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Ministro svizzero: le colonie israeliane sono illegali

È stato un dialogo franco e leale: così il ministro svizzero della difesa Guy Parmelin ha definito l’incontro tenutosi giovedì a Berna col suo omologo israeliano Moshe Ya’alon. Al centro dei colloqui la spinosa questione palestinese e la cooperazione militare.

Il governo elvetico è preoccupato per l’aumento della violenza in Medio Oriente, ha affermato davanti alla stampa il capo della difesa. Soltanto un negoziato, e non un intervento militare, potrà regolarizzare la questione dei Territori, ha detto ancora Parmelin, ricordando il sostegno elvetico a una soluzione a due Stati, “con quello palestinese sovrano”.

Dal profilo del diritto internazionale le colonie israeliane sono illegali, ha dichiarato Parmelin. “Sono un ostacolo alla pace. Chiediamo dunque la fine degli insediamenti”.

I due ministri hanno anche affrontato il tema della cooperazione militare. Lo scorso anno la Svizzera ha acquistato sei droni israeliani non armati, per un totale di 250 milioni di franchi. La decisione aveva suscitato l’ira della sinistra, che si era opposta con virulenza, invocando le violazioni dei diritti umani da parte di Israele. L’allora ministro della difesa Ueli Maurer aveva risposto che a fabbricare i droni non è lo Stato israeliano, ma un’azienda privata, e che l’acquisto di armi da un paese in guerra non è forzatamente contrario alla neutralità e al diritto internazionale.

Intanto alcune associazioni svizzere attive per la pace in Palestina hanno affermato in un comunicato che la visita del ministro israeliano va contro l’impegno elvetico a favore di una stabilizzazione in Medio Oriente e hanno invitato il governo elvetico ad interrompere la collaborazione militare con Israele.

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