Il Consiglio nazionale ha dichiarato valida l'iniziativa dell'UDC «per l'espulsione degli stranieri che commettono reati». Una minoranza di sinistra chiedeva di dichiararla nulla e di non metterla in votazione popolare.
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La vittoria del sì, 118 voti contro 69 e 1 astenuto, è stata chiara. L’iniziativa non sarà tuttavia sottoposta da sola al giudizio dell’elettorato. Con 97 voti contro 84 e 9 astensioni, i deputati hanno deciso – come i loro colleghi della camera alta – di opporle un controprogetto diretto.
Quest’ultimo è stato voluto dal centro (Partito liberale radicale e Partito popolare democratico). Di fronte all’opposizione dell’UDC, non sarebbe però riuscito a imporsi senza il sostegno, dato a malincuore, di una parte della sinistra e dei Verdi. Il fatto che il controprogetto, pur prevedendo un giro di vite in materia di rinvii, rispetti i diritti fondamentali e i principi del diritto internazionale ha fatto pendere la bilancia a suo favore.
ll testo del controprogetto riprende a livello costituzionale le proposte fatte a suo tempo dal Consiglio federale nella legge sugli stranieri. Comprende una lista di esempi di reati passibili d’espulsione leggermente diversa da quella dell’iniziativa: l’assassinio, l’omicidio, lo stupro, le lesioni corporali gravi, la rapina qualificata, la presa d’ostaggio, la tratta di esseri umani qualificata e un’infrazione grave alla legge sugli stupefacenti.
A differenza dell’iniziativa, il controprogetto stabilisce chiaramente a partire da quale pena una persona condannata può essere espulsa. Contiene inoltre un capitolo sull’integrazione che cita per esempio il rispetto dei valori fondamentali ancorati nella Costituzione e dell’ordine pubblico.
L’Unione democratica di centro, autrice dell’iniziativa, ritiene inefficace il controprogetto diretto. Sul fronte opposto, la sinistra ha cercato inutilmente di dichiarare l’iniziativa irricevibile, in quanto non rispetterebbe i diritti fondamentali.
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