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Prezzo del petrolio: non ancora raggiunta la soglia critica

Il prezzo della benzina viene ritoccato quasi ogni settimana verso l'alto Keystone

Il prezzo del petrolio sta destando sempre più preoccupazione: in questi ultimi giorni ha sfiorato i 100 dollari il barile sui mercati internazionali.

Secondo alcuni esperti, il costo del greggio non ha tuttavia ancora raggiunto la soglia critica in Svizzera. Oggi l’economia elvetica è meno dipendente dal petrolio rispetto ad esempio agli anni ’70.

Nei giorni scorsi il segretario generale dell’Opec Abdullah al-Badri si è espresso in favore di una più stretta regolamentazione del mercato del petrolio, allo scopo di contrastare gli investimenti speculativi, responsabili, a suo avviso, del forte aumento del prezzo del greggio.

Nel corso di quest’anno il prezzo del petrolio è salito addirittura del 60% sui mercati internazionali.

“La volatilità attuale dei mercati farà probabilmente lievitare i prezzi fino a 100 dollari il barile. Ma questo livello non è sostenibile a lungo termine. I prezzi dovrebbero quindi scendere nei prossimi tempi”, ha dichiarato a swissinfo Eliane Tanner, analista economica presso il Credit Suisse.

A detta di Tanner, l’aumento dei prezzi è legato all’indebolimento del dollaro, ma anche ad altri fattori importanti.

“Il declino delle riserve di greggio ha sicuramente contribuito a questa evoluzione sui mercati. Senza dimenticare, in questi ultimi tempi, la situazione geopolitica alla frontiera tra l’Iraq e la Turchia”.

Crescente domanda

Anche per Rolf Hartl, direttore dell’Unione petrolifera svizzera, il prezzo del greggio dovrebbe raggiungere ben presto i 100 dollari.

“Nonostante l’alto costo del petrolio, la domanda continua a crescere. L’offerta è invece limitata, in seguito alla politica adottata dai paesi produttori, a cominciare dai membri dell’Opec”, afferma Hartl.

“Questo forte divario tra la domanda e l’offerta sta spingendo diversi investitori verso il petrolio. Le materie prime, come il greggio, costituiscono attualmente un’ottima alternativa al dollaro, che sta declinando”.

Secondo Rolf Hartl, gli effetti di questi aumenti non dovrebbero essere così drammatici come negli ’70, quando la crisi del petrolio aveva colpito duramente anche l’economia svizzera.

Conseguenze ancora sopportabili

“L’economia elvetica può sopportare un prezzo alto del petrolio, dal momento che i costi per il greggio e le altre fonti energetiche costituiscono soltanto il 4% delle spese delle economie domestiche svizzere. Negli anni ’70 questa quota era molto più alta. Oggi siamo quindi molto meno dipendenti dal petrolio”.

Finora, i consumatori non sembrano essere stati molto impressionati da questa evoluzione. Negli ultimi anni il consumo di benzina e diesel è aumentato dell’1%, nonostante la costante crescita dei prezzi.

“In Svizzera la soglia critica non è stata ancora raggiunta”, ritiene Hartl.

Ancora questa settimana diversi distributori hanno nuovamente aumentato il prezzo della benzina e del diesel di 3 centesimi il litro.

In Svizzera il prezzo medio della benzina rimane comunque inferiore a 2 franchi al litro. Un livello che si situa ancora oggi al di sotto di quello della maggior parte dei paesi europei.

Economia non immune

Secondo Rolf Hartl, anche l’economia svizzera non è comunque completamente “immune” di fronte ad un ulteriore aumento del prezzo del greggio.

“Un franco su due guadagnato dall’economia svizzera proviene dall’estero. Se la crescita del prezzo del petrolio dovesse spingere l’economia mondiale verso una recessione, anche la Svizzera ne risentirebbe le conseguenze”.

Sia Hartl che Tanner non prevedono però un aumento indefinito del prezzo del petrolio. A detta di Hartl vi è da attendere piuttosto una forte inversione di tendenza a medio termine.

swissinfo, Isobel Leybold-Johnson
(traduzione Armando Mombelli)

I principali paesi produttori di petrolio sono Arabia saudita, Russia, Stati uniti, Iran, Messico e Cina.

I membri dell’Opec producono circa il 42% del petrolio consumato a livello mondiale.

Due terzi del petrolio importato in Svizzera sono costituiti da prodotti già raffinati, provenienti soprattutto da altri paesi europei. La maggior parte del greggio viene invece importato dall’Africa.

Dopo la crisi del petrolio negli anni ’70, la Svizzera ha ridotto gradualmente la sua dipendenza da questa fonte energetica.

Nel 1973 il petrolio corrispondeva all’80% dell’energia consumata in Svizzera, oggi questa quota è scesa al 56,5% (25,4% combustibili e 31,1% carburanti).

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