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Popolazione attenta alla cybercriminalità

La maggior parte dei casi annunciati riguarda la pornografia con bambini Keystone

La popolazione svizzera è attenta alla criminalità virtuale. Le denunce arrivate al Servizio di coordinazione nazionale sono ben al di sopra delle attese.

Mensilmente i cittadini denunciano in media 500 irregolarità. Da inizio anno 41 casi sono stati trasmessi alle autorità giudiziarie.

Le istituzioni devono far fronte alle nuove forme di criminalità virtuale. La larga diffusione dei sistemi informatici online ha portato infatti a nuove forme di illegalità che necessitano di risposte da parte degli inquirenti. Ma anche la popolazione fa la sua parte.

Dalla sua entrata in funzione a inizio 2003, il Servizio di coordinazione nazionale contro la criminalità su Internet (SCOCI) ha ricevuto 3600 segnalazioni, dunque oltre 500 al mese. La cifra è nettamente superiore alle attese.

Philippe Kronig, responsabile SCOCI presso il Dipartimento federale di giustizia e polizia, spiega a swissinfo il successo del servizio: «La Svizzera ha un’alta densità di collegamenti internet, dunque molti ‘user’. Più utilizzatori, più abusi, ma evidentemente anche più persone che reagiscono alle scorrettezze».

A tutt’oggi il SCOCI ha trasmesso alle magistrature cantonali 41 casi sospetti, la metà dei quali concerne la pornografia infantile. Nella maggior parte di questi casi le indagini sono ancora in corso.

Irregolarità globalizzate

Il 90 percento di tutte le comunicazioni concerne siti e informazioni provenienti dall’estero. Normalmente per questi contenuti non si procede attraverso i tribunali elvetici. Tuttavia, se esiste una relazione con la Svizzera, il SCOCI verifica l’eventuale violazione della legge.

Chiarito il sospetto – nei primi sei mesi 41 volte – i dati incriminati sono dunque trasmessi alle autorità preposte al perseguimento penale.

La metà di tutte le comunicazioni (26 casi) sono provocate da contenuti pornografici e di esse il 50 percento concerne pornografia dura. All’origine di altre comunicazioni vi sono spam-mail, tentativi di truffa, contenuti oltraggiosi o a sfondo razziale e violazioni del diritto d’autore.

L’elevato numero di segnalazioni viene gestito mediante l’impiego di uno specifico software. Il sistema esegue in particolare compiti di routine che richiederebbero molte risorse (p.e. controllo dei responsabili dei server, accertamento delle ubicazioni dei server, salvataggio dei dati, gestione di doppie comunicazioni, invio di lettere standard).

Ma Kronig sottolinea: «Chi fa ricorso al nostro servizio non è solo un denunciatore o un moralista: la più gran parte delle segnalazioni è fondata e dimostra una vera competenza di chi si connette a internet in Svizzera».

Autorità popolare di controllo

Il SCOCI non ha però la competenza di effettuare delle indagini. Il servizio offre prestazioni alle autorità preposte al perseguimento penale, che mantengono la propria competenza in merito.

Invece di creare un servizio di polizia supplementare, Berna ha optato per un’integrazione in vari servizi già esistenti nell’Ufficio federale di polizia, sfruttando così molte sinergie.

Del servizio non fanno parte solo agenti di polizia, ma anche tecnici della rete, specialisti di protocolli internet e di sicurezza dell’informazione, giuristi e analisti criminalisti.

Ma il successo principale non è solo la struttura di controllo agile ed efficace, ritiene Kronig: «Il fatto più importante che risulta da questo primo bilancio è che un gran numero di ‘user’ naviga coscientemente in internet è si impegna in prima persona per una rete pulita».

swissinfo e agenzie

Fra gennaio e agosto ci sono state 3’600 segnalazioni
La metà riguarda siti pornografici
41 casi sono stati trasmessi alla giustizia

Svizzeri un popolo di denuncianti?

Nei primi sei mesi di attività, il Servizio di coordinazione nazionale contro la criminalità su Internet ha ricevuto un numero di segnalazioni molto superiore al previsto.

Ma per i responsabili non si tratta di moralismo fine a sé stesso: piuttosto si loda l’alta competenza di chi invia dei link sospetti.

Gli specialisti del servizio registrano infatti una conoscenza specifica delle regole del web e un numero esiguo di segnalazioni fasulle.

Senso civile e volontà di mantenere la rete delle reti «pulita», sono ritenute le ragioni principali che portano all’importante numero di comunicazioni.

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