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Primo maggio combattivo

Il consigliere nazionale socialista Franco Cavalli, oratore a Zurigo Keystone

All'insegna del motto «più diritti per i lavoratori», diverse migliaia di persone hanno dato vita mercoledì in numerose città della Svizzera alle celebrazioni del Primo maggio.

La lotta contro gli eccessi del capitalismo, contro l’avanzata dell’estrema destra, contro la liberalizzazione dell’elettricità e contro la revisione della legge sull’assicurazione di disoccupazione decisa dal parlamento, sono stati i temi affrontati con maggior frequenza dagli oratori.

Manifestazioni pacifiche, ma strascichi violenti a Zurigo

I cortei si sono svolti pacificamente, ma a Zurigo, come ormai diventata la regola da alcuni anni, alla parte ufficiale è seguita una manifestazione non autorizzata di alcune centinaia di autonomi, con scontri con la polizia.

Seguendo la strategia di «tolleranza zero» annunciata dal Municipio, gli agenti sono intervenuti ancor prima di essere provocati, impiegando idranti, gas lacrimogeno e proiettili in gomma. I manifestanti hanno lanciato bottiglie e sassi e hanno dato fuoco a cassonetti della spazzatura.

La Festa dei lavoratori è stata una vera maratona per molti sindacalisti e per esponenti socialisti, chiamati a pronunciare discorsi dal mattino alla sera nei quattro angoli della Confederazione. Fra le personalità più sollecitate, figuravano i ticinesi Vasco Pedrina e Franco Cavalli: il presidente del Sindacato edilizia e industria (SEI) è intervenuto alle celebrazioni a Ginevra e Lugano, mentre il consigliere nazionale socialista ha preso la parola a Zurigo, Winterthur e Oberburg (BE).

Cavalli per un’altra Svizzera

A Zurigo, dinanzi a circa 7mila persone riunite sulla piazza della stazione centrale, Franco Cavalli ha lanciato un appello in favore di un’»altra Svizzera», più democratica e più giusta. Il presidente dimissionario del Gruppo socialista alle Camere federali si è inoltre espresso in favore di un rilancio della sinistra e contro uno spostamento verso il centro dei socialisti.

A suo avviso uno spostamento della sinistra verso il centro porta ad un indebolimento. «L’Austria, l’Italia e più di recente anche la Francia sono la dimostrazione di una regola politica che sembra una legge naturale: ogni volta che i socialisti si spostano verso il centro, non fanno che rafforzare l’estrema destra, dove vanno a cercare rifugio gli elettori scontenti».

Sindacati più combattivi

Gli eccessi del neoliberalismo e della globalizzazione sono stati denunciati dai presidenti sindacali Paul Rechsteiner, Renzo Ambrosetti e Vasco Pedrina. «Il mondo di oggi ha perso il senso della misura», ha affermato a Ginevra il presidente del SEI, secondo il quale la soluzione è una forza sociale solida e determinata, orientata verso l’essere umano e i suoi bisogni.

Sulla stessa lunghezza d’onda, Renzo Abrosetti: in un discorso bilingue tedesco e francese a Bienne, il presidente del Sindacato dell’industria, della costruzione e dei servizi (FLMO) ha biasimato l’offensiva dell’»ultracapitalismo» che non va solo a scapito dei salariati, ma anche contro gli interessi di «tutta l’economia».

A Wil, San Gallo e Le Locle, Paul Rechsteiner si è detto solidale con gli organizzatori di manifestazioni contro la politica del primo ministro italiano Silvio Berlusconi e contro l’estrema destra francese di Jean-Marie Le Pen. Queste dimostrazioni sono assolutamente necessarie, ma insufficienti: la sinistra deve essere in grado di formulare progetti ed una politica sociale che porti avanti passi concreti, ha rilevato il presidente dell’Unione sindacale svizzera (USS). Sia per Rechsteiner sia per Pedrina, è giunto il momento in cui lo sciopero, come mezzo di lotta, non deve più essere un tabù nemmeno in Svizzera.

Dreifuss per una società dei diritti

Molteplici oratori nelle diverse località della Svizzera hanno espresso preoccupazione per l’avanzata del Fronte nazionale in Francia, percepita come una minaccia per tutta l’Europa. Anche la consigliera federale Ruth Dreifuss – ospite d’onore a Friburgo, dove si è manifestato per «il diritto di avere dei diritti» – vi ha fatto riferimento, sottolineando «l’importanza della mobilitazione dei cittadini, l’importanza delle scelte di società».

Riguardo ai temi di politica interna, la ministra socialista ha in particolare invitato a votare massicciamente sì, il 2 giugno, alla cosiddetta «soluzione dei termini» per l’interruzione volontaria della gravidanza. Ha quindi ricordato altri importanti appuntamenti con le urne. «In settembre, la liberalizzazione del mercato dell’elettricità e tramite essa la questione fondamentale del futuro del servizio pubblico, il progetto di Fondazione svizzera solidale». Seguiranno, verosimilmente in novembre, la revisione dell’assicurazione di disoccupazione (LADI) e l’iniziativa popolare lanciata dall’UDC sul diritto d’asilo.

Un appello a votare per la soluzione dei termini e contro la revisione della LADI è stato lanciato a Ginevra, dinanzi a circa 2500 dimostranti, dalla presidente del Consiglio nazionale, Liliane Maury-Pasquier. La socialista ginevrina ha pure invitato i presenti a combattere l’esclusione a tutti i livelli e in tutte le sue forme. Ha anche reso omaggio a «coloro che hanno offerto alla Svizzera la loro forza lavoro, ma che sono costretti a nascondersi per evitare l’espulsione».

swissinfo e agenzie

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