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Berna critica Berlino, ma i negoziati proseguono

Pur condannando l’uso di dati bancari rubati, il Consiglio federale non prenderà misure di ritorsione contro la Germania. I negoziati in vista di un nuovo accordo di doppia imposizione proseguiranno, mentre il trattato con la Francia resta congelato.

«La Germania è il principale partner commerciale della Svizzera», ha ricordato il ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz, «nonché un paese limitrofo col quale abbiamo buoni rapporti». Visti gli interessi in gioco, il Consiglio federale ha preferito evitare nuove tensioni e si è accontentato di manifestare il suo «stupore» per la strategia adottata dalla Germania.

Ieri la cancelliera tedesca Angela Merkel si era detta favorevole all’acquisto di dati bancari offerti al suo governo riguardanti presunti evasori fiscali con conti nella Confederazione. In Svizzera «questa prassi è considerata un reato perché viola il principio della buona fede e pregiudica le relazioni tra Stati di diritto», ha spiegato Merz, aggiungendo che negli ultimi tempi «sono sempre più frequenti i furti di dati bancari offerti in vendita all’estero». La Svizzera non fornirà assistenza amministrativa sulla base di informazioni rubate. «Non lo fa adesso e non lo farà in futuro con qualsiasi paese che ricorra a dati
rubati». Da Berlino Berna pretende di sapere quale sia l’origine dei
documenti.

La migliore strategia è di concludere il prima possibile un accordo di doppia imposizione che regoli l’assistenza amministrativa in casi di evasione fiscale, ha poi aggiunto il ministro. «In questo modo, la Germania e altri paesi non dovranno più far ricorso a dati rubati». Berna proseguirà così i negoziati con Berlino e se tutto filerà liscio l’accordo sarà sottoscritto entro fine marzo.


Secondo indiscrezioni, la controversia tra Svizzera e
Germania ruota attorno a un CD con informazioni riguardo a 1’500
titolari di conti, che un anonimo informatore sarebbe disposto a cedere per 2,5 milioni di euro (3,7 milioni di franchi). Merz ha affermato di non disporre né di prove, né di informazioni più precise.

Da un punto di vista economico per la Germania si tratterebbe di
un affare, visto che, secondo taluni, le informazioni permetterebbero di aumentare il gettito fiscale di un centinaio di milioni di euro.

swissinfo.ch e agenzie

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