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Governo: due elezioni ravvicinate irritano

Il mondo politico elvetico è in subbuglio dopo gli annunci delle dimissioni di due membri del governo federale con scadenze ravvicinate ma separate. Le critiche piovono sui dimissionari e da più parti si sollecita una loro intesa per due partenze contemporanee.

La decisione del liberale radicale (PLR) Hans-Rudolf Merz di ritirarsi dall’esecutivo svizzero in ottobre, resa nota venerdì, quattro settimane dopo l’annuncio del collega socialista (PS) Moritz Leuenberger di lasciare il governo per la fine di dicembre, non ha scatenato solo le speculazioni sulle successioni. Ha anche suscitato nervosismo e irritazione. A cominciare dalle capogruppo alle Camere federali dei loro due partititi.

Sia la capogruppo PLR Gabi Huber sia quella del PS Ursula Wyss sabato hanno apertamente deplorato la tempistica. Entrambe hanno sottolineato che così nelle prossime due sessioni parlamentari tutta l’attenzione sarà concentrata sulla successione dei due consiglieri federali, a scapito di dossier importanti.

In dichiarazioni all’agenzia di stampa Ats, Ursula Wyss non ha escluso che il PS possa cercare di parlare a Leuenberger per convincerlo ad anticipare la partenza.

Ma lo zurighese sembra determinato a non cedere sulla sua scadenza. Già venerdì aveva affermato di non voler cambiare i suoi piani e sabato lo ha ribadito, argomentando che lui aveva già messo chiaramente le carte in tavola e dunque sarebbe semmai spettato a Merz adeguarsi.

Le pressioni su Leuenberger però non si sono attenuate. Dalle pagine della stampa domenicale, il presidente del PLR Fulvio Pelli e quello del Partito popolare democratico (PPD) Christophe Darbellay lo esortano ritirarsi in ottobre.

Intervistato dai domenicali “Zentralschweiz am Sonntag” e “Südostschweiz am Sonntag”, Darbellay ha detto che “non è possibile che (Leuenberger) resti così a lungo solo per assistere alla fine del traforo del San Gottardo e alla Conferenza sul clima di Cancun”. Per il vallesano, il fatto che Merz e Leuenberger non siano riusciti a mettersi d’accordo per un’elezione simultanea in Consiglio federale rappresenta “una prova d’incapacità, perché non si parlavano”.

La stampa domenicale, come prevedibile, dedica anche ampio spazio alle speculazioni sui probabili successori e alle tattiche dei diversi partiti. L’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) e i Verdi hanno già dichiarato guerra al PLR per la corsa al seggio lasciato vacante da Merz. D’altro canto il PPD per ora non si sbilancia, ma a sua volta ambisce a riconquistare un secondo mandato in governo.

Una dichiarazione sorprendente giunge dal presidente del PLR: in un’intervista alla “NZZ am Sonntag”, Fulvio Pelli promette che se il partito dovesse perdere le elezioni federali di ottobre 2011, rinuncerebbe a uno dei suoi due seggi nell’esecutivo.

swissinfo.ch e agenzie

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