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Diritto d’affitto affossato

Gli affitti non aumenteranno al ritmo del rincaro: con 88 voti contro 86, il Consiglio nazionale (Camera del popolo) ha bocciato martedì il diritto di locazione e affitto.

L’Unione democratica di centro (destra nazional-conservatrice) e una parte della sinistra sono così riusciti a bocciare questa riforma, che si prefiggeva di separare gli affitti dai tassi ipotecari.

Nel maggio del 2009, a chiara maggioranza, la Camera del popolo aveva peraltro già rifiutato d’entrare in materia. Da allora nulla è cambiato, ha fatto notare Pirmin Schwander (UDC): a suo modo di vedere, non serve infatti modificare un sistema che funziona.

Una parte dello schieramento rosso-verde si è opposta segnatamente alla volontà della maggioranza di ripercuotere sugli affitti l’intero rincaro. «Per mancanza di consenso, questo progetto è destinato al fallimento», ha osservato il socialista Carlo Sommaruga, alludendo alla possibilità di referendum ventilata sia proprietari immobiliari sia dai difensori degli inquilini.

In questa situazione, i tentativi del campo borghese di imporre il compromesso raggiunto alla fine del 2007 tra i rappresentanti dei locatari e locatori sono dunque risultati vani. Il progetto prevedeva di adeguare pienamente gli affitti all’indice dei prezzi al consumo.

In Svizzera, la maggioranza degli abitanti (oltre il 65%) paga un affitto: tale proporzione è la più elevata di tutta l’Europa. A titolo d’esempio, in Grecia e Spagna l’80% delle persone sono proprietarie del proprio alloggio.

swissinfo.ch e agenzie

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