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Bilaterali: l’europarlamento chiede trasparenza e rapidità

Il parlamento europeo ha adottato martedì un rapporto sull'integrazione della Svizzera al mercato interno dell'Unione, in cui chiede una rapida conclusione di nuovi accordi bilaterali e una soluzione alle questioni istituzionali.

Il rapporto era già stato ampiamente approvato in giugno, con 32 voti a 2, dalla commissione del mercato interno dello stesso europarlamento. Il documento, che non ha valore giuridico coercitivo, sarà trasmesso alla Commissione UE e agli Stati membri.

«La Svizzera non commenta il contenuto del rapporto, che sarà esaminato in vista delle prossime discussioni con l’UE sulle possibili soluzioni istituzionali per facilitare e consolidare le relazioni tra le parti», ha indicato Daniel Klingele, portavoce della missione diplomatica elvetica a Bruxelles.

Gli eurodeputati auspicano che queste discussioni abbiano luogo ed esigono, tra l’altro, una maggiore trasparenza decisionale e una collaborazione più efficace in seno ai comitati misti. Inoltre domandano una rapida conclusione dei negoziati in corso su questioni quali l’elettricità, la sanità, l’alimentazione e l’agricoltura. «Questi
accordi e quelli che seguiranno dovranno essere formulati con il massimo di chiarezza e previdenza», allo scopo di «limitare in modo stretto» le divergenze nella loro applicazione. Nel rapporto ci si chiede inoltre se in questi settori non sia necessario «concludere un accordo bilaterale generale nell’interesse reciproco della Svizzera e dell’UE».

In occasione della visita della presidente della Confederazione Doris Leuthard a Bruxelles, in luglio, il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso si era espresso a favore di un nuovo approccio nelle relazioni con Berna, pur continuando a far avanzare i negoziati in corso.

Il presidente del Consiglio europeo, Hermann van Rompuy aveva da parte sua affermato che se la Svizzera vuole partecipare al mercato interno dell’Unione dovrebbe accettare automaticamente l’«acquis» comunitario.

Il rapporto adottato martedì dagli eurodeputati punta il dito sugli ostacoli all’integrazione di Berna e dei paesi dello Spazio economico europeo nel mercato interno. Si osserva che le relazioni tra l’UE e la Svizzera sono confrontate con “sfide molto più numerose” che concernono in particolare l’applicazione dell’accordo sulla libera circolazione delle persone.

Il documento denuncia “la norma degli otto giorni” che obbliga le aziende dell’UE a segnalare in anticipo i loro dipendenti distaccati in Svizzera. Questa disposizione complica l’attività delle piccole e medie imprese e non è giuridicamente compatibile con la libera circolazione delle persone.

Il Parlamento europeo si dice inoltre preoccupato per la situazione all’aeroporto di Zurigo, dove i tassisti tedeschi e austriaci devono sottostare a restrizioni. Infine, nel rapporto si esprime rammarico per il fatto che l’accordo sulla libera circolazione delle persone non comprenda “un accordo globale sulla libera circolazione dei servizi”. Secondo gli eurodeputati, esso avrebbe vantaggi economici considerevoli per entrambe le parti; pertanto suggeriscono di avviare trattative in tal senso.

swissinfo.ch e agenzie

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