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La revisione della legge sul CO2 supera il primo scoglio

L’obiettivo di ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 20% in Svizzera entro il 2020 potrebbe essere irrealizzabile. Lo scoglio maggiore è l’introduzione di una tassa sui carburanti.

Martedì, con 108 contro 82 il parlamento ha rinunciato a fissare nella revisione della legge sul CO2 la possibilità di introdurre una tassa sui carburanti nel caso in cui l’obiettivo della riduzione risultasse impossibile da realizzare.

Una decisione contraddittoria, ha affermato il ministro dell’ambiente Moritz Leuenberger. Il giorno prima, infatti, il parlamento aveva deciso, contrariamente a quanto proponeva il governo, di non permettere l’acquisto di certificati di riduzione del CO2 all’estero, ma che soltanto le misure prese in Svizzera dovevano servire ad abbassare del 20% le emissioni.

E non è stato l’unico controsenso della giornata. Da una parte la camera del popolo ha mantenuto l’attuale tassa sui combustibili di 36 franchi per tonnellata, lasciando aperta la possibilità di aumentarla fino a 120 franchi.

Dall’altra, il consiglio nazionale ha respinto la proposta della sinistra, del governo e dell’Unione europea di limitare le emissioni di CO2 delle automobili nuove a 130 grammi per chilometro entro la fine del 2015. Il limite è stato invece fissato a 150 grammi di CO2/km.

È stata anche bocciata con 108 voti a 76 la richiesta dell’UDC di ridurre la tassa sui combustibili a 12 franchi volta a non penalizzare i proprietari di immobili.

Al termine del dibattito iniziato lunedì e conclusosi martedì, il nazionale ha accolto la revisione della legge sul CO2 con 108 voti a favore contro 78 voti contrari. Il testo passerà settimana prossima al vaglio della camera dei cantoni che sarà chiamata a diramare le ultime divergenze.

La legge dovrà servire da controprogetto all’iniziativa popolare «per un clima sano». Quest’ultima chiede una diminuzione delle emissioni di gas ad effetto serra di almeno il 30% entro il 2020.

swissinfo.ch e agenzie

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