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La recessione peserà sul numero di assistiti

Soltanto i più benestanti saranno tenuti a sostenere finanziariamente i propri famigliari. È quanto ha stabilito la Conferenza svizzera delle istituzioni dell'azione sociale (COSAS) che per i prossimi anni prevede un aumento del numero dei beneficiari dell'assistenza sociale.

Dal 1° gennaio, le persone con un reddito imponibile inferiore ai 120’000 franchi non dovranno più sopperire ai bisogni dei propri cari. Per le coppie, l’obbligo di assistenza sarà invece fissato a 180’000 franchi.

La Conferenza svizzera delle istituzioni dell’azione sociale (COSAS) ha pubblicato lunedì le nuove raccomandazioni destinate a coloro che operano in questo campo. Finora, questi limiti erano fissati rispettivamente a 60’000 e a 80’000 franchi.

Queste norme vanno a colmare una lacuna nell’interpretazione del Codice civile svizzero, che parla unicamente di un obbligo di assistenza da parte delle persone più agiate. Per il presidente della COSAS Walter Schmid si tratta quindi di rispettare il senso originale della legge, sgravando la classe media che troppo spesso viene chiamata alla cassa.

Un cambiamento di rotta confermato anche da diverse sentenze del Tribunale federale, che ha fissato l’asticella a un reddito superiore ai 10’000 franchi al mese.

Walter Schmid si è inoltre espresso sulle ripercussioni della crisi finanziaria sul tasso di povertà in Svizzera. Il rallentamento congiunturale e la crisi del mercato del lavoro rischiano di accrescere il numero di persone costrette a far appello allo Stato per sopravvivere. «È probabile che nei prossimi due anni i casi di assistenza aumentino del 30%», ha dichiarato il presidente alla radio svizzero-francese.

La Conferenza raccomanda quindi a cantoni e comuni di tenersi pronti, assumendo nuovo personale nei servizi sociali e incrementando gli effettivi nei programmi occupazionali. La recessione, secondo la COSAS, dovrebbe essere sfruttata per migliorare il livello di qualificazione dei lavoratori.

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