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Lo Stato è rimasto “ficcanaso”

Le disposizioni legislative per evitare un nuovo "scandalo delle schedature" non sono praticamente servite a nulla. I servizi segreti hanno continuato a raccogliere informazioni di ogni tipo senza fare i controlli previsti.

La banca dati dei servizi segreti svizzeri è zeppa di errori e indicazioni lacunose o inutili, che rendono difficile garantire la sicurezza interna, denuncia la Delegazione delle Commissioni di gestione delle Camere federali in un rapporto presentato mercoledì. Non c’è stato alcun cambiamento di mentalità, ha dichiarato il presidente della Delegazione Claude Janiak. Il socialista basilese ha auspicato dei cambiamenti nel nuovo Servizio d’informazione della Confederazione.

Né il Servizio di analisi e prevenzione (SAP) – servizio di “intelligence interna” scorporato dall’ex Polizia federale dopo lo scandalo delle schedature della fine degli Anni ’80- né il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) hanno rispettato i criteri di qualità prescritti dalla legge.

Sembra invece che, contrariamente alla vicenda delle schedature venuta alla luce alla fine degli anni ’80, non vi sia alcuna tendenza politica particolare vittima delle negligenze del SAP. “Si tratta in primo luogo di un problema sistematico di gestione” del sistema di elaborazione dei dati relativi alla protezione dello Stato (ISIS), istituito nel 1994, ha spiegato Isabelle Moret, membro della delegazione.

La liberale radicale vodese ha precisato che 110mila delle 200mila persone registrate non sono state oggetto dei controlli previsti. Una “parte consistente” dei dati non rispetta le esigenze di pertinenza necessarie per figurare nell’ISIS.

Secondo gli elementi a disposizione della delegazione, le informazioni non sono state trasmesse fuori dall’amministrazione. Ma erano disponibili per le procedure nelle domande di naturalizzazioni, ha sottolineato la verde bernese Therese Frösch.

Nel rapporto, la delegazione precisa che “bisogna che il criterio di qualità dei dati prenda il posto di quello della quantità nella ricerca e la raccolta di informazioni”. Il Dipartimento della difesa (DDPS) – responsabile dei nuovi servizi segreti (SRC) dall’inizio di quest’anno – deve ora bloccare temporaneamente l’accesso ai dati non verificati registrati in ISIS e mettere personale e risorse a disposizione per i necessari controlli di qualità delle informazioni.

La delegazione, organo di sorveglianza del parlamento, aveva deciso di avviare un’inchiesta sui servizi segreti nel 2008, dopo le rivelazioni riguardanti le schedature di deputati di Basilea Città d’origine turca.

swissinfo.ch e agenzie

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