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L’ONU preoccupata per l’iniziativa anti-minareti

Il comitato dei diritti umani dell'ONU ha espresso la sua preoccupazione per l'iniziativa anti-minareti e per "la campagna di affissione discriminatoria" lanciata in queste ultime settimane. Secondo gli esperti dell'organismo internazionale, "la Svizzera deve assicurare attivamente la libertà religiosa e combattere le incitazioni alla discriminazione, all'ostilità e alla violenza".

Dopo aver esaminato il rapporto presentato dal governo svizzero sulla situazione interna in materia di diritti umani – il terzo di questo genere dopo quelli del 1996 e del 2001 – il comitato dell’ONU ha emesso diverse raccomandazioni. In particolare, chiede a Berna di creare un organismo indipendente o di rafforzare le competenze della commissione federale contro il razzismo per indagare su tutti i casi di discriminazione.

Le autorità dovrebbero inoltre intensificare gli sforzi per esaminare le minacce che pesano sulle minoranze, compresa la comunità ebraica, e promuovere la tolleranza e il dialogo culturale. Il comitato si dice infatti preoccupato “per l’ingente aumento degli incidenti antisemiti”.

Gli esperti hanno pure ricevuto informazioni su brutalità commesse dalla polizia durante l’arresto o la detenzione “in particolare contro richiedenti l’asilo e migranti” e denunciano “la mancanza nella maggior parte dei cantoni di meccanismi indipendenti per indagare su denunce inoltrate contro la polizia”.

Il comitato, che deplora la magra rappresentanza di minoranze nelle forze di polizia, ritiene che i responsabili di queste violenze debbano essere perseguiti e puniti e le vittime risarcite. La Confederazione dovrebbe inoltre creare una banca dati con le statistiche delle denunce contro le forze dell’ordine. Gli esperti dell’ONU raccomandano pure di migliorare le condizioni di vita nelle prigioni per “risolvere la questione urgente della sovrappopolazione, in particolare nel penitenziario di Champ-Dollon” a Ginevra.

È stata espressa preoccupazione anche per le condizioni restrittive imposte ai richiedenti l’asilo per ottenere assistenza giuridica durante l’esame della loro domanda e per “le condizioni di vita inadeguate” di coloro che sono stati respinti. La Confederazione “deve proteggere i diritti fondamentali delle persone la cui domanda è stata respinta e fornire loro condizioni di vita e cure adeguate”, affermano gli esperti.

swissinfo.ch e agenzie

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