accusa fra gli altri il Credit Suisse e la Banca cantonale di Zurigo di avere aiutato cittadini americani ad evadere il fisco.

Evitare un buco nel segreto bancario

Gli Stati Uniti chiedono alla Svizzera di permettere anche domande collettive di assistenza amministrativa. Ciò comporterebbe un ulteriore allentamento del segreto bancario.

Nell’attuale accordo di doppia imposizione (CDI) tra la Svizzera e gli Stati Uniti non sono contemplate domande collettive. Al fine di evitare un’escalation della controversia, il governo elvetico ha sottoposto a tutta velocità al parlamento una modifica della CDI.

Ma il parlamento ha rifiutato di accelerare i tempi e ha rinviato il tema scottante alla sessione invernale, vale a dire dopo le elezioni federali del 23 ottobre.

“Come politici, siamo stanchi di rispondere davanti alle telecamere degli errori dei banchieri”, ha affermato il presidente del partito popolare democratico (PPD) Christophe Darbellay, motivando l’aggiornamento. I politici di sinistra hanno rimproverato ai partiti borghesi di volere così evitare – in funzione del proprio elettorato – un ulteriore buco nel segreto bancario, il cui allargamento non si potrebbe più frenare.

Capitali propri più elevati per le banche

Il tira e molla è andato avanti per settimane, ma alla fine il parlamento ha seguito il governo e ha approvato una revisione della legge, che prescrive coefficienti di fondi propri più elevati per le cosiddette banche d’importanza sistemica, ossia quelle di dimensioni tali per cui il fallimento avrebbe ripercussioni su tutta l’economia del paese.

In futuro le grandi banche dovranno disporre di una quota di almeno il 19% degli attivi ponderati in funzione dei rischi: il 10% dovrà essere costituito da azioni o utili non distribuiti, mentre il restante 9%, potrà essere costituito da obbligazioni CoCo (obbligazioni convertibili). Queste ultime, in caso di crisi, potrebbero essere convertite in azioni.

La competenza di stabilire quali istituti siano di importanza sistemica, spetterà alla Banca nazionale svizzera. Attualmente appartengono a questa categoria il Credit Suisse e l’UBS.

Il pericolo incombente di un fallimento dell’UBS e la legislazione adottata d’urgenza, con l’iniezione di miliardi di franchi da parte dello Stato, nell’autunno 2008, sono all’origine delle norme più severe ora adottate dal parlamento svizzero.

Sì all’abbandono

Sorprendentemente ampio è stato il sì della Camera dei cantoni all’abbandono graduale dell’energia nucleare. Sorprendente perché la commissione preparatoria della Camera ha cercato fino alla vigilia una soluzione di compromesso che ottenesse una maggioranza di consensi.

I senatori liberali radicali (PLR, centro) e democratici di centro (UDC, destra conservatrice), insieme a una parte di popolari democratici (PPD, centro) favorevoli all’energia atomica, avrebbero voluto vietare soltanto la costruzione di centrali nucleari della generazione attuale.

Con una formulazione che consente di continuare la ricerca nucleare e che esclude esplicitamente l’emanazione di un divieto di tecnologie, i sostenitori dell’energia atomica si sono detti soddisfatti. Infatti, teoricamente la Svizzera fra qualche decennio, se vi fossero nuove tecnologie nucleari giudicate sicure, potrebbe rivedere la propria posizione e decidere di utilizzarle.

Ognuno si era fatto la propria opinione in merito prima del dibattito. Tuttavia, il numero dei relatori e degli interventi individuali era così elevato che prima di giungere al voto ci sono volute diverse ore. Alla fine la decisione è stata chiara: le singole mozioni, con le modifiche apportate dalla commissione, sono state approvate dai senatori nella misura di una quarantina di voti contro una decina.

In questo modo il parlamento ha preso una decisione di principio sull’abbandono dell’energia nucleare in Svizzera. Quando e come è però ancora tutto da vedere. Il vero dibattito, infatti, ci sarà quando il governo presenterà al parlamento la revisione della legge.

Regali all’esercito

La Svizzera anche in futuro avrà di gran lunga il più grande esercito d’Europa in proporzione alla popolazione. Il parlamento ha definitivamente aumentato il bilancio annuale dell’esercito di 600 milioni di franchi, portandolo a 5 miliardi, e fissato i suoi effettivi a 100mila uomini. Un numero pari al 35% in meno di quello attuale, ma superiore a quello che avrebbe voluto il governo federale. Nel rapporto annuale pubblicato nell’autunno 2010, l’esecutivo aveva proposto una riduzione a 80mila uomini, valutando questo effettivo sufficiente nella situazione attuale.

Il parlamento ha anche approvato l’acquisto di 22 nuovi aerei da combattimento. Inizialmente si era previsto che gli aviogetti da combattimento sarebbero stati finanziati tramite un credito speciale. Questo sarebbe soggetto al referendum facoltativo. Uno strumento della democrazia diretta che molto probabilmente sarebbe stato utilizzato dagli oppositori di questa spesa miliardaria.

Ma ora il parlamento ha deciso che i caccia saranno acquistati nell’ambito dei programmi d’armamento, tramite il bilancio ordinario, con un finanziamento ripartito su diversi anni. In tal modo il popolo non avrà voce in capitolo.

Il parlamento svizzero è composto di due Camere: il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati.

Il Consiglio nazionale, o Camera bassa, riunisce i rappresentanti del popolo e conta 200 seggi. Questi sono ripartiti tra i cantoni proporzionalmente al numero dei loro abitanti.

Il Consiglio degli Stati, o Camera alta, rappresenta i cantoni. Conta 46 seggi: due per ogni cantone e uno per ogni semicantone.

Le due Camere deliberano separatamente, ma hanno gli stessi poteri. Vige il principio del bicameralismo paritario.

I membri delle Camere vengono eletti ogni quattro anni tramite votazione popolare. Quest’anno le elezioni per il rinnovo delle Camere federali si svolgeranno il 23 ottobre.

(Traduzione dal tedesco: Sonia Fenazzi)

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