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Asilo e elezione diretta del governo: decide il popolo

Ïl popolo svizzero era chiamato per la seconda volta alle urne quest'anno: in gioco le regole per l'asilo politico e il modo di elezione del governo Keystone

Bisogna inasprire ulteriormente la normativa sull’asilo? Il governo va eletto direttamente dal popolo? I due quesiti erano sottoposti nel fine settimana a votazione in Svizzera. Le urne si sono chiuse alle 12:00. I primi exit poll indicano un sì alla modifica legislativa e un no all'iniziativa.

In seguito alla “Primavera araba”, l’anno scorso è notevolmente aumentato il numero delle domande di asilo in Svizzera, soprattutto da parte di esuli provenienti dai paesi africani.

Le autorità hanno avuto non poche difficoltà a far fronte al maggiore afflusso di richiedenti l’asilo e, spesso, sono state confrontate con le resistenze della popolazione locale contro l’apertura di nuovi centri di accoglienza. Difficoltà dovute anche alla lentezza delle procedure di esame delle richieste di asilo, che durano in media molto di più rispetto a diversi altri paesi europei.

Tre punti controversi

L’anno scorso il parlamento ha così deciso di inasprire ulteriormente la legge sull’asilo, già sottoposta negli ultimi tre decenni ad una ventina di revisioni. Tre i punti maggiormente controversi tra le nuove misure adottate dalle Camere federali, già entrate in vigore nel settembre del 2012, ma contestate da un referendum.

Innanzitutto dall’anno scorso non è più possibile presentare delle domande di asilo presso le ambasciate svizzere: sono prese in considerazione solo quelle depositate alla frontiera elvetica. Disertori e obbiettori di coscienza non vengono più riconosciuti automaticamente come rifugiati. I richiedenti l’asilo recalcitranti o violenti saranno piazzati in centri speciali di accoglienza.

Sempre dal settembre scorso, la Confederazione può inoltre trasformare e utilizzare dei propri edifici per alloggiare i richiedenti l’asilo, senza dover più richiedere l’autorizzazione delle autorità cantonali o comunali interessate. Questa misura non ha suscitato particolari opposizioni.

Queste le modifiche principali:
 
Le domande di asilo possono essere presentate solo alla frontiera e agli aeroporti svizzeri. È soppressa la possibilità di richiedere asilo presso le ambasciate.
 
Non sono più considerate rifugiate le persone esposte a serie minacce per aver disertato o rifiutato di prestare servizio militare. La protezione è tuttavia offerta in virtù della Convenzione internazionale sullo statuto dei rifugiati.
 
Possono essere collocati in centri speciali i richiedenti l’asilo che compromettono la sicurezza e l’ordine pubblico.
 
La Confederazione può utilizzare le sue infrastrutture e i suoi edifici per alloggiare i richiedenti l’asilo, senza dover chiedere l’autorizzazione di Cantoni e Comuni.
 
Sull’arco di due anni, il governo può sperimentare nuove procedure di esame delle domande di asilo. In tale ambito può ridurre da 30 a 10 giorni il termine di ricorso contro decisioni negative.

Misure inumane e assurde

Approvata dalla maggioranza di centro e di destra del parlamento, la revisione della legge sull’asilo era combattuta da un referendum sostenuto da partiti di sinistra, sindacati e organizzazioni umanitarie. Ai loro occhi, il nuovo giro di vite colpisce in molti casi anche i “veri rifugiati”, ai quali va accordato diritto di asilo in base alle convenzioni internazionali.

“Queste misure sono innanzitutto disumane: in paesi come l’Eritrea, da dove provengono molti richiedenti l’asilo, disertori e obbiettori di coscienza rischiano effettivamente torture e pene pesanti”, ha dichiarato a swissinfo.ch Balthasar Glättli, deputato del Partito ecologista svizzero.

A suo avviso, la decisione di sopprimere la possibilità di presentare delle domande di asilo presso le ambasciate è inoltre “assurda”: in tal modo, vi sarebbero ancora più persone che tenterebbero di venire fino in Svizzera per depositare la loro domanda.

Svizzera troppo attraente

Secondo la maggioranza di destra e di centro del parlamento, le nuove misure sono invece necessarie per ridurre le domande d’asilo e per lottare più efficacemente contro gli abusi nel settore dell’asilo e contro l’alto tasso di criminalità tra i richiedenti.

La Svizzera era l’unico paese europeo che riconosceva ancora come rifugiati i disertori e gli obbiettori di coscienza. Ed era uno dei pochi che ammetteva le domande di asilo presentate alle ambasciate. “Tutto questo ci rendeva particolarmente attraenti rispetto agli altri paesi e andava quindi cambiato”, afferma Lukas Reimann, deputato dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice).

La ministra di giustizia e polizia Simonetta Sommaruga ha sottolineato il fatto che disertori e obbiettori di coscienza otterranno anche in futuro il diritto di asilo, se rischiano effettivamente pesanti sanzioni nel loro paese.

In base all’iniziativa dell’UDC, in futuro il governo dovrebbe essere eletto dal popolo, ogni 4 anni.

L’elezione avverrebbe con il sistema maggioritario.

I candidati che otterrebbero la maggioranza assoluta, sarebbero eletti già al primo turno. Nel ballottaggio, invece, basterebbe la maggioranza semplice.

Tutta la Confederazione formerebbe un’unica circoscrizione elettorale. Le regioni e i cantoni francofoni e italofoni avrebbero diritto complessivamente ad almeno due dei sette seggi del governo federale.

Governo eletto dal popolo

In base all’ultimo sondaggio della SRG SSR, realizzato dall’istituto gfs.bern, la revisione della legge sull’asilo dovrebbe essere approvata dal popolo. Il 57% delle persone interrogate si è espresso in favore delle nuove misure, mentre soltanto il 29% intende respingerle.

Ha invece poche speranze di successo l’iniziativa dell’Unione democratica di centro (UDC), che proponeva di far eleggere in futuro il governo direttamente dal popolo. Il 66% delle persone intervistate nell’ambito del sondaggio ha infatti affermato di voler bocciare questa proposta, preferendo il sistema attuale, ossia l’elezione dei ministri da parte del parlamento.

L’iniziativa ha fatto seguito all’estromissione dal governo, nel 2007, di Christoph Blocher, leader carismatico da oltre 20 anni dell’UDC. Secondo Hans Fehr, deputato del partito di destra, oggi le elezioni dei membri del governo sono sempre più spesso caratterizzate da “giochi sporchi” e “intrighi dei partiti”, che sarebbero “indegni della democrazia svizzera”.

Pur essendo il più grande partito svizzero, l’UDC detiene solo un seggio in governo e non si sente quindi equamente rappresentata. Il fatto che i partiti non siano rappresentati in governo proporzionalmente alla loro forza in parlamento è contrario alla volontà popolare, ritiene Hans Fehr.

UDC sola contro tutti

La proposta del partito di destra era combattuta praticamente in blocco dalle altre forze politiche, secondo le quali bisogna assolutamente evitare “un’americanizzazione” dell’elezione dei ministri, che sarebbero costretti a fare continuamente campagna politica, per rafforzare le chance di essere rieletti. In tal caso, rischia di essere il denaro a diventare un elemento determinante nella scelta dei membri del governo.

Gli oppositori all’iniziativa dell’UDC temono inoltre che i consiglieri federali trascurino il loro lavoro e tentino in ogni modo di profilarsi dinnanzi al popolo, a scapito della tradizionale “collegialità” in seno al governo.

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