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Referendum contro assegni famigliari minimi

Rispetto ad altri paesi, in Svizzera le famiglie dispongono di pochi sostegni pubblici Keystone

Le principali organizzazioni dei datori di lavoro hanno lanciato un referendum contro il progetto di garantire assegni di almeno 200 franchi per ogni figlio.

Secondo gli ambienti padronali, la legge approvata dal Parlamento crea di fatto una nuova assicurazione sociale che graverebbe sulle finanze federali.

Come annunciato durante il dibattito parlamentare del mese scorso, l’Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM), l’Unione padronale e il Centro professionale hanno deciso di combattere con gli strumenti della democrazia diretta il progetto di armonizzazione degli assegni famigliari.

Dopo la pubblicazione martedì del termine di referendum, gli oppositori alla nuova legge federale sugli assegni famigliari avranno tempo fino al 13 luglio prossimo per raccogliere le 50’000 firme necessarie.

Sostegno alle famiglie

Le nuove disposizioni legali prescrivono, per tutta la Svizzera, assegni di almeno 200 franchi per ogni figlio di età inferiore a 16 anni e di 250 franchi per i giovani in formazione fino a 25 anni.

Ancora attualmente, l’importo minimo degli assegni famigliari viene fissato autonomamente da ogni Cantone. Solo nove Cantoni prevedono già ora più di 200 franchi al mese.

Il progetto di legge era stato adottato dalle Camere federali nel marzo scorso, 15 anni dopo la presentazione di una prima iniziativa parlamentare che proponeva di armonizzare gli assegni famigliari.

Approvando questa proposta, la maggioranza del Parlamento ha voluto compiere un gesto in favore delle famiglie. In Svizzera, rispetto ad altri paesi europei, le misure di sostegno alle famiglie sono poco sviluppate: i costi per l’educazione dei figli vengono sopportati quasi interamente dai genitori.

Ripercussioni sui salari

In una conferenza stampa tenuta a Berna il comitato di referendum, denominato «no all’intervento federale negli assegni familiari», si è detto ottimista sull’esito della sua azione.

«Spiegheremo al popolo che dovrà sopportare da solo il peso di questa estensione dello Stato sociale», ha dichiarato Peter Hasler. Secondo il direttore dell’Unione padronale svizzera (UPS), il progetto minaccia direttamente i salari.

Se l’armonizzazione degli assegni familiari supererà lo scoglio popolare – ha ammonito Hasler – i datori di lavoro saranno infatti costretti a comprimere i costi.

A detta del padronato, l’armonizzazione degli assegni famigliari comporterà oneri supplementari di 700 milioni di franchi all’anno. Un costo troppo importante per le finanze federali.

Contro sussidi per l’estero

«Non possiamo più concederci il lusso di versare sussidi di questo genere a tutti», ha esclamato il presidente dell’Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) e consigliere nazionale Eduard Engelberger. A suo modo di vedere, l’armonizazione è «inopportuna».

Engelberger vuole lottare tra l’altro contro i nuovi «trasferimenti di prestazioni sociali all’estero». Secondo il presidente dell’USAM, i lavoratori stranieri in Svizzera percepiscono attualmente circa 230’000 assegni per figli che vivono nel loro paese d’origine.

Oltre all’USAM e all’UPS, il Comitato di referendum comprende anche il Centro padronale vodese e la Federazione delle imprese romande. Dovrebbe inoltre aderirvi economiesuisse.

Per quanto concerne le formazioni politiche, il Partito liberale ha già annunciato di sostenere il referendum. Secondo Gfeller, dovrebbero seguire l’esempio anche l’Unione democratica di centro e il Partito liberale radicale.

Critiche dei sindacati

L’avvio della raccolta delle firme contro gli assegni famigliari minimi è stata immediatamente criticata dai sindacati.

Secondo Travail.Suisse, gli oneri dello standard minimo previsto non supereranno i 500 milioni di franchi, di cui solo 330 milioni andranno a carico dei datori di lavoro.

L’organizzazione dei lavoratori ricorda inoltre che avere figli costituisce oggigiorno uno dei principali rischi di povertà in Svizzera. Il costo dei figli, stimato a 1400 franchi al mese, grava infatti pesantemente sul bilancio di molte famiglie.

swissinfo e agenzie

In Svizzera il tasso di natalità è attualmente di 1,4 figli per donna.
I figli costano in media 1400 franchi al mese alle famiglie.
120’000 bambini crescono in famiglie che dispongono di un salario inferiore al minimo vitale.
Nelle città, un bambino su dieci dipende dall’assistenza sociale.

In Svizzera la popolazione può impugnare l’arma del referendum per combattere una legge adottata dal parlamento (referendum facoltativo). Gli oppositori dispongono di 100 giorni per raccogliere le 50’000 firme necessarie.

La popolazione deve essere chiamata alle urne (referendum obbligatorio) in caso di decisione che comporta una modifica costituzionale o in caso di proposta di adesione ad un organismo sopranazionale.

Dal 4 aprile decorre il termine di referendum (100 giorni) per la nuova legge sugli assegni famigliari e per la partecipazione elvetica al fondo di coesione dell’Unione europea.

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