Prospettive svizzere in 10 lingue

Prima storica, bocciato il programma d’armamento

Il Parlamento non ha voluto gli aerei Casa C-295 M Keystone

Il disaccordo tra le Camere ha portato al siluramento di tutto il piano per il 2004.

L’alleanza tra democratici di centro e sinistra al Consiglio Nazionale è sfociata in un esito inedito per la Svizzera.

Per la prima volta nella storia, il Parlamento svizzero ha bocciato un programma d’armamento dell’esercito. L’unico precedente risale al 1994, quando però non fu proposto alcun piano dato che l’esercito si era già dotato dei costosi aerei FA-18.

Il disaccordo tra le Camere concernente l’acquisto di due aerei da trasporto da 109 milioni di franchi ha avuto quale esito il rifiuto dell’intero progetto, peraltro già privato in precedenza di dodici carri armati.

L’acquisizione dei velivoli, approvata per due volte dal Consiglio degli Stati, è stata nuovamente respinta giovedì mattina dal Nazionale con 97 voti contro 82 e 6 astensioni. Ciò implica l’abbandono del programma d’armamento 2004: la Conferenza di conciliazione si era infatti espressa in favore dell’acquisto, rendendo quindi decisivo un eventuale secondo rifiuto da parte dei deputati.

Radicali e democristiani, in maggioranza agli Stati ma non al Nazionale, non sono riusciti a contrastare l’alleanza tra l’Unione democratica di centro (UDC) e la sinistra.

Questione di principio

Lo schieramento favorevole aveva giustificato l’acquisto con l’esigenza di rispondere ai bisogni dell’esercito e degli altri servizi federali. In particolare, il ministro della difesa Samuel Schmid aveva raccomandato di non privare le forze armate dei mezzi necessari per assolvere i compiti che sono loro assegnati.

Ciononostante, ad avere la meglio è stata l’insolita alleanza tra UDC e sinistra, schierati dalla stessa parte ma con motivazioni differenti. I democratici di centro ritengono che l’acquisto dei due aerei sarebbe stato un passo verso nuove missioni all’estero, mentre la sinistra si era fermamente opposta ad una spesa giudicata fondamentalmente inutile.

Samuel Schmid, commentando l’esito della disputa, ha assicurato che l’esercito non sarà comunque messo in discussione. Egli ha poi aggiunto che si dovranno evitare «danni collaterali» originati dalla decisione, invitando gli oppositori ad assumersi le proprie responsabilità in caso di crisi.

Reazioni contrastanti

Il presidente del partito socialista Jörg Fehr ha dal canto suo auspicato che «Samuel Schmid tragga le opportune conclusioni da questo risultato, causato dalla testardaggine dei consiglieri agli Stati. Egli deve discutere con noi e i partiti di centro a proposito dello sviluppo dell’esercito».

Secondo Ueli Maurer, presidente dell’UDC, il rifiuto del programma di armamento 2004 è un passo importante verso lo smantellamento delle missioni militari elvetiche all’estero.


swissinfo e agenzie

Il costo totale iniziale del Programma d’armamento 2004 era di 647 milioni di franchi. Esso prevedeva:
L’integrazione del sistema di trasferimento dei dati Data Link nel sistema Florako di sorveglianza aerea (268 milioni).
L’acquisto di 49 container per il rifornimento di carburante (11 milioni).
105’000 elmetti «balistici» di materiale sintetico (35 milioni).
12 carri armati (129 milioni).
Due aerei da trasporto (109 milioni).
Due piattaforme di simulazione di tiro al laser per esercizi da combattimento (95 milioni).

Fino ad oggi, sono pochi gli oggetti rifiutati dopo la Conferenza di conciliazione.

Prima del programma d’armamento, è successo nel 2003 alla seconda revisione della Legge sull’assicurazione malattia e a un accordo internazionale del 1961.

Nel primo caso, le divergenze concernevano il finanziamento degli ospedali, nel secondo l’uguaglianza dei salari tra uomini e donne.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR