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Quando la realtà diventa teatro

Smarriti in un mondo che non riconoscono: i protagonisti di Groundings Keystone

"Groundings", l'ultimo spettacolo inscenato da Christoph Marthaler, traccia un amaro ritratto del mondo della finanza elvetico.

Dal dramma di Swissair ai crolli in borsa: il teatro si fa, una volta di più, specchio della realtà.

Ha avuto un grande successo di pubblico, sabato scorso, la prima dello spettacolo teatrale “Groundings” del regista Christoph Marthaler allo Schauspielhaus di Zurigo. L’originalità – e il motivo del successo – sta nel fatto che i personaggi della “pièce” sono ispirati ai manager e finanzieri svizzeri protagonisti, negli ultimi anni, di clamorosi errori economici e persino di fallimenti (“groundings”, appunto, come nel caso della Swissair).

Riso amaro

Il lavoro di Marthaler è in sostanza un’amara riflessione – anche se condotta tra gags, canzonette e battute divertenti – sugli effetti perversi della globalizzazione e sulla fede cieca in un capitalismo fatto di immagini “mondiali”, di convinzioni, di visioni. Il tutto, in una combinazione, più associativa che analitica, tra livello nazionale (Swissair, banche), globale (crack borsistici) e locale (anzi persino domestico, con il “grounding” dello stesso Schauspielhaus evitato per un soffio).

Trovano così posto nello spettacolo figure chiaramente ispirate all’ex-presidente della direzione generale del gruppo SAir, Philippe Bruggisser, al “mago” della finanza, Martin Ebner, al fondatore ed ex-boss di Crossair, Moritz Suter, e ad altri personaggi del mondo economico e finanziario. Sono gli eroi caduti ridotti a marionette, dell’era dello “shareholder” (azionista) che assurge a protagonista assoluto dell’economia.

Dagli altari della finanza alla polvere

Ma chi sono questi personaggi? Philippe Bruggisser, capo del gruppo SAir dal 1. gennaio 1997 al 20 gennaio 2001, è indicato come il maggiore respondabile del fallimento di Swissair. La sua colpa più grande sarebbe quella di aver concepito e portato avanti un ambizioso piano di espansione della compagnia di bandiera, fatto soprattutto di acquisizioni di aviolinee minori e quasi fallimentari, senza avere i necessari capitali a disposizione ma gonfiando smisuratamente il debito con le banche.

Martin Ebner, banchiere, ha costruito la sua fortuna sulle “visioni” (il nome che ha dato ai suoi programmi d’investimento) proposte a decine di migliaia di piccoli risparmiatori, ai quali ha causato enormi perdite non riuscendo a prevedere, con realismo e senso del limite, lo sgonfiamento della bolla speculativa in borsa. Moritz Suter, oltre che per essere coinvolto nella rovina di Swissair, viene preso in giro per il suo lamentarsi di come è stato trattato dai mass media.

Il martirio della fede nel capitalismo

Il quadretto messo insieme da Marthaler risulta comunque spassoso e pietoso nello stesso tempo, con il personaggio di Bruggisser che infantilmente minimizza («è stato solo un piccolo sogno»), con la rappresentazione di Ebner che tronfiamente proclama che «tutti sono uguali davanti alle azioni», e con la figura di Suter che si lamenta: «I media ci distruggono, trattano diffusamente ogni incendio e vogliono sempre sapere le cause sconosciute».

Verso la fine del lavoro teatrale di Marthaler, i personaggi abbandonano l’ironia e diventano dei manichini simili a quelli usati nei corsi per samaritani. E la respirazione artificiale porta al potere queste marionette senza vita. La morale che lo spettatore trae da questo spettacolo è sostanzialmente una messa a terra (“grounding”) della fede nel capitalismo e, soprattutto, la conferma dello samarrimento che i troppi errori compiuti hanno ingenerato nella società.

swissinfo, Silvano De Pietro

1951: Christoph Marthaler nasce a Zurigo
1998: riceve il Premio Europa per il teatro
1999: premio Friedrich Luft
2000: inaugura la sua prima stagione allo Schauspielhaus di Zurigo

«Nemo propheta in patria»: l’avventura zurighese di Marthaler è stata caratterizzata da innumerevoli polemiche, non da ultimo a causa dei problemi finanziari derivati dalla volontà di dare nuovi spazi al teatro cittadino con l’apertura della Schiffbauhalle.

Il consiglio d’amministrazione del teatro zurighese aveva deciso di licenziare Marthaler alla fine di agosto del 2002, ma, grazie alla mobilitazione d’innumerevoli intellettuali e amanti del teatro, Marthaler è rimasto al suo posto.

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